È morta nella serata di domenica 26 settembre, dopo una lunga malattia, Marida Lombardo Pijola, giornalista di lungo corso e di grande impegno civile, che nella sua carriera, cominciata a Bari, dove era nata il 2 aprile 1956 e proseguita a Roma, prima alla Gazzetta del Mezzogiorno, poi, per quasi trent'anni, al Messaggero e ultimamente al Corriere edizione Roma, si è occupata di cronaca, in particolare quella giudiziaria italiana.
Vicina ai temi dell'adolescenza è stata anche scrittrice: "Ho dodici anni, faccio la cubista, mi chiamano Principessa¯ (Bompiani), che raggiunse nel 2007 ben 17 edizioni è un best seller, cui seguirono un saggio sull'adolescenza e due romanzi: "L'età indecente" (Bompiani) e "L'imperfezione delle madri" (La nave di Teseo).
Firma di punta del Messaggero coprì da inviata speciale tanti eventi di cronaca comprese le stragi di Falcone e Borsellino. Proprio giovane, sorridente, con gli occhi belli e con il blocchetto in mano a prendere appunti parlando con Giovanni Falcone è l'immagine che sta circolando in queste ore sui social tra i tanti che l'hanno conosciuta e apprezzata.
Fece epoca la sua grande inchiesta sull'adolescenza violata tra discoteche e scuole di Roma, da cui poi scaturì il libro d'esordio, storie di adolescenti che, all'insaputa dei genitori, si cambiavano d'abito e diventavano regine del ballo sui cubi nelle discoteche. Spesso ospite in tv come opinionista aveva anche condotto "Questioni di famiglia" su Rai 3. (Ansa)