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Aggressione neofascista ai cronisti dell'Espresso, la Fnsi parte civile
Minacce 21 Ott 2019

Aggressione ai cronisti dell'Espresso, la Fnsi parte civile

Il tribunale di Roma ha respinto le eccezioni della difesa e ha riconosciuto l'ammissione del sindacato nel processo. Al fianco di Federico Marconi e Paolo Marchetti erano presenti in aula il presidente Giuseppe Giulietti, il segretario generale aggiunto Vittorio Di Trapani e l'avvocato Giulio Vasaturo.

Il tribunale di Roma ha respinto le eccezioni della difesa e ha riconosciuto l'ammissione della Federazione nazionale della Stampa italiana come parte civile nel processo per le aggressioni neofasciste contro i cronisti dell'Espresso Federico Marconi e Paolo Marchetti. In aula, a rappresentare la Fnsi, c'erano il presidente Giuseppe Giulietti e il segretario generale aggiunto Vittorio Di Trapani assieme all'avvocato Giulio Vasaturo. «Quella del tribunale di Roma è una decisione importante perché è la seconda volta, dopo il processo Rocchelli a Pavia, che la Fnsi viene riconosciuta come parte civile. Una decisione importante anche perché i due ragazzi non sono iscritti all'Ordine e al sindacato. Questo significa che il tribunale ha riconosciuto in pieno l'articolo 21 della Costituzione e il diritto della Fnsi ad essere parte civile quando viene leso il diritto a informare e a essere informati», è il commento del presidente Giulietti e del segretario aggiunto Di Trapani alla decisione della prima sezione collegiale nell'ambito del processo a carico di due militanti di estrema destra accusati dell'aggressione ai danni dei due reporter dell'Espresso avvenuta il 7 gennaio scorso nel cimitero del Verano a Roma.

«Un ringraziamento all'avvocato Vasaturo, all'associazione Articolo21, ai giornalisti della rete NoBavaglio, all'Usigrai, all'associazione Carta di Roma, a Libera contro le mafie, che hanno voluto essere presenti e far sentire la loro solidarietà ai colleghi. È fondamentale non lasciare soli cronisti colpiti e minacciati», concludono Giulietti e Di Trapani.

Accolta anche la costituzioni di parte civile del gruppo Gedi. «Ci siamo costituiti parte civile perché Forza Nuova e Avanguardia Nazionale con il loro comportamento ci hanno contestato 'il divieto a informare'. Per questo come Espresso e Gruppo Gedi ci siamo sentiti colpiti. Nessuno ci può impedire di informare i cittadini, noi da sempre siamo un giornale imparziale con le notizie», afferma il vicedirettore dell'Espresso, Lirio Abbate, dopo il via libera del tribunale all'istanza.

Per il segretario generale Raffaele Lorusso, impegnato a Firenze al convegno 'Informazione sotto scorta', la costituzione di parte civile della Fnsi nel processo «è un grande risultato, e soprattutto un messaggio a tutti quelli che pensano in vario modo di poter intimidire la stampa e colpire i giornalisti. Negli ultimi tempi - sottolinea Lorusso - abbiamo assistito a un fenomeno che qualcuno ha cercato di derubricare a fenomeno di folclore, colleghi che sono finiti nel mirino di gruppi neonazisti o neofascisti che si sono ricostituiti o che stanno cercando di ricostituirsi: quello non è folclore, è un fenomeno sul quale bisogna accendere i riflettori così come sui fenomeni mafiosi».

@fnsisocial

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