Il primo pensiero del presidente uscente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, è per il suo predecessore, Santo Della Volpe. Poi il ricordo di Piero Agostini, Miriam Mafai, Santerini e tanti altri testimoni del progresso morale del sindacato e la riflessione: «Non c'è futuro senza rispetto della memoria».
Quindi l'attacco a chi ha «nutrito la campagna diffamatoria contro Andrea Camporese» e il ringraziamento a Michele Albanese, Paolo Borrometi e agli altri colleghi e colleghe minacciati, «che con il loro coraggio si guadagnano, ogni ora, l'incommensurabile dignità umana e civile», dice Giulietti, perché «sotto scorta dovrebbero finire i mafiosi e non i giornalisti».
E ancora, rivolto agli esponenti di governo: «Nessuno può dirci 'sciacalli o puttane'» e: «Bonafede fai il tariffario, basta con le chiacchiere».
A fine intervento gli obiettivi raggiunti: il manifesto di Venezia, il rilancio della carta di Roma e quella, ultima, di Assisi, le giornate di lotta con don Ciotti. «Grazie a chi lavora nel sindacato offrendosi senza nessun interesse personale», aggiunge.
In chiusura una citazione Calamandrei, «La libertà è come l’aria: ti accorgi quanto vale quando incomincia a mancare», e la richiesta di «un applauso agli uomini e alle donne delle forze dell'ordine, che sono quelli che garantiscono la libertà di pensiero e di azione, rischiando la vita».