Il Manifesto di Venezia ha cambiato, in cinque anni, il racconto della violenza di genere. Per questo deve essere rilanciato, per una cultura della narrazione senza stereotipi e ricostruzioni che possono determinare una rivittimizzazione secondaria. La Commissione Pari Opportunità, riunita a Roma, nella sede della Fnsi, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ha analizzato il percorso di questo fondamentale strumento culturale e di formazione per la categoria, ribadendo la necessità di un rilancio, nelle redazioni, nei corsi e nelle scuole di giornalismo.
«Proprio alla luce dei contenuti e dei valori del Manifesto è sempre più necessario attivare l'Osservatorio dei media, di cui esiste un progetto dettagliato, che Cpo Fnsi, Cpo Usigrai, Cpo Cnog e Giulia Giornaliste presenteranno alla ministra per le Pari opportunità Eugenia Roccella, cui è stato chiesto un incontro», è stato anticipato, fra l'altro, nel corso dell'incontro.
«L'approvazione della commissione Bicamerale, come le maggiori risorse per centri antiviolenza e case rifugio dimostrano la volontà, unanime, di implementare l'attenzione, gli strumenti e i finanziamenti per affrontare questa grave emergenza sociale e il ruolo dell'informazione è essenziale, anche per una messaggio di prevenzione e per illuminare le situazioni positive», si è convenuto.
Nella Giornata internazionale, la Cpo Fnsi ha ribadito quindi l'impegno contro l'hate speech nei confronti delle giornaliste, con attacchi sessisti che delegittimano il lavoro di molte colleghe, minacce, molestie che si intersecano con la disinformazione.
«L'invito, come per la violenza di genere, è sempre denunciare i molestatori, non tacere e chiedere di individuarli e sanzionarli: la Fnsi, la Cpo, con la rete creata con le altre Cpo e l'associazione Giulia, è sempre pronta a garantire scorta mediatica e costituzione di parte civile», ha sottolineato, collegato da remote, il presidente Giuseppe Giulietti.
A Milano, sempre il 25 novembre 2022, si è tenuto un flash mob con l'esposizione di scarpe rosse sui gradini d'ingresso dell'Associazione lombarda dei giornalisti. «Troppe colleghe sono ancora vittime, più dei colleghi maschi, di minacce e molestie, soprattutto, e in misura sempre maggiore, in rete. L'Alg garantirà sempre a queste colleghe il suo appoggio in tutte le sedi», il messaggio del sindacato regionale, che ha anche ricordato, assieme alle giornaliste italiane, «le donne e le colleghe ucraine, bielorusse e russe indipendenti, afghane e iraniane che stanno soffrendo per le crisi internazionali».
Anche Federazione internazionale e Federazione europea dei giornalisti sono in prima linea per contrastare a ogni latitudine la violenza online e offline, intrinsecamente legata alla discriminazione intersezionale e alla politica populista.
Dalla Cpo Fnsi, infine, un forte impegno per l'adozione del linguaggio di genere, «che non può mai essere ostaggio della politica: il riconoscimento dei ruoli e delle professioni femminili – il monito – è un caposaldo della grammatica italiana, oltre che rispetto delle conquiste sociali, politiche e culturali». La Cpo Fnsi ha anche raccolto l'appello a dare voce continua alla rivolta e alla feroce repressione in Iran. "Donne vita libertà": le parole d'ordine di tutte.