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Contratti 07 Nov 2005

Biancheri: “Gli editori non si possono legare le mani”. Replica la Segreteria della Fnsi: “La Fieg deve darci garanzie sulla normativa”

In una situazione in cui c'é un forte interrogativo su come sarà tra qualche anno la carta stampata ''chiedere all'editoria di legarsi sempre più strettamente le mani non è possibile perché non si sa che tipo di bisogni ci saranno''.

In una situazione in cui c'é un forte interrogativo su come sarà tra qualche anno la carta stampata ''chiedere all'editoria di legarsi sempre più strettamente le mani non è possibile perché non si sa che tipo di bisogni ci saranno''.

Lo ha detto il presidente della Fieg, Boris Biancheri, rispondendo ad una domanda sulla vertenza contrattuale con la Fnsi a margine di una conferenza stampa sulla legge Finanziaria. Entrando nel merito Biancheri ha spiegato: ''Non siamo mai passati a trattare la parte economica. Noi abbiamo chiesto il congelamento della parte normativa per riparlarne tra due anni''. Uno dei punti di contrasto è quello della legge Biagi ''che c'è e non si può sospendere - ha spiegato il presidente -, ed è una cosa che anche giuridicamente non si può fare''. Comunque Biancheri è convinto che ''è chiaro che tutti i contratti si possono migliorare e il nostro, tra quelli dei paesi che hanno un contratto nazionale e non tutti ce l'hanno, è tra i migliori. Quindi si può congelare per due anni e poi tra due anni vediamo''. (ANSA) La Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “Le dichiarazioni del Presidente della Fieg Boris Biancheri non introducono purtroppo alcun elemento di novità nella vertenza contrattuale con la Federazione della Stampa. Prendiamo atto che Biancheri rilancia ancora una volta la prospettiva dell’accordo transitorio biennale ma rifiuta, nella sostanza, gli elementi di garanzia chiesti dalla Fnsi. Biancheri parla di una editoria a cui il Sindacato dei Giornalisti vorrebbe legare le mani. Niente di più sbagliato, perché la Fnsi ritiene che la lotta al precariato e alle forme di vero e proprio sfruttamento con cui si gestisce la cosiddetta flessibilità nelle aziende, sono i peggiori nemici della qualità e dell’indipendenza dei giornali e dell’informazione. In questo ambito l’aspetto dell’aumento retributivo, pur rilevante, non appare centrale. Intanto, alla vigilia di pesanti azioni di sciopero dei giornalisti, ci sembra opportuno sottolineare l’esigenza di una grande solidarietà della categoria attorno ai valori che rappresentiamo e che vengono messi in gioco nelle vertenze contrattali aperte. Le aziende della Fieg, le emittenti radiotelevisive di Aeranti-Corallo e l’Aran di fatto rifiutano di riconoscere il ruolo fondamentale del giornalismo libero ed autonomo. Per queste ragioni rivolgiamo un appello a tutte le colleghe ed i colleghi giornalisti a partecipare compatti allo sciopero generale della categoria ed a realizzare due giornate di silenzio per rivendicare una conclusione positiva delle vertenze contrattuali ed il rispetto del nostro ruolo sociale. Il sindacato dei Giornalisti ha ricercato e tornerà a ricercare le ragioni del confronto e delle intese, essendo consapevole di non essersi mai arroccato su posizioni di difesa corporativa, ma questo è il momento dell’azione sindacale, è il momento di dimostrare ai cittadini che difendiamo, ancora una volta, il loro diritto ad esser correttamente informati”. ''La Federazione Italiana Editori Giornali si rammarica della decisione presa stasera dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana di interrompere nuovamente la trattativa per il rinnovo del contratto giornalistico, nella consapevolezza di aver proposto, con la moratoria sulla parte normativa e la disponibilità ad un'equilibrata definizione degli aspetti retributivi, una soluzione transitoria, equa e responsabile della vertenza''. Lo spiega una nota Fieg. (ANSA - 4 novembre 2005 )

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