La polizia sta effettuando una perquisizione su mandato della Procura negli uffici della redazione siciliana della Repubblica. Ferma condanna da parte dela Fnsi, del Cdr del quotidiano, dell'Unione Cronisti e dell'Ordine dei Giornalisti della Sicilia, contro un atto giudicato intimidatorio e censorio nei confronti di tre colleghi che hanno fatto solo il loro lavoro esercitando il diritto dovere d'informare i cittadini, in questo caso sulle indagini sulla mafia
L'ipotesi di reato e' quella di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio, in relazione alla pubblicazione sul quotidiano di oggi del cosiddetto ''libro mastro'' del boss mafioso Salvatore Lo Piccolo. Gli agenti stanno portando via i computer di alcuni giornalisti. Lo dice il segretario provinciale della sezione di Palermo dell'Associazione siciliana della Stampa, Enrico Bellavia. ''Ancora una volta - dice Bellavia - si colpisce duramente chi con coscienza e professionalita' esercita il diritto dovere di informare l'opinione pubblica. Fermo restando il rispetto per il lavoro dei magistrati, non si puo' non rilevare come simili provvedimenti finiscano per ledere il lavoro dei colleghi e costituiscano un deterrente, per nulla confortante, per quanti con passione e abnegazione si dedicano al lavoro di cronisti. Della qual cosa dovrebbero preoccuparsi in primo luogo i cittadini''. (ANSA) La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “Le perquisizioni e i sequestri dei computer di due colleghi della redazione di la Repubblica di Palermo, ordinate dalla Procura del capoluogo siciliano, sono sconcertanti e assolutamente inaccettabili. A fronte di giornalisti che legittimamente compiono il loro dovere informando i cittadini su fatti e documenti di pubblico interesse, come aspetti importanti dell’inchiesta sul boss mafioso Salvatore Lo Piccolo, la Procura anziché indagare su eventuali fughe di notizie dai suoi uffici colpisce i giornalisti con un’azione che assume il carattere della ritorsione e dell’intimidazione. Evidentemente neanche l’acuta considerazione fatta pochi giorni fa dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, secondo il quale quando “un giornalista è in possesso di una notizia la pubblica”, perché questo “è diritto di cronaca che è pure tutelato dalla Costituzione”è servita a nulla. A questo punto è urgentissimo fermare questa deriva e dissolvere al più presto - come chiesto dalla Fnsi appena dieci giorni fa relativamente all’inchiesta napoletana per tv e voti – il clima cupo che grava sul diritto-dovere dei giornalisti di informare. A Palermo si sta addirittura bloccando l’attività di un giornale. Oltre ai sequestri in redazione sono state disposte perquisizioni nelle abitazioni dei giornalisti Francesco Viviano e Alessandra Ziniti. E’ stato, inoltre, ordinato il sequestro dell’hard disk del caporedattore peraltro in questi giorni non in servizio. Si tratta di vere e proprie intromissioni non solo nella vita personale dei singoli giornalisti ma sul funzionamento di un giornale, e quindi sulla libertà di stampa, determinando un vulnus nei confronti dell’informazione, bene costituzionalmente protetto. Ai colleghi di la Repubblica va la piena solidarietà della Fnsi che su questa, come su altre vicende simili, non si farà mettere nessun bavaglio. La Fnsi rinnova, quindi, la richiesta di un urgente incontro al Csm perché siano fatte rispettare le regole che devono assicurare all’informazione, in condizioni di rispetto e di indipendenza, la propria funzione di garanzia democratica”. "I cronisti Francesco Viviano e Alessandra Ziniti pubblicando oggi le notizie relative al cosiddetto 'libro mastro' di Salvatore Lo Piccolo hanno esercitato con professionalita' il diritto-dovere di cronaca". Lo ha dichiarato il presidente dell'Unci Sicilia, Leone Zingales. "Con la perquisizione nella sede palermitana de La Repubblica e delle abitazioni dei due giornalisti e con il relativo sequestro dei computer -ha proseguito Zingales- la polizia giudiziaria ha colpito ancora una volta chi fa il proprio mestiere nel rispetto delle regole. Come abbiamo sempre riferito in occasioni simili, non sono i giornalisti i responsabili delle fughe di notizie, che, invece, vanno cercati altrove". (AGI) 'La liberta' di stampa ancora una volta sotto attacco. Oggi, nella redazione di Palermo di Repubblica, la polizia su mandato della procura ha sequestrato i computer dei colleghi Franco Viviano, Alessandra Ziniti e del caporedattore Enzo d'Antona, di fatto paralizzando il lavoro giornalistico, e in seguito ha perquisito le abitazioni di Viviano e Ziniti. Il provvedimento, dopo la pubblicazione su Repubblica di un servizio su mafia e appalti relativi all'inchiesa sul boss Lo Piccolo. A scadenze ravvicinate, con frequenza allarmante, si ripetono episodi di questo genere che, nella sostanza, ledono il principio della liberta' di stampa'. Lo afferma in una nota il Comitato di Redazione del quotidiano che, 'nel suo ruolo di rappresentante di tutti i giornalisti di Repubblica, denuncia questi episodi come veri e propri atti intimidatori e ha gia' dato mandato agli organismi sindacali della FNSI di tutelare e difendere, in tutti i modi possibili, il diritto d'informazione e il diritto per i colleghi Viviano, Ziniti e d'Antona e per tutti i giornalisti, di continuare a svolgere senza alcun tipo di censura il proprio lavoro. Il ripetersi di questi atti sta compromettendo uno dei diritti fondamentali della democrazia: l'informazione non condizionata da alcun potere'. (AGI) "Pagano sempre e solo i giornalisti", lo ha detto il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, Franco Nicastro, dopo la perquisizione della redazione di "Repubblica", a Palermo. "L'iniziativa della magistratura - dice ha aggiunto Nicastro - rientra nelle iniziative prevedibili e routinarie con le quali si finisce per colpire solo da una parte e purtroppo con effetti paralizzanti per l'informazione. I cronisti, a cui va la solidarieta' dei colleghi, hanno in questo caso esercitato nient'altro che un loro compito. E nel rispetto di un principio fondamentale della professione in base al quale il giornalista e' tenuto a riportare tutte le notizie di cui viene a conoscenza, anche e soprattutto nell'interesse del pubblico". (ITALPRESS)