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Osservatorio sui media 24 Gen 2007

Benedetto XVI: “I media rispettino bambini, evitare violenza e volgarità” Serventi Longhi: “Un messaggio forte che va accolto” Siddi: "Bandire volgarità dai media. Una 'patente' per tutti gli operatori"

''Apprezzo molto le parole del Papa ed esprimo nuovamente la grande sensibilità delle organizzazioni dei giornalisti per un messaggio forte in difesa dei minori e dei soggetti più deboli. Potremo ragionare insieme all'Ordine anche sull'opportunità di una revisione della Carta di Treviso che possa consentire una migliore tutela dei bambini''. Lo dice il segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi, in merito alle parole di oggi del Papa sul rapporto tra media e minori.

''Apprezzo molto le parole del Papa ed esprimo nuovamente la grande sensibilità delle organizzazioni dei giornalisti per un messaggio forte in difesa dei minori e dei soggetti più deboli. Potremo ragionare insieme all'Ordine anche sull'opportunità di una revisione della Carta di Treviso che possa consentire una migliore tutela dei bambini''. Lo dice il segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi, in merito alle parole di oggi del Papa sul rapporto tra media e minori.

''La stragrande maggioranza dei giornalisti rispetta la Carta ma qualche recente episodio, per esempio per quanto riguarda la strage di Erba e il racconto del brutale assassinio del bambino Youssef da parte di trasmissioni non giornalistiche - aggiunge Serventi - mi sembra rendano opportuno un confronto tra editori di tv e giornali, giornalisti e associazioni di tutela dei minori e della famiglia''. (ANSA) IL MESSAGGIO DEL PAPA L'industria dei media deve ''proteggere la dignità umana e individuale'' e ''promuovere il rispetto per la necessità della famiglia'' e dei bambini. Ma gli stessi bambini devono essere educati, in primo luogo dai genitori e dalla scuola, ''ad essere selettivi nell'uso dei media''. È l'appello lanciato oggi da Benedetto XVI nel suo messaggio per la 41.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che si celebrerà il 20 maggio prossimo sul tema ''I bambini e i media: una sfida per l'educazione''. Ponendo l'accento sia sulle ''responsabilità dei media come industria'' sia sul ''bisogno di una partecipazione attiva e critica'' da parte dei fruitori, papa Ratzinger rileva che ''l'adeguata formazione ad un uso corretto dei media è essenziale per lo sviluppo culturale, morale e spirituale dei bambini'' e che ''educare i bambini ad essere selettivi nell'uso dei media è responsabilità dei genitori, della Chiesa e della scuola''. Sul fronte dei mezzi di comunicazione, poi, ''ogni tendenza a produrre programmi - compresi film d'animazione e videogames - che in nome del divertimento esaltano la violenza, riflettono comportamenti antisociali o volgarizzano la sessualità umana, è perversione, ancor di più quando questi programmi sono rivolti a bambini e adolescenti''. Da qui l'appello del Papa ''ai responsabili dell'industria dei media, affinchè formino ed incoraggino i produttori a salvaguardare il bene comune, a sostenere la verità, a proteggere la dignità umana individuale e a promuovere il rispetto per le necessità della famiglia''. L'educazione ai media di cui devono essere destinatari i bambini, comunque, secondo Benedetto XVI dovrebbe essere ''positiva''. ''Ponendo i bambini di fronte a quello che è esteticamente e moralmente eccellente - spiega -, essi vengono aiutati a sviluppare la propria opinione, la prudenza e la capacità di discernimento''. Il Papa sottolinea ''il valore fondamentale dell'esempio dei genitori e i vantaggi nell'introdurre i giovani ai classici della letteratura infantile, alle belle arti e alla musica nobile''. E se ''la letteratura popolare avrà sempre il proprio posto nella cultura'', ''la tentazione di far sensazione non dovrebbe essere passivamente accettata nei luoghi di insegnamento''. Per il Papa, ''la bellezza, quasi specchio del divino, ispira e vivifica i cuori e le menti giovanili, mentre la bruttezza e la volgarità hanno un impatto deprimente sugli atteggiamenti ed i comportamenti''. L'impegno a educare i bambini nella via della bellezza, della verità e della bontà ''può essere sostenuto dall'industria dei media solo nella misura in cui promuove la dignità fondamentale dell'essere umano, il vero valore del matrimonio e della vita familiare, le conquiste positive ed i traguardi dell'umanità''. D'altra parte, di fronte a programmi che esaltano comportamenti brutali o volgarizzano la sessualità - chiede Benedetto XVI nel messaggio diffuso nella festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti cattolici - ''come spiegare questo 'divertimento' agli innumerevoli giovani innocenti che sono nella realtà vittime della violenza, dello sfruttamento e dell'abuso?''. (ANSA) Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “Bandire le volgarità programmate e gli spettacoli della sofferenza offerti al pubblico per fare audience o cassetta dovrebbe essere regola primaria di ogni buono e serio comunicatore a prescindere dalla sua fede e dalla sua matrice culturale. Le esortazioni del Papa Benedetto XVI, nel messaggio per la 41° giornata delle comunicazioni sociali contengono un’alta riflessione capace di ispirare tutti gli operatori di buona volontà del settore: programmisti, conduttori, responsabili di palinsesti, titolari di aziende di comunicazione, giornalisti. Nello stesso tempo chiamano alla responsabilità profonda la scuola e la famiglia. Coerente con il suo richiamo costante alla cooperazione e alla corresponsabilità, Papa Benedetto XVI ripropone una questione troppo sottovalutata dal tutte le agenzie e istituzioni culturali: la “media education”, ossia la formazione ad un uso responsabile e critico dei media, perché si possa farne un uso corretto ai fini della promozione della dignità di ciascuna persona umana. L’appello alla protezione dei minori è condiviso da tempo dai giornalisti, che l’hanno fatto proprio con la Carta deontologica di Treviso, recentemente aggiornata, e inclusa tra i codici di tutela della persona all’attenzione non solo dell’Ordine professionale ma anche del Garante della Privacy. Certamente, c’è una responsabilità forte che viene proposta verso quei settori dove la ricerca del clamore, dello scoop per un business a costo di qualsiasi valore va causando grandi sofferenze. E’ arrivato il tempo di una patente etica anche, per esempio, per i responsabili di rete e dei palinsesti televisivi, dove pure si registrano già atti importanti come la qualità della carta della Rai e iniziative specifiche della Tv privata. C’è bisogno di qualcosa di più, sul piano culturale, che incoraggi tutti gli operatori a percorrere la strada della correttezza, del buonsenso umano, della lealtà, bandendo le volgarità. L’Industria dei media, anche quella dei giornali, deve fare di più. I giornalisti hanno dato più volte prova di voler fare la loro parte. Non vanno lasciati soli. Le parole del Papa vanno lette da tutti come stimolo a far di più e meglio il proprio lavoro, ricordando che le notizie hanno il loro primato ma anche allo stesso tempo che la responsabilità di porgerle al pubblico con correttezza e rispetto verso la persona, e in primo luogo verso i soggetti deboli, è un esercizio etico di alta qualificazione professionale, oltrechè morale”.

@fnsisocial

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