Il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, pone il problema di rivedere le norme che regolamentano le presenze dei politici negli show, come "Domenica in", ma anche nei programmi di informazione, in particolare nei format basati sul faccia a faccia tra il giornalista e l'ospite, come "In mezz'ora" di Lucia Annunziata
''Sono molto colpito - ha detto Zavoli durante i lavori della commissione, che oggi ha ascoltato il presidente dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni Corrado Calabro' - dalla mancata possibilita' di regolamentare alcune questioni, se e vero che ci sono programmi di intrattenimento ai quali partecipano addirittura ministri, senza replica e senza che questo susciti alcuna obiezione. Bisogna chiedersi se le norme sono direttamente applicabili o lasciano margini di discrezionalita'''. Perplessita' da parte di Zavoli anche su alcuni format di informazione: ''Per esempio la Annunziata per mezz'ora intervista un solo interlocutore: questo risponde a quale principio? O le regole vanno riviste radicalmente perche' rischiano di contraddire il pluralismo nella maniera piu' banale?''. Su questi aspetti, Calabro' ha ricordato che finora l'Agcom si e' orientata verso ''la garanzia dell'equilibrio tra le forze politiche nell'intero ciclo delle trasmissioni e del contraddittorio rappresentato anche dal solo giornalista, purche' con un atteggiamento assolutamente imparziale''. In conclusione, Zavoli ha sottolineato ''l'utilita' dell'audizione del presidente del'Agcom'' e ''la possibilita' di una sintonia non sincretistica'' fra la commissione e l'Autorita'. (ANSA) ''Le osservazioni avanzate dal presidente della Vigilanza Zavoli sui talk show sono gravi e pericolose''. Lo dichiara in una nota il sen. Riccardo Villari del gruppo Misto. ''Si tratta di un attacco alla professionalita' dei giornalisti e non e' mai accaduto che a dubitare dell'imparzialita' di chi fa informazione sia proprio un giornalista che dovrebbe conoscere le regole di questo mestiere'', sostiene ancora Villari. ''E' chiaro invece che la par condicio puo' essere garantita solo dalla competenza e preparazione di chi fa informazione. Le dichiarazioni del presidente della Vigilanza - conclude - non solo creano confusione ma rischiano di mortificare le grandi professionalita' che la Rai ha al suo interno''. (ANSA)