«I talebani rastrellano i giornalisti afghani casa per casa, seguendo una lista nera su cui sono segnate tutte le persone con sospetti legami con la precedente amministrazione o con le forze guidate dagli Stati Uniti». Questo quanto riportato dal rapporto dell'Easo, l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo, sull'evoluzione della situazione in Afghanistan, sulla base di un insieme di testimonianze di giornalisti e operatori delle organizzazioni internazionali presenti sul campo. Secondo la relazione, ci sarebbe ancora «un numero molto elevato di individui presi di mira dalle nuove autorità. Per completare questa lista nera i talebani sarebbero in contatto con le moschee locali e gli uffici di polizia per ricevere informazioni sulla popolazione».
«La situazione dell'informazione inoltre è drammatica, con oltre 100 media che hanno smesso di funzionare lo scorso mese e decine di televisioni e radio che hanno interrotto le loro trasmissioni o sono state sequestrate dai talebani costringendo diverse centinaia di giornalisti afghani a lasciare il Paese», spiega il rapporto.
«I media ancora operativi lavorano in conformità con le nuove condizioni stabilite dai talebani ma le promesse talebane di libertà di stampa possono essere considerate solo con il massimo scetticismo», aggiungono dall'Easo.
Stando al rapporto, la scarsa presenza di stampa internazionale rende accessibili solo alcune notizie da Kabul ma ha «completamente oscurato la situazione nelle province fuori dalla capitale». (Ansa)