«La sentenza del Tar del Lazio che rigetta il ricorso contro lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche del consiglio comunale di Arzano conferma uno scenario inquietante nel quale la criminalità organizzata permeava la Pubblica amministrazione in ogni sua articolazione, con concessioni che venivano date a esponenti dei clan in dispregio di qualsiasi normativa». Lo affermano, in una nota congiunta, la Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania.
«Dalle carte – aggiungono – si evidenzia, attraverso testimonianze, che l'ex sindaco era parecchio irritato per gli articoli di denuncia pubblicati dai giornalisti Mimmo Rubio e Giuseppe Bianco, tanto da ordinare alla polizia municipale ripetuti controlli su presunti abusi edilizi nelle case dei cronisti e di alcuni familiari (tutti con esito negativo). La sentenza, oltre a elencare episodi di collusione di diversi amministratori e funzionari, ripercorre anche i ripetuti episodi di minacce e aggressioni nei confronti di Rubio e Bianco: dalla lettera di minacce di morte del 24 ottobre 2018 alla bomba carta fatta esplodere sul balcone di Rubio il 29 agosto 2018».
Fnsi e Sugc, incalza il sindacato, «più volte avevano sollevato il caso di Arzano presso l'Osservatorio del ministero dell'Interno sulle minacce ai giornalisti, presso la commissione Antimafia, e, in ultimo, con il prefetto di Napoli, Marco Valentini, lo scorso 9 marzo. Riteniamo necessario – concludono Federazione nazionale della Stampa italiana e Sindacato unitario giornalisti della Campania – tenere altissima l'attenzione per salvaguardare la sicurezza dei colleghi e il diritto di cronaca e invitiamo il ministro dell'Interno a organizzare un vertice sul territorio per dare un segnale forte della presenza dello Stato».