Il tribunale di Roma ha respinto le eccezioni della difesa e ha riconosciuto l'ammissione della Federazione nazionale della Stampa italiana come parte civile nel processo per le aggressioni neofasciste contro i cronisti dell'Espresso Federico Marconi e Paolo Marchetti. In aula, a rappresentare la Fnsi, c'erano il presidente Giuseppe Giulietti e il segretario generale aggiunto Vittorio Di Trapani assieme all'avvocato Giulio Vasaturo. «Quella del tribunale di Roma è una decisione importante perché è la seconda volta, dopo il processo Rocchelli a Pavia, che la Fnsi viene riconosciuta come parte civile. Una decisione importante anche perché i due ragazzi non sono iscritti all'Ordine e al sindacato. Questo significa che il tribunale ha riconosciuto in pieno l'articolo 21 della Costituzione e il diritto della Fnsi ad essere parte civile quando viene leso il diritto a informare e a essere informati», è il commento del presidente Giulietti e del segretario aggiunto Di Trapani alla decisione della prima sezione collegiale nell'ambito del processo a carico di due militanti di estrema destra accusati dell'aggressione ai danni dei due reporter dell'Espresso avvenuta il 7 gennaio scorso nel cimitero del Verano a Roma.
«Un ringraziamento all'avvocato Vasaturo, all'associazione Articolo21, ai giornalisti della rete NoBavaglio, all'Usigrai, all'associazione Carta di Roma, a Libera contro le mafie, che hanno voluto essere presenti e far sentire la loro solidarietà ai colleghi. È fondamentale non lasciare soli cronisti colpiti e minacciati», concludono Giulietti e Di Trapani.
Accolta anche la costituzioni di parte civile del gruppo Gedi. «Ci siamo costituiti parte civile perché Forza Nuova e Avanguardia Nazionale con il loro comportamento ci hanno contestato 'il divieto a informare'. Per questo come Espresso e Gruppo Gedi ci siamo sentiti colpiti. Nessuno ci può impedire di informare i cittadini, noi da sempre siamo un giornale imparziale con le notizie», afferma il vicedirettore dell'Espresso, Lirio Abbate, dopo il via libera del tribunale all'istanza.
Per il segretario generale Raffaele Lorusso, impegnato a Firenze al convegno 'Informazione sotto scorta', la costituzione di parte civile della Fnsi nel processo «è un grande risultato, e soprattutto un messaggio a tutti quelli che pensano in vario modo di poter intimidire la stampa e colpire i giornalisti. Negli ultimi tempi - sottolinea Lorusso - abbiamo assistito a un fenomeno che qualcuno ha cercato di derubricare a fenomeno di folclore, colleghi che sono finiti nel mirino di gruppi neonazisti o neofascisti che si sono ricostituiti o che stanno cercando di ricostituirsi: quello non è folclore, è un fenomeno sul quale bisogna accendere i riflettori così come sui fenomeni mafiosi».