Secondo l'associazione francese Reporteres Sans Frontieres sono 121 i giornalisti imprigionati in questo momento in tutto il mondo. La loro condizione è uno dei parametri presi in esame per valutare lo stato dei diritti umani nei vari Paesi e quindi il loro livello di democrazia.
La maggior parte di questi casi riguarda Nazioni rette da dittature o regimi autoritari. Uno riguarda l'Italia: è quello del collega Mario Spezi, arrestato dalla Procura di Perugia due settimane fa e tenuto a lungo in isolamento assoluto, addirittura con il divieto di vedere i propri legali. Negati gli arresti domiciliari, perché, si dice, potrebbe inquinare le prove. I difensori di Spezi hanno dovuto fare istanza perché il collega potesse esercitare il diritto di voto e la moglie ha dovuto attendere giorni per potergli fornire un ricambio di abiti. A Mario Spezi viene rimproverato il fatto di aver tenuto un atteggiamento critico nei confronti delle indagini sui delitti del maniaco delle coppiette di Firenze e, si dice, di aver dato visibilità con i suoi scritti a piste investigative alternative. Nessuna di queste accuse ci sembra configurare reati. Manifestare critiche nei confronti degli indirizzi di un'indagine e proporne di alternative sono diritti pienamente garantiti nelle democrazie dalla libertà di espressione e dalla libertà di stampa sancite dalle carte costituzionali. Non conosciamo i concreti elementi su cui si fondano le accuse degli inquirenti nei confronti di Mario Spezi, ma ci auguriamo che, nella prossima udienza, gli organi competenti vogliano almeno concedergli la libertà, attenuando delle misure detentive che risultano con ogni evidenza di una durezza inusitata in casi simili e suscitano pesanti dubbi di legittimità. Spezi non è il primo giornalista fiorentino accusato dagli inquirenti nel corso delle nuove indagini sui delitti delle coppiette. Due anni fa toccò al collega Giovanni Spinoso rispondere in tribunale di pesanti accuse di depistaggio e di frode processuale per la sua visione critica dello sviluppo dell'inchiesta. Spinoso è stato poi assolto con formula piena e le scuse del magistrato inquirente. Non vorremmo che di qui alla fine dell'inchiesta dovessero rischiare di finire sul banco degli imputati tutti coloro che con i loro scritti manifestano dubbi o critiche sull'andamento delle indagini. Grave preoccupazione per il modo con cui sono stati trattati dagli inquirenti, manifestano anche lo scrittore americano Douglas Preston , coautore con Spezi del nuovo libro sul serial killer fiorentino appena uscito e l'inviato della Stampa Vincenzo Tessandori che ha firmato un lungo reportage sulla vicenda ed è stato contattato dai titolari dell'inchiesta alla vigilia della pubblicazione. Dopo aver già espresso la nostra solidarietà al momento dell'arresto di Mario, facciamo adesso appello ai giornalisti italiani perché riflettano su quanto si sia indebolita la nostra professione negli ultimi anni e di come sia quindi necessaria e urgente una risposta compatta e unitaria a minacce di questo tipo che si fanno sempre più frequenti. Invitiamo anche il mondo delle istituzioni a riflettere su come il ruolo di una stampa indipendente e garantita nel proprio diritto alla critica sia un elemento centrale per il corretto funzionamento di una democrazia. E infine, vogliamo richiamare Il Consiglio Superiore della Magistratura e il Ministero degli Interni a valutare se le procedure seguite in tutta questa vicenda e lo spirito che le anima, siano compatibili con i principi sanciti dall'articolo 21 della Costituzione che fa salvo il diritto di espressione per ogni cittadino, ma anche se vadano d'accordo con il più banale buonsenso e la reputazione del nostro Paese a livello internazionale. Carlo Bartoli pres. Associazione Stampa Toscana Massimo Lucchesi pres. Ordine dei Giornalisti della Toscana Stefano Marcelli pres. Information Safety and Freedom Stefano Sieni Ordine Nazionale Giornalisti