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Bruno Segre nel 2021 (Foto da streaming Centro Pestelli)
Lutto 29 Gen 2024

Addio a Bruno Segre, giornalista e avvocato. Fu partigiano e protagonista di battaglie civili

Torinese, dopo la Liberazione iniziò a lavorare come cronista per 'L'opinione' e per altre testate. Nel 1949 fondò 'L'Incontro', giornale che diresse fino al 2018. È stato consigliere dell'Ordine dei giornalisti di Piemonte-Valle d'Aosta e consigliere nazionale della Fnsi. Aveva 105 anni.

L'avvocato e giornalista torinese Bruno Segre, ex partigiano, intellettuale di sinistra impegnato in tante battaglie civili (dall'obiezione di coscienza al divorzio), attivista militante nel segno dell'antifascismo e della laicità, è morto sabato 27 gennaio 2024 all'età di 105 anni.

Nato a Torino il 4 settembre 1918, si laurea in legge il 15 giugno 1940, ma a causa delle leggi razziali (essendo figlio di genitore ebreo) non può esercitare la professione di avvocato e si mantiene dando lezioni private, compilando tesi di laurea e scrivendo articoli per periodici firmandosi con lo pseudonimo "Sicor".

Nel 1942 viene arrestato per disfattismo politico ed è detenuto per alcuni mesi nel carcere torinese Le Nuove. Nel settembre del 1944 viene nuovamente arrestato e condotto alla caserma torinese di via Asti, sede dell'Ufficio politico investigativo della Guardia nazionale repubblicana. Lasciato libero, Segre si arruola con il nome di battaglia "Elio" nelle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà nella Val Grana e partecipa alla liberazione di Caraglio, nel Cuneese.

Dopo la Liberazione, Segre lavora come cronista per "L'opinione" e per altre testate giornalistiche. Inizia a esercitare la professione di avvocato e si distingue nella battaglia legale per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza. Segretario dell'Associazione torinese contro l'intolleranza e il razzismo, nel 1949 fonda "L'Incontro", giornale impegnato nel campo della difesa dei diritti civili, contro il razzismo e l'antisemitismo, per il disarmo e la pace nel mondo, che dirige fino al 2018.

Dal 1958 al 1968 è consigliere degli Ospedali Psichiatrici di Torino, Collegno, Grugliasco. Poi consigliere dell'Ordine regionale Piemonte-Valle d'Aosta dei giornalisti e consigliere nazionale della Federazione nazionale Stampa italiana.

Si è impegnato inoltre come giornalista, militante e avvocato nella battaglia sul divorzio condotta nelle strade, nei teatri, nei dibattiti sui giornali, con iniziative talora clamorose.

La camera ardente si terrà martedì 30 gennaio, dalle ore 11 alle 14.30, al Polo del 900 di Torino, in via del Carmine. La salma sarà poi trasferita alle ore 15 per l'ultimo saluto al Cimitero Monumentale, con una cerimonia laica al tempio crematorio.

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