Azerbaijan: oltre 70 giornalisti ed operatori aggrediti durante le elezioni presidenziali
Crisi profonda per la stampa azera. Durante le elezioni presidenziali svoltesi dal 15 al 17 ottobre scorso – e che quasi certamente vedono vincitore lo stesso Primo Ministro Ilham Aliev, figlio di Heydar Aliev, Presidente in carica gravemente malato – oltre 70 giornalisti e operatori dei media sono stati ferocemente attaccati e feriti a Baku da forze dell’ordine e sostenitori del partito al governo “Yeni Azerbaijan”. Durante un comizio davanti al quartier generale del partito all’opposizione “Musavat”, critico verso la candidatura del Primo Ministro, la sera del 15 ottobre Elkhan Kerimov e Emin Huseynov, corrispondenti dell’agenzia di stampa indipendente “Turan”, sono stati aggrediti da civili non identificati; nella notte alcuni uomini che indossavano uniformi nere hanno rapito Azer Qarachenli, un giornalista del settimanale “Avropa” con sede a Baku. Il 16 ottobre, le forze speciali di polizia hanno bloccato l’accesso al quartier generale del Musavat, dove si trova la sede del quotidiano d’opposizione Yeni Musavat, hanno messo sotto controllo la redazione e lo staff del giornale è stato costretto a spostarsi presso la sede dell’Azadliq, un altro quotidiano d’opposizione. Safa Qaridov e Teymur Imanov, due giornalisti del Yeni Musavat, sono stati arrestati all’ingresso della loro redazione mentre Rauf Arifoglu, redattore capo del giornale, è stato bloccato da un gruppo di persone non identificate ma è riuscito a liberarsi. Durante tutta la giornata, migliaia di dimostranti si sono riuniti nel centro di Baku e si sono scontrati violentemente con polizia e soldati muniti di gas lacrimogeni, idranti e manganelli. Dozzine di giornalisti, pur mostrando le tessere stampa, sono stati colpiti dalle forze di sicurezza in una rivolta che è proseguita per tre ore. “E’ un assalto criminale alla libera informazione – ha commentato Aidan White, Segretario Generale International Federation of Journalists (Ifj) – ma i tentativi del governo di soffocare il dissenso pongono la questione della validità del processo elettorale e del ruolo della democrazia, in pericolo nel paese prima ancora della stampa” Fonte: Informazione Senza Frontiere Traduzione: Sara Mannocci