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Unione Europea 04 Nov 2011

110mila iscritti all’Ordine, meno della metà “visibili” Siddi: “Lo sfruttamento non è uno strumento di sviluppo”

Aumentano gli iscritti all'Ordine dei giornalisti, l'anno scorso si sono superati 110.000 tesserati, ma meno di un giornalista su due è 'visibile', cioè ha una posizione contributiva attiva all'Inpgi. Gli 'attivi' sono scesi al 44,5%, pari a 44906 iscritti, di cui circa 25011 nel lavoro autonomo e 19895 in quello subordinato. Sono i dati aggiornati al 2010, della Ricerca Giornalismo: il lato emerso della professione, curata da Pino Rea, coordinatore di 'Libertà di stampa – Diritto all'informazione.

Aumentano gli iscritti all'Ordine dei giornalisti, l'anno scorso si sono superati 110.000 tesserati, ma meno di un giornalista su due è 'visibile', cioè ha una posizione contributiva attiva all'Inpgi. Gli 'attivi' sono scesi al 44,5%, pari a 44906 iscritti, di cui circa 25011 nel lavoro autonomo e 19895 in quello subordinato. Sono i dati aggiornati al 2010, della Ricerca Giornalismo: il lato emerso della professione, curata da Pino Rea, coordinatore di 'Libertà di stampa – Diritto all'informazione.

Presentata alla Federazione Nazionale stampa italiana nella “Giornata europea contro il precariato”.
Stando ai numeri, cresce il lavoro autonomo del 7,7% (ora è a quota 55,7%) il cui reddito però continua a diminuire. Cala il lavoro subordinato (-3,85%) e sparisce il turnover (-31% delle posizioni dei praticanti).''Siamo convinti che il precariato non sia strumento di sviluppo - Dice Franco Siddi, segretario generale della Fnsi - che le imprese possono averne vantaggi nel tempo breve ma non di qualificazione e crescita. Su questo punto le imprese sono sorde,  poche provano soluzioni nuove. Bisognerà esaminare azienda per azienda. Utilizzare solo i collaboratori che lavorano normalmente per la testata e pagarli bene. Non si può aumentare a dismisura il bacino dei precari''.
La ricerca mostra che oltre il 62% dei freelance dichiarano meno di 5000 euro annui e si registra un progressivo invecchiamento delle redazioni: i rapporti di lavoro, nella fascia superiore ai 50 anni salgono dal 24,40% del 2009 al 27,50% del 2010; sono in lieve crescita quelli nella fascia fra i 36  i 50 anni, (dal 49,80% al 50,50%) mentre scendono quelli sotto i 35 anni (dal 24,40% al 22%).
Durante l'incontro, cui hanno partecipato, fra gli altri, anche il senatore Pd Vincenzo Vita e i rappresentanti di Cgil, Uil e Ugl, Enzo Carra (Udc), relatore della legge sull'equo compenso per i giornalisti precari ha detto che ''bisogna intervenire, soprattutto sull'enorme numero di iscritti, favoriti dalla proliferazione di scuole di giornalismo''. La legge sull'equo compenso ''per fortuna sta andando avanti con grande velocità. C'è già un testo definitivo partito per le commissioni che devono dare i loro pareri''. Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti, oltre a ricordare di aver fatto già chiudere otto scuole, si è chiesto se ''è morale che i colleghi prepensionati continuino alla stessa scrivania a fare lo stesso lavoro''. Per Roberto Natale, presidente della Fnsi un altro tema da non abbandonare ''è quello della riforma dell'accesso alla professione''. Infine, Andrea Camporese, Presidente dell'Inpgi ha ricordato che ''ci sono 50mila giornalisti che non ci versano contributi  perché o non lavorano o lavorano fuori dalle regole''. (di Francesca Pierleoni)  (ROMA, 4 NOVEMBRE – ANSA)

STAND UP FOR JOURNALISM "GIORNATA EUROPEA CONTRO IL PRECARIATO"

“In occasione della quarta giornata della Campagna lanciata nel 2008 dalla Federazione europea dei giornalisti ‘Stand Up for Journalism’, dedicata quest’anno al problema del lavoro precario e della difesa dei freelance sarà presentata, nel corso di un incontro organizzato da Fnsi e Lsdi, oggi 4 novembre a Roma (Fnsi, Corso Vittorio Emanuele 349, alle 10,30), un’analisi sulla fisionomia della professione.
Continuano ad aumentare gli iscritti all’Ordine, cresce (ma si impoverisce ulteriormente) il lavoro autonomo, cala il lavoro subordinato e sparisce il turnover nelle redazioni mentre gli ‘attivi’ continuano ad invecchiare.
I dati, emersi dall’aggiornamento della ricerca Lsdi dello scorso anno, confermano la tendenza ad una ulteriore frammentazione della professione, con la presenza di almeno 50.000 giornalisti ‘sommersi’, che non hanno alcuna posizione all’Inpgi e non si sa se, e in quale modo, siano ‘attivi’. Si approfondiscono anche le differenze di reddito fra lavoro subordinato e lavoro autonomo all’ interno del quale solo il 26% degli iscritti hanno un reddito annuo lordo superiore ai 10.000 euro all’anno. 
In percentuale poi il segmento di lavoro autonomo o parasubordinato con introiti ‘medi’ rispetto alla scala dei redditi del settore si è leggermente ristretta, visto che nel 2000 era pari al 28,1%.  Fra i 25.000 autonomi e parasubordinati la percentuale di chi denuncia redditi inferiori al 5.000 euro lordi all’anno è cresciuta fra il 2009 e il 2010 dal 55,3 al 62% Se invece si sale nella scala dei redditi, nel campo del lavoro autonomo solo 1 giornalista su 10 denuncia un reddito superiore ai 25.000 euro (10,4%), mentre fra i dipendenti a tempo indeterminato quelli che hanno un reddito superiore al 30.000 euro lordi sono il 66,6%, oltre 6 giornalisti su 10.
All’iniziativa partecipano, insieme a Franco Siddi e Roberto Natale, Segretario generale e Presidente della Fnsi, i Presidenti degli istituti di categoria, Andrea Camporese (Inpgi), Daniele Cerrato (Casagit), Enzo Iacopino (Ordine), Marina Cosi (Fondo pensione complementare dei giornalisti italiani) e la Commissione Lavoro Autonomo Fnsi. Sono stati invitati esponenti politici, sindacali, delle Istituzioni e della società civile”. Roma, 4 novembre 2011

 

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