Se n'è andato nella notte tra giovedì 21 e venerdì 22 novembre 2024 Gianpaolo Boetti, punto di riferimento dei giornalisti torinesi. Ne dà notizia l'Associazione Stampa Subalpina. «Se n'è andato lasciandoci tutti più poveri, privi dei suoi consigli e dei suoi insegnamenti, e al contempo più ricchi e grati, proprio perché li abbiamo potuti avere», si legge sul sito web del sindacato regionale. Nato a Carcare, Savona, nel 1942, avrebbe compiuto 83 anni il 10 gennaio 2025. Invece non ce l'ha fatta, vinto da una lunga malattia.
Boetti aveva interrotto gli studi in seconda liceo classico, per diventare presto correttore di bozze e poi praticante alla gloriosa Gazzetta del Popolo. Professionista dal 1970 nella redazione esteri, partecipa all'autogestione della Gazzetta e ne diventa redattore capo sotto la direzione di Michele Torre.
Dopo la chiusura del giornale, nel 1984 passa a La Stampa, redazione cronache italiane. Col direttore Scardocchia diventa caposervizio, con Mieli vicecaporedattore, con Mauro redattore capo, incarico che manterrà fino alla direzione Sorgi e alla pensione, nel 2002.
Collabora poi alla realizzazione di un progetto di avvicinamento al giornalismo nel liceo classico Alfieri di Torino; in occasione dei 160 anni dalla fondazione della Gazzetta del Popolo raccoglie le testimonianze di chi nel giornale ha lavorato e pubblica il volume 'Gazzetta del Popolo - Le voci dentro'.
E si spende nell'impegno sindacale e nelle istituzioni della categoria, diventando due volte consigliere nazionale dell'Ordine e consigliere dell'Inpgi.
«Chi ha incontrato Gianpaolo ha appreso qualcosa, qualcosa sul giornalismo, qualcosa sul senso della vita», scrive ancora la Subalpina, che con «i suoi dirigenti, tutte le colleghe e i colleghi, sinceramente addolorati, si stringe a Cristina e alla famiglia di Gianpaolo».
Alla moglie, la giornalista Cristina Caccia, alla famiglia e ai colleghi giunga anche l'abbraccio grande e commosso di tutta la Federazione nazionale della Stampa italiana.