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Sindacale 05 Ott 2007

“Annozero”: attacco di Mastella ai media Serventi Longhi: “Insopportabili intimidazioni” Usigrai: “Illegittimo chiedere cacciata Cda”

"O il Consiglio di amministrazione della Rai si dà una regola di comportamento, o attiveremo strumenti parlamentari sfiduciando questo Cda, non abbiamo alternative". È un messaggio politico forte quello che il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha lanciato in un'affollatissima conferenza stampa presso la sede dell'Udeur. Conferenza stampa convocata all'indomani di una nuova puntata di "Annozero" dedicata al caso Catanzaro con, tra gli altri, il pm De Magistris e il gip di Milano Forleo.

"O il Consiglio di amministrazione della Rai si dà una regola di comportamento, o attiveremo strumenti parlamentari sfiduciando questo Cda, non abbiamo alternative". È un messaggio politico forte quello che il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha lanciato in un'affollatissima conferenza stampa presso la sede dell'Udeur. Conferenza stampa convocata all'indomani di una nuova puntata di "Annozero" dedicata al caso Catanzaro con, tra gli altri, il pm De Magistris e il gip di Milano Forleo.

"Floris e gli altri stanno lavorando per il ritorno del Cavaliere", ha attaccato il guardasigilli, denunciando di essere vittima di un vero e proprio "linciaggio mediatico", che tra le sue conseguenze avrebbe anche un aumento delle minacce personali: "sono minacce molto serie - ha detto - parlerò con il ministro Amato per vedere se e quali forme di tutela adottare". "Noi saremo leali a Prodi fino alla fine, poi decideremo che fare", ha garantito Mastella, prima di puntare l'indice contro "i silenzi di parte della maggioranza" e l'atteggiamento di una sinistra "gaudente e intellettualmente corrosiva". Mastella ha letto l'intervento di De Magistris, a pochi giorni dalla decisione del Csm, come una possibile "intimidazione" del Consiglio, e ha rinfacciato alla Forleo l'errore fatto mandando gli atti riguardanti D'Alema al Parlamento italiano anziché a quello europeo: in ogni caso, ha ammonito, i magistrati "devono giudicare" e non "attaccare la politica". E "non sono stato certo io a volere la separazione delle carriere". Frontale anche l'attacco all'intero staff della trasmissione: "la gente sa quanto guadagniamo noi politici, ma nessuno sa davvero quanto guadagnano, ad esempio, Travaglio e Santoro", ha detto Mastella, sottolineando come il governo debba "fare molto, è vero, soprattutto per quei 7 milioni di italiani che non hanno, come la signorina Borromeo, ville di famiglia e isole su qualche lago". C'è stato spazio anche per un finto outing, sempre dedicato a Travaglio: "è vero, sono iscritto a una loggia massonica". Ma il numero di tessera, 52947, è in realtà la sua data di nascita: il 5 febbraio del 1947. Nel frattempo, sul caso "Annozero" è intervenuto anche il presidente del Consiglio, Romano Prodi: "credo che la trasmissione non abbia avuto quelle doti di concretezza e serenità che deve avere una trasmissione che riguarda i problemi della giustizia. Per il resto nessuno - ha precisato il premier - ha mai pensato a limitare e a restringere la libertà di una trasmissione, anzi ben vengano anche le osservazioni e le critiche". (AGI) Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “L’attacco di una parte del mondo politico all’informazione è ormai diventato insopportabile. E’ quindi necessaria una seria riflessione, ma anche una vera mobilitazione, dei giornalisti contro tutti gli episodi di insofferenza da parte di chi detiene il potere politico ed economico nei confronti di chi esercita correttamente il diritto-dovere di informare. La violenta requisitoria del Ministro della Giustizia nei confronti di giornalisti come Michele Santoro e Giovanni Floris, colpevoli di fornire un’informazione veritiera, fatta di testimonianze dirette e di fatti comprovati, rappresenta uno dei più gravi atti contro la libertà dell’informazione. Le interviste ai magistrati Forleo e De Magistris hanno consentito di conoscere in maniera diretta le loro posizioni sulle vicende di cui sono protagonisti. Raccogliere le opinioni di alcuni magistrati è non solo legittimo ma doveroso per un giornalista. Ricordo le esternazioni bulgare dell’allora Presidente del Consiglio Berlusconi contro Santoro e Luttazzi e le censure contro Sabina Guzzanti ed altre donne e uomini di spettacolo, giornaliste e giornalisti. E’singolare che Mastella, ministro di un Governo che avrebbe dovuto riformare le leggi sulla comunicazione varate dall’esecutivo Berlusconi, usi strumenti analoghi di intimidazione chiedendo addirittura di sfiduciare il Consiglio di Amministrazione della Rai e insultando la professionalità di colleghe e colleghi giornalisti. Più volte Michele Santoro ha apertamente criticato il nostro Sindacato; non eravamo d’accordo ma non per questo abbiamo fatto inutili polemiche. Ma oggi respingiamo l’offensiva di pezzi importanti del Governo e dell’opposizione, difendiamo il diritto di cronaca contro leggi pericolose come quella sulle intercettazioni. Cerchiamo il confronto, il dialogo con tutti coloro che criticano, i nostri organi di autogoverno deontologico vigilano anche sugli errori, sempre possibili, dei giornalisti, ma chiediamo rispetto per la nostra professione. Non siamo i figli dell’antipolitica ma sosteniamo una informazione che con coraggio, in televisione, alla radio, nei giornali, nel web, sia capace di denunciare le responsabilità della cattiva politica.” Il ministro della Giustizia Clemente Mastella può decidere di tutelarsi in sede civile contro Annozero, ma non è legittimo che chieda di cacciare il cda Rai: è questa, in sintesi, la posizione dell'Usigrai sulle polemiche legate alla puntata di ieri del programma di Michele Santoro. ''Il ministro Mastella - afferma in una nota l'esecutivo Usigrai - si lamenta per un presunto processo di piazza subito in trasmissioni Rai ed in particolare in Annozero, di ieri ma reagisce minacciando di sottoporre il servizio pubblico ad un processo politico. La ragion di parte, i muscoli dei numeri che passano da uno schieramento all'altro per impedire il racconto senza censure di ciò che accade nel paese. Addirittura il Presidente del Consiglio Prodi diventa critico televisivo, basando, però, i suoi giudizi sui 'resoconti' o più verosimilmente sui conti dei numeri della maggioranza''. ''È per noi doveroso - continua il sindacato dei giornalisti Rai - fermarsi sulla soglia del dibattito politico. Dobbiamo però chiedere con fermezza quali regole possano essere imposte ad li la di quelle che già, sacrosante, esistono e cioè obiettività, imparzialità, completezza, che è sostanziata dal diritto di replica. Nel caso specifico di ieri il ministero era rappresentato dal sottosegretario Scotti cui è stato sicuramente lasciato il tempo necessario per illustrare una posizione. Lo stesso Mastella pochi giorni fa è stato ospite da Bruno Vespa. Per quanto riguarda altri limiti sono nel codice penale e il ministro certo ben li conosce e sa che, come qualunque altro cittadino, se vuole essere uguale a qualunque altro cittadino, può agire anche in sede civile. Non è legittimo invece - conclude la nota - chiedere la cacciata del consiglio di amministrazione, istigandolo ad autorizzazioni o censure preventive che la Costituzione vieta''. (ANSA)

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