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Editoria 15 Giu 2010

Assemblea Mediacoop: “Senza fondi, il conto alla rovescia per le testate è iniziato” Franco Siddi: “L’informazione non è di chi governa”

Probabile chiusura di decine e decine di testate, agonia di molte altre entro il prossimo anno e migliaia di persone che rischiano il posto di lavoro. Se non si interviene subito il destino dell'editoria e dell'informazione in generale è di ''non ritorno'' e il conto alla rovescia è iniziato. Questo in sintesi, quanto emerso nel corso dell'Assemblea nazionale dell'Editoria Cooperativa oggi a Roma che ha visto la partecipazione di parlamentari, giornalisti e rappresentati delle associazioni del settore. Mediacoop che ha organizzato l'incontro sollecita il governo a prendere in mano la situazione e procedere, entro il 30 giugno,alla presentazione di un ddl di riforma del sistema della comunicazione''.

Probabile chiusura di decine e decine di testate, agonia di molte altre entro il prossimo anno e migliaia di persone che rischiano il posto di lavoro. Se non si interviene subito il destino dell'editoria e dell'informazione in generale è di ''non ritorno'' e il conto alla rovescia è iniziato. Questo in sintesi, quanto emerso nel corso dell'Assemblea nazionale dell'Editoria Cooperativa oggi a Roma che ha visto la partecipazione di parlamentari, giornalisti e rappresentati delle associazioni del settore. Mediacoop che ha organizzato l'incontro sollecita il governo a prendere in mano la situazione e procedere, entro il 30 giugno,alla presentazione di un ddl di riforma del sistema della comunicazione''.

Elisa Grande, capo del Dipartimento per l'informazione e l'editoria di Palazzo Chigi ha rilevato come il settore dell'editoria, sta attraversando ''la crisi più grave dall'81 ad oggi'' auspicando che l'impegno assunto dalla Presidenza del Consiglio sull'erogazione dei fondi all'editoria venga ''seguito dal Parlamento''. Inoltre, sottolinea ''il tavolo delle  poste, va ripreso, si deve continuare a insistere per trovare almeno una soluzione per il 2010. Ne sono consapevoli - dice – i sottosegretari Letta e Bonaiuti. Fino ad oggi il ministro dell'economia, impegnato con la manovra, non ci ha risposto.  Ma Grande ''è convinta che il a fronte di una riforma dell'editoria, prenderà degli impegni con garanzie serie per l'accesso ai finanziamenti''.

Secondo il presidente onorario di Mediacoop, Lelio Grassucci, ''occorre un provvedimento d'urgenza per ricostituire il diritto soggettivo, ripristinare gli incentivi all'emittenza locale ed ai giornali esteri, in modo da costruire le condizioni per sbloccare la trattativa poste editori sulle tariffe, detassare l'investimento incrementarle della pubblicità nella carta stampata''. E ricorda che oltre cento testate cooperative, no profit, di partito, edite e diffuse all'estero, e tante aziende dell'emittenze locale sono destinate a chiudere''. Questo, significa ''una perdita di oltre 4.500 posti di lavoro, tra giornalisti poligrafici, la scomparsa di tante testate storiche, tante voci delle comunità locali: una perdita di diritto all'informazione e per i cittadini.

Mario Salani, presidente di Mediacoop, ha tenuto a ricordare come è di questi giorni l'adeguamento del contratto Fieg Fnsi; ''un carico - ha detto - che se le grandi testate forse possono permettersi, le piccole, e comunque le cooperative no''.

Il direttore del Manifesto Norma Rangeri rileva:'' io  sono qui oggi ma non so se tra 6 mesi potrei esserci ancora. La situazione di crisi è pesantissima''.  Il segretario della Fnsi Franco Siddi  tiene a ricordare che l'informazione ''è un bene pubblico, quindi non può mancare l'intervento pubblico di sostegno''. Perché, sottolinea ''l'informazione non è una priorità di chi governa, di chi ha il più grande conflitto di interessi del mondo, dei partiti'' e soprattutto ''non deve essere intesa, come invece da parte di alcuni lo è, come un bene fastidioso o un terreno di pura lotta politica o commerciale''.

Fulvio Fammoni, coordinatore comitato per la libertà di informazione lancia una proposta: sperimentare dall'Italia quello che viene dall'approvazione dell'accordo di Lisbona a livello europeo: presentiamo un disegno di legge di iniziativa popolare per una legge per la libertà di stampa in Europa.

Polemica la presa di posizione di Beppe Giulietti, parlamentare e portavoce di Articolo 21:'' Se non si  capaci di rispondere su questioni strutturali per il settore, si decide almeno di ritirare il ddl intercettazioni che penalizza ulteriormente il settore della comunicazione. Oppure, faccio una proposta indecente e provocatoria, almeno si decida di formare un castelletto per il fondo censura sulla libertà di stampa. Le multe ai giornalisti e agli editori, mettiamole a disposizione del sistema''. Per Giulietti ''è intollerabile che si dice non ci sono i soldi e qualche ministro dice quelli che sono i giornali che non gli piacciono. Ed è commovente dire decide che deve decidere il parlamento. Attendiamo l'audizione di Bonaiuti da mesi. Sia sulle tariffe postali che sui tagli dei giornali italiani all'estero, non ci sono state risposte. Scegliamo una redazione, saliamo sui tetti, facciamoci vedere''.   (ANSA)

SIDDI, INFORMAZIONE NON E' DI CHI GOVERNA

L'informazione, sottolinea Siddi, ''non è una priorità di chi governa, di chi ha il più grande conflitto di interessi del mondo, dei partiti''. Lo ha sottolineato il segretario della Fnsi Franco Siddi intervenendo all'Assemblea nazionale dell'editoria cooperativa aderente a Mediacoop oggi a Roma.
Per Siddi occorre anzitutto riacquisire la consapevolezza che l'informazione è un bene pubblico e che quindi ''non può mancare l'intervento pubblico di sostegno''. Ma oggi è intesa, non possiamo negarlo, da alcuni come un bene fastidioso o un terreno di pura lotta politica o commerciale. I giornalisti sono visti da qualcuno come i nemici, vengono considerati attentatori della legalità'''. Siddi a tale proposito torna a  parlare di intercettazioni ricordando lo sciopero dell'8 e 9 luglio prossimi. ''Noi staremo a lungo in campo contro questo provvedimento, non ci arrendiamo''. Il sistema dell'informazione è a rischio ''strangolamento', fa notare il segretario della Fnsi ''con una  manovra che interviene sull'Inpgi, sulle pensioni, sugli investimenti dell'Istituto di previdenza dei giornalisti...''. (ANSA)

FAMMONI (CGIL), SERVE LEGGE INIZIATIVA POPOLARE EUROPEA 'PER GARANTIRE I DIRITTI DELLA LIBERA INFORMAZIONE'

Contro ''lo stillicidio di interventi verso ogni forma di informazione libera'' e ''per garantire norme che favoriscano il pluralismo'', serve ''una legge di iniziativa popolare europea per i diritti della libera informazione''. È la proposta che il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, porterà oggi alla riunione della Fnsi dove, aggiunge, ''saranno prese le decisioni di mobilitazione contro la legge bavaglio''.

Secondo il dirigente sindacale, infatti, ''è impressionante lo stillicidio di interventi del governo contro ogni forma di informazione libera (censura, tagli, concentrazione, pubblicità, Internet, ecc..). Naturalmente occorre rispondere su ogni singolo provvedimento. Ma non basta - aggiunge - perché è evidente che occorrono norme a favore del pluralismo e dello sviluppo. Questo è impedito dalle scelte del governo e dal conflitto di interessi del Presidente del Consiglio''.

Per questo Fammoni suggerisce di ''far partire dall'Italia il primo caso di una legge di iniziativa popolare europea, sulla base del trattato di Lisbona, per i diritti della libera informazione. Manca ancora colpevolmente il regolamento attuativo, ma un milione di firme raccolte in molti paesi europei, avrebbe un effetto politico molto rilevante, di cui la commissione europea non potrebbe non tener conto''.
Quella stessa commissione che, conclude, ''entro il 2010 dovrebbe proporre gli indicatori per valutare il livello del pluralismo dei mezzi di comunicazione negli stati dell'Unione che, collocheranno ancora una volta l'Italia a fondo classifica''. (ADNKRONOS)

 

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