25 Aprile: sequestrate copie MicroMega a Roma
La redazione di MicroMega comunica che il 25 aprile è stata impedita la vendita della rivista a Roma, in concomitanza con la manifestazione commemorativa della Liberazione. Il giovane che vendeva la rivista nella piazza del Campidoglio è stato costretto da un vigile a spostarsi. Malgrado fosse andato a vendere la rivista sulla scalinata, due altri vigili gli hanno sequestrato tutte le copie e spiccato un verbale di multa di 5100 euro. La legge 416 del 1981, all'art.14, comma 11, lettera C, stabilisce in modo inequivocabile che per le testate giornalistiche quotidiane o periodiche non è necessaria autorizzazione alcuna per la vendita porta a porta o ambulante. Il decreto legislativo del 24 aprile 2001, n. 170, reitera in modo altrettanto inequivocabile che il regime di autorizzazioni e restrizioni per la vendita porta a porta e ambulante, di cui alla legge 114 del 1998 (cosiddetta legge Bersani sul commercio) non si applica alle testate giornalistiche quotidiane o periodiche. La legge è dunque inequivocabile. MicroMega è una testata giornalistica, un periodico registrato al tribunale di Roma nel 1986 (n. 117). Il sequestro di MicroMega è dunque un atto illegale che colpisce un diritto inestricabilmente connesso a quello della libertà di stampa, costituzionalmente tutelato. Questo atto illegale è, se possibile, ancor più preoccupante perché colpisce un numero della rivista dedicato a quei nuovi movimenti della società civile contro cui il governo Berlusconi aveva lanciato una inqualificabile campagna di criminalizzazione e di caccia alle streghe. MicroMega, malgrado le oltre 130 mila copie vendute del suo ultimo numero (dedicato a Mani Pulite) resta una piccola rivista. L'atto illegale di sequestro resta dunque, sul piano quantitativo, una piccola prevaricazione. Ma una piccola prevaricazione contro la libertà di stampa, se subita senza reagire, prepara più grandi prevaricazioni contro questo diritto fondamentale che già non gode in Italia di splendida salute. E' dunque augurabile che tutte le grandi testate giornalistiche, scritte è radiotelevisive, non lascino passare senza la più netta protesta e informazione quanto avvenuto.