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Giudiziaria 30 Ago 2007

A sei anni dal barbaro assassinio di Maria Grazia Cutuli il processo rischia di non potere essere celebrato

La Cassazione ha annullato la richiesta di rinvio a giudizio per i sei afgani accusati di aver assassinato barbaramente l'inviata del “Corriere della sera”, Maria Grazia Cutuli, sei anni fa, durante un agguato, mentre cercava di fare il suo mestiere di attenta reporter su quanto stava avvenendo in Afghanistan. Come hanno denunciato i suoi legali e i suoi familiari, la parte italiana del processo rischia così di non poter essere celebrata

La Cassazione ha annullato la richiesta di rinvio a giudizio per i sei afgani accusati di aver assassinato barbaramente l'inviata del “Corriere della sera”, Maria Grazia Cutuli, sei anni fa, durante un agguato, mentre cercava di fare il suo mestiere di attenta reporter su quanto stava avvenendo in Afghanistan. Come hanno denunciato i suoi legali e i suoi familiari, la parte italiana del processo rischia così di non poter essere celebrata

Immediata è stata la presa di posizione di Articolo 21, attraverso una nota del suo portavoce Giuseppe Giulietti: “Al di là dell'interpretazione delle norme chiunque abbia a cuore il rispetto per la memoria di Maria Grazia e per l'ansia di giustizia e di verità che anima non solo i suoi familiari, i suoi amici, i suoi colleghi ma anche tanti cittadini italiani, non può che augurarsi e di impegnarsi, affinchè l'archiviazione non abbia luogo ed il processo possa svolgersi regolarmente. Per queste ragioni, Articolo 21 proporrà a tutte le associazioni dei giornalisti di promuovere un'azione congiunta nei confronti delle autorità istituzionali, perchè, nel pieno rispetto dell'autonomia, si trovino le soluzioni più idonee per impedire che si consumi un nuovo oltraggio postumo nei confronti di Maria Grazia Cutuli. Siamo sicuri che l'intero sistema dei media impedirà che cada il silenzio su questa vicenda". “Che la Cassazione abbia rigettato la richiesta del Pm Italo Normanni - ha affermato Mario Cutuli, fratello della giornalista assassinata - era prevedibile. Semmai il problema era nato a marzo, con la richiesta di notifica agli imputati afgani (di cui è difficile risalire alla loro reperibilità, trovandosi in località semisconosciute dell’Afghanistan) di chiusura indagine da parte del Gup di Roma. Il processo finora non è andato male e per questo continuiamo a sostenere l’operato del giudice Ormanni. Questo blocco, però, rappresenta un vizio procedurale che rallenterà un po’ tutto il processo. Il nostro rammarico rimane, comunque, per i tempi lungi del procedimento, dovuto essenzialmente alle lungaggini della burocrazia nella giustizia: sono passati già sei anni dal delitto di Maria Grazia! Soprattutto in casi di processi internazionali, che sempre più spesso vedono coinvolti cittadini italiani, sembra quasi che il sistema giudiziario e burocratico si aggrovigli a spirale su se stesso. Questo passaggio non bloccherà certo il percorso della giustizia, ma lo rallenterà ulteriormente. Si farà ora il tentativo di notificare la chiusura indagine agli imputati e poi il corso del processo potrà riprendere”. (da www.articolo21.info)

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