CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Editoria 05 Ago 2007

Zavoli: "La velocità ha distrutto il giornalismo d'inchiesta"

"La velocità ha cambiato il mondo e ha distrutto il giornalismo d'inchiesta, che è un genere finito, morto, relegato nelle ore notturne". Lo ha detto a Gemona del Friuli (Udine), dove ha ricevuto il premio 'Gamajun international award', Sergio Zavoli, giornalista e scrittore

"La velocità ha cambiato il mondo e ha distrutto il giornalismo d'inchiesta, che è un genere finito, morto, relegato nelle ore notturne". Lo ha detto a Gemona del Friuli (Udine), dove ha ricevuto il premio 'Gamajun international award', Sergio Zavoli, giornalista e scrittore

"Viviamo nell'età della parentesi - ha aggiunto Zavoli - cioè un'epoca in cui non c'è più rapporto tra prima e poi, causa ed effetto, e questo certamente non agevola il giornalismo di riflessione e di approfondimento. La velocità - ha proseguito - impedisce ai giornalisti, e non solo a loro, di avere il tempo per ragionare, scegliere, rifiutare e formarsi una coscienza critica". Zavoli, già direttore del Gr1 e presidente della Rai, ha espresso anche le sue forti perplessità nei confronti di Internet e delle nuove tecnologie applicate al giornalismo. "Le nuove tecnologie hanno impoverito il nostro mestiere - ha detto - e il giornalista dovrebbe tornare a fare il suo lavoro, che è quello che di andarsi a cercare le notizie e a raccontare la realtà e le storie che vede. Su Internet si trovano molte informazioni e nozioni - ha aggiunto -, ma non il filo rosso che è in grado di fare chiarezza sui principi, le idee, le aspirazioni che stanno alla base di una scelta di vita e anche professionale". Soffermandosi sul sistema dell'informazione in Italia, Zavoli ha infine commentato. "Il pluralismo non può essere la somma di tante faziosità, come accade oggi. Certo, il primo dovere è informare - ha concluso -, ma evitando le notizie che 'scoppianò come se avessero un timer, perchè la cosa non mi sembra un segno di grande libertà. Ed escludendo quelle che possono sfigurare l'immagine e ferire la dignità delle persone". (ANSA)

@fnsisocial

Articoli correlati