La copia di un articolo de “La Repubblica”, dedicato all’inchiesta sulla sospetta frode sportiva che coinvolge il Genoa. E un procuratore della repubblica, Giancarlo Pellegrino che la butta nel cestino, esprimendo pesanti giudizi. Il tutto di fronte ad un gruppo di giornalisti.
La copia di un articolo de “La Repubblica”, dedicato all’inchiesta sulla sospetta frode sportiva che coinvolge il Genoa. E un procuratore della repubblica, Giancarlo Pellegrino che la butta nel cestino, esprimendo pesanti giudizi. Il tutto di fronte ad un gruppo di giornalisti. Il motivo ? I colleghi Marco Preve e Massimo Calandri di “Repubblica”, avevano scritto dell’inchiesta, raccontando della divisione esistente tra magistrati della Procura di Genova. Differenze rese esplicite dalle stesse e mai smentite dichiarazioni dello stesso capo dell’ufficio, il procuratore Francesco Lalla. Il gesto del procuratore aggiunto Pellegrino è inaccettabile e testimonia, da un lato, lo stato di tensione esistente nella procura di Genova e, dall’altro, le ormai consolidate insofferenze nei confronti dei giornalisti da parte di alcuni magistrati genovesi, La differenza tra la cultura del giornalismo ligure e il gesto sprezzante di un magistrato sta proprio in questo fatto: noi giornalisti liguri non abbiamo mai considerato come spazzatura il lavoro della magistratura. E non gettiamo certo nei rifiuti i colleghi Marco Preve e Massimo Calandri ai quali , con tutta la redazione genovese di Repubblica, va la solidarietà non formale del giornalismo ligure. Marcello Zinola – Segretario Associazione ligure Giornalisti