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Sindacale 06 Mar 2008

Assostampa e Gruppo cronisti liguri: “Sindacato e contratti sono una cosa sola. Il governo uscente ha il dovere morale e politico di attuare le intese sul welfare”

Al mondo politico una domanda: interessa il diritto dovere a fare e rivere informazione? Se sì cancellino dai loro programmi ogni proposta liberticida e limitatrice della libertà di stampa e del diritto di cronaca senza “se” e senza “ma”.

Al mondo politico una domanda: interessa il diritto dovere a fare e rivere informazione? Se sì cancellino dai loro programmi ogni proposta liberticida e limitatrice della libertà di stampa e del diritto di cronaca senza “se” e senza “ma”.

Il sindacato dei giornalisti nelle sue diverse espressioni e anime e i contratti dei giornalismi italiani sono una cosa unica. Lo ribadiscono l’Associazione Ligure dei Giornalisti e il Gruppo Cronisti Liguri, sottolineando come l’Fnsi sia un sindacato unico e unitario, con una rinnovata e più larga maggioranza che sostiene i programmi e gli eletti nati dall’evoluzione dell’ultimo congresso della Fnsi e la necessità di giungere, senza pregiudiziali come espresso dalla Fnsi, al confronto e alla definizione del rinnovo del contratto Fnsi Fieg, di quello per l’emittenza radiotelevisiva locale denunciando i gravissimi ritardi con cui l’Aran e le strutture pubbliche interessate continuano ad affrontare il tema del primo contratto per i colleghi degli uffici stampa. A otto anni dalla approvazione della legge 150 infatti, i diversi governi e maggioranze che si sono succeduti, non hanno voluto giungere alla definizione della regolamentazione del settore, con l’ultima, si fa per dire, perla relativa alla errata definizione dei profili professionali che sta mettendo a rischio, per le posizioni strumentali assunte da molte amministrazioni, il futuro dei colleghi che già operano in questo settore. L’unicità del sindacato dei giornalisti è fondamentale, con il lavoro dei gruppi di specializzazione che non devono essere o aspirare ad essere dei sindacati di base, per la risoluzione sia dei problemi contrattuali, sia di quelli della autonomia e del diritto-dovere di fare informazione, soprattutto nei settori della cronaca. Anche il governo uscente, pur con alcuni interessanti esiti del confronto sul tema del welfare, ha gravi responsabilità nella mancata attuazione delle intese sottoscritte. La crisi di Governo, con l'interruzione della legislatura, sta creando infatti gravissimi problemi per il riassetto del lavoro giornalistico per quanto riguarda gli equilibri del welfare. Il mancato inserimento del finanziamento degli sgravi contributivi nella legge che traduceva tali accordi, rende praticamente inefficace l'accordo stesso, con grave danno per i collaboratori e i precari in genere. Il Governo, che è in carica per gli affari urgenti, ha il dovere morale e politico di procedere ad un provvedimento straordinario che possa trovare la possibilità di approvazione. E’ un atto indispensabile e fondamentale per avere un quadro normativo previdenziale coerente e perché l'intera trattativa contrattuale che deve ridefinire il piano regolatore dell'industria dell'informazione possa avere gli indispensabili riferimenti di base. Il contratto da solo non può risolvere il problema di un precariato, ma deve chiarire alle imprese, così come ai giornalisti interessati, quale sia il quadro organizzativo economico e previdenziale in cui ciascuna parte può impostare le scelte per il proprio futuro. Al mondo politico, ai diversi schieramenti impegnati nel confronto elettorale poniamo un quesito la cui risposta può essere solo un “evangelico” “sì, sì, no, non”. Interessa ai diversi schieramenti la difesa e la tutela del diritto dovere a fare e ricevere informazione? Noi giornalisti di tutti i giornalismi siamo i primi a censurare i comportamenti deontologicamente scorretti e contrari alle regole che, al di là dei vecchi ordinamenti professionali, ci siamo dati con le diverse carte di tutela dei soggetti deboli, dei minori eccetera. Ma il sindacato unitario e il gruppo cronisti da troppo tempo devono denunciare e difendere un diritto costituzionalmente garantito e da troppi dimenticato, anche da giornalisti che scelgono o hanno scelto la vita politica e parlamentare. Ecco perché, se questo diritto interessa, chiediamo a tutti, senza distinzione alcuna proprio perché siamo il sindacato e nel suo interno il gruppo cronisti, che esprime e tutela tutte le culture professionali e ideali, di cancellare ogni proposta e annuncio di riforme, progetti, leggi il cui obiettivo è limitare il diritto a fare e ricevere informazione. Concretizzando l’antico concetto del “silenziare e sopire”. Vogliamo una risposta chiara e netta, senza “se” e senza “ma”. Associazione Ligure dei Giornalisti Gruppo Cronisti Liguri

@fnsisocial

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