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Fnsi 12 Gen 2011

XXVI Congresso Fnsi, Franco Siddi: “Un piano straordinario contro il precariato, riforma del welfare e fondo per la libertà stampa”

Un piano straordinario per combattere la precarietà. Lo ha invocato nella sua relazione al Congresso della Fnsi di Bergamo il segretario Franco Siddi, invitando gli organi federali a ''sedersi al tavolo tutti insieme, con il contributo delle istituzioni, perché su questo piano si gioca il futuro della categoria e della democrazia in Italia''.Il segretario, che ha dedicato il suo intervento al ''dramma dei 131 lavoratori di ePolis, vittime di un'imprenditoria pirata'' e ''ai dei precari della Vinyls di Porto Torres richiusi nel carcere dell'Asinara'', ha richiamato gli imprenditori alla responsabilità sulla necessità di una riforma del welfare.

Un piano straordinario per combattere la precarietà. Lo ha invocato nella sua relazione al Congresso della Fnsi di Bergamo il segretario Franco Siddi, invitando gli organi federali a ''sedersi al tavolo tutti insieme, con il contributo delle istituzioni, perché su questo piano si gioca il futuro della categoria e della democrazia in Italia''.
Il segretario, che ha dedicato il suo intervento al ''dramma dei 131 lavoratori di ePolis, vittime di un'imprenditoria pirata'' e ''ai dei precari della Vinyls di Porto Torres richiusi nel carcere dell'Asinara'', ha richiamato gli imprenditori alla responsabilità sulla necessità di una riforma del welfare.

''Ogni anno ci sono 1000-1200 nuovi giornalisti professionisti, a fronte di 200-250 nuovi ingressi - ha spiegato -. Di fronte a questa situazione non basta il pronto soccorso, ma servono nuovi strumenti accanto a quelli tradizionali che accompagnino l'entrata dei lavoratori nella nuova informazione, che va offerta su base industriale''.

Siddi, rilanciando la necessità di allargare la base produttiva, ha invocato anche una riforma dell'accesso alla professione, che sia ''competente e misurato'', ricordando che ''la flessibilità non ci è estranea, perché è nei contratti integrativi e in quelli nuovi, ma deve essere riconosciuta dagli editori''. Poi il segretario si è scagliato contro ''i disastri del servizio pubblico televisivo penalizzato dal conflitto di interessi'' e contro le concentrazioni nel mondo dell'editoria.

''Non è giusto che le banche siano nelle compagini azionarie dei giornali'', ha aggiunto Siddi, lanciando la proposta di creare a partire dalle fondazioni bancarie ''un fondo per la libertà di stampa''.

Quindi il richiamo ai governi sulla legge per l'editoria perché ''negli ultimi tre anni i fondi sono calati da 640 milioni a 180 milioni''. Nella relazione anche un richiamo al caso Fiat. ''Con Marchionne - ha spiegato - non abbiamo nulla da spartire e neanche da polemizzare, perché siamo diversi. Lui non ha responsabilità democratiche''.

''Molti colleghi vogliono che mi ricandidi ed io accetto la sfida'', ha annunciato Siddi, invitando il sindacato ad ''essere attento alle nuove sfide e non alla competizione bottegaia''.

''Da buon sardo non tollero le accuse infondate e gli impostori'', ha proseguito il segretario, avvertendo che se verrà bocciato il lavoro sulle modifiche statutarie approvato dal Consiglio Nazionale ''questa non sarà una sconfitta per Siddi o per Natale, ma un tradimento del principio dello stare insieme''.   (dell'inviato Michele Cassano)  (ANSA)

 

EDITORIA: SIDDI, CRISI NON FINITA MA NO DUMPING SOCIALI TIPO FIAT

 

La crisi dell'editoria italiana non è finita, ma "non si supera solo con i tagli o i dumping sociali tipo Fiat". Franco Siddi, segretario della Federazione Nazionale della Stampa, apre i lavori del 26esimo congresso del sindacato dei giornalisti e rilancia la "questione democratica" legata all'informazione del Paese. Anni durissimi, gli ultimi, per il comparto alle prese con stati di crisi, tagli alle provvidenze pubbliche, aumento della disoccupazione e della precarietà. Dietro questo, secondo il segretario del Fnsi, si cela un problema che riguarda il Paese, le sue istituzioni, la sua libertà ed il diritto ad essere informato da fonti plurali e non condizionate. Dal 2008 ad oggi, 47 aziende hanno prepensionato circa 600 giornalisti.

"Ma non c'è il cambio di marcia - osserva Siddi parlando ai 312 delegati giunti a Bergamo da tutte le regioni - sostituendo l'esperienza con l'entusiasmo dei giovani ed il lavoro a minor costo. L'idea di pagare un giornalista 1.200 euro è sbagliata. Le competenze, la professionalità e soprattutto la flessibilità che stiamo mettendo in campo vanno retribuite in maniera giusta, altrimenti questo lavoro lo faranno solo i piu' ideologizzati o chi mette in vendita".

L'Italia ha, dunque, un problema di politica industriale per i media, ma anche di ridefinizione dell'intervento pubblico. Ieri nel convegno introduttivo a cui hanno partecipato Carlo De Benedetti (L'espresso), Piergaetano Marchetti (Rcs) e Fedele Confalonieri (Mediaset), gli editori hanno lanciato la sfida della multimedialità, come strumento di sviluppo.

"Le pluri piattaforme le accettiamo - ha replicato oggi Siddi - e ci vogliamo stare con le nostre competenze ed i nostri diritti. Non si fa impresa solo con i tagli, ma  l'innovazione resta il punto centrale. Non è azzerando o diminuendo i diritti che aumenta il lavoro o diventa decente, e per questo diciamo no a dumping sociali tipo Fiat. La flessibilità non ci è estranea, non ci spaventa – ha aggiunto Siddi - ma in questo settore cedere diritti è

particolarmente pericoloso, ed anche per gli editori c'è la responsabilità democratica". A questo si aggiunga la mano pesante del Governo sui fondi al settore che, in pochi anni, sono passati da 640 milioni a 180 milioni.

"Il problema è serio - ha spiegato Siddi - perché rischiano di saltare decine di testate cooperative e di organi di partito e 4mila posti di lavoro. Noi chiediamo una nuova legge che regoli gli stanziamenti con meccanismi certi e garanzie per le imprese. Il pluralismo è fondamentale per la democrazia e l'aiuto pubblico non può piu' essere incerto e discrezionale". Il segretario della Fsni ha, quindi, lanciato due proposte: "Le Fondazioni bancarie - ha sottolineato - devolvono risorse al terzo settore, in beneficenza, alla società in generale. Noi facciamo appello a quel sistema e alla politica affinché si attivino gli 'investimenti in libertà', finanziando l'informazione. Infine - ha detto Siddi - è arrivato il momento di dare forma allo statuto d'impresa per l'editoria. In questo modo svincoleremo le aziende dalla finanza, aiuteremo a risolvere il nodo del conflitto d'interessi e la governance della Rai. Mai come ora c'è questa necessità". (AGI)

 

FNSI: SIDDI, PIANO STRAORDINARIO CONTRO LA PRECARIETÀ

 

(ASCA) - Bergamo, 12 gen - Un ''piano straordinario per la precarietà''. È questa la proposta lanciata dal segretario generale dell'Fnsi, Franco Siddi, durante il suo intervento al 26mo congresso della Federazione in corso a Bergamo.
''Sediamoci a un tavolo - è il suo appello - e lavoriamo a un piano straordinario per combattere con efficacia la precarietà, e facciamolo chiedendo a governo e istituzioni di prendersi le proprie responsabilità''. Un aspetto, secondo Siddi, cruciale per il futuro dell'informazione ma soprattutto per quello della democrazia in Italia: ''Su questo terreno si gioca non solo il nostro futuro si uomini e di persone. È in gioco la democrazia in questo Paese''.
Perché la precarietà nel settore dei media, è l'allarme dell'Fnsi, ''non è mai stata cosi' diffusa e cosi' pervasiva e pone problemi che mettono in duscussione la libertà del lavoro''.
Siddi ha anche puntualizzato che l'editoria non è la Fiat: ''Qui le condizioni sono diverse. Il diritto di essere informati è un bene che non appartiene né a Marchionne né a Berlusconi, ma ai cittadini''.
La precarietà è dunque un fenomeno che va affrontato con tempestività a decisione, tenendo sempre presente che ''la soluzione non può essere nel conflitto tra giornalisti anziani e giornalisti giovani. Il conflitto generazionale è pericolosissimo, serve il giusto mix tra entusiamo dei giovani e esperienza dei piu' anziani''.
Siddi non ha mancato di ricordare i 131 giornalisti rimasti senza lavoro per effetto della chiusura del quotidiano E-Polis: ''Figli - li ha definiti - di un progetto di grande innovazione e vittime di un editore che considera il capitale umano non come una risorsa ma come una merce''. fcz/sam/alf

 

RAI: GIUNTA FNSI, RIFORMA CORAGGIOSA PER SGANCIARLA DA PARTITI


Per rilanciare il servizio pubblico radiotelevisvo italiano, bisogna ''realizzare una riforma coraggiosa ed equilibrata'' per permettere alla Rai ''di funzionare come una vera e propria azienda'', sganciata dall'ingerenza dei partiti e della politica. La proposta è contenuta nella relazione della giunta esecutiva dell'Fnsi distribuita oggi a Bergamo in occasione della seconda giornata del 26mo congresso nazionale del sindacato dei giornalisti. L'Fnsi chiarisce di aver avanzato numerose proposte di riforma della Rai in questi ultimi anni, ''ma sono state - si legge nella relazione - parole al vento''.

Il problema principale del servizio pubblico, secondo l'Fnsi, è che questo è ''soffocato da un conflitto di interessi mai risolto''. Lo dimostrano casi come ''la lunga battaglia del governo contro Santoro'' o ''le critiche sfrenate a Floris e ai tanti colleghi'' colpevoli di voler ''informare i cittadini su fatti sgraditi alla politica''.

Tutte tensioni, si legge ancora nella relazione della giunta, che ''hanno sempre messo in dubbio l'autonomia imprenditoriale e l'indipendenza professionale'' della Rai. fcz/sam/alf (ASCA)

 

EDITORIA: FNSI, DA INTERNET E BLOG CONCORRENZA SLEALE

I nuovi strumenti di comunicazione come internet e i blog rappresentano ''una concorrenza quasi sleale'' per il giornalismo tradizionale che si affida soprattutto alla carta stampata. La definizione è contenuta nella relazione della giunta esecutiva dell'Fnsi diffusa oggi a Bergamo in occasione della seconda giornata di lavori del 26mo congresso nazionale del sindacato dei giornalisti.

A penalizzare la diffusione del tradizione 'giornale' sono, sempre a giudizio della giunta dell'Fnsi, anche le tv, a cominciare dall'''invasione del satellitare'' e dal ''passaggio dall'analogico al digitale terrestre''. Ed è così che questa rivoluzione che nel giro di pochi anni ha investito il settore dei media ''ha moltiplicato quasi all'infinito l'offerta informativa''. Con una conseguenza drammatica: ''il drastico ridimensionamento del mercato pubblicitario''.

I numeri parlano chiaro: nel 2009 i quotidiani italiani hanno perso il 16,4% delle entrate pubblicitarie e il 6% delle vendite. Situazione ancor più drammatica per i periodici, che sempre nel 2009 hanno lasciato sul terreno il 29,3% della raccolta pubblicitaria subendo una flessione delle vendite pari al 9%.  fcz/sam/rob (ASCA)

 

 

FNSI: STAMPA LOMBARDA, PROCURA VIETA TELECAMERE,INACCETTABILE

 

''È inaccettabile la decisione del procuratore di Milano, Manlio Minale, di vietare da questa mattina l'ingresso di telecamere delle emittenti televisive e dei fotografi al palazzo di giustizia'': è l'allarme contenuto in un documento presentato dall'Associazione stampa lombarda e accolto per acclamazione al Congresso della Fnsi.

''Non vorremmo - ha spiegato il segretario dell'Associazione lombarda, Giovanni Negri - che da Milano parta un diktat per bloccare l'accesso in tutte le procure italiane''. (ANSA)

 

FNSI: VITA (PD), STATI GENERALI PER RIFORMA EDITORIA

 

Un appello ad ''aprire gli stati generali per ragionare sulla riforma dell'editoria'' è stato lanciato dal senatore del Pd Vincenzo Vita dal palco del Congresso della Fnsi a Bergamo.

''Il milleproroghe porta da 100 a 50 milioni i fondi sull'editoria previsti nella manovra finanziaria - ha spiegato -. Se non passa l'emendamento dell'opposizione sui tagli, la metà delle 92 imprese a rischio potrebbe chiudere già domani''. ''È surreale - ha aggiunto Vita, parlando sempre del milleproroghe - che lo spostamento del divieto di incroci stampa-tv sia solo al 31 marzo prossimo, con la possibilità di protrarlo al 31 dicembre su proposta del diretto interessato, il presidente del Consiglio''. Il senatore ha quindi chiesto ''il più largo consenso possibile sull'emendamento presentato dall'opposizione per una proroga almeno quinquennale''.

''È gravissimo l'atteggiamento del direttore generale della Rai, Mauro Masi, che ha totalmente eluso la sonora bocciatura del referendum promosso dall'Usigrai e ha infranto la correttezza delle relazioni sindacali sulla chiusura di due trasmissioni e la riduzione delle ore informative'', ha detto inoltre Vita, chiedendo che anche sulla ''riforma della governance del servizio pubblico vi sia la massima condivisione possibile''.  (ANSA)

 

EDITORIA: BRIGNONE (FIEG), GIÙ IVA PER GIORNALI SU TABLET

 

L'Iva al 20% non aiuta la diffusione dei giornali su tablet. Ne è convinto il direttore generale della Fieg (Federazione italiana editori giornali) Alessandro Brignone. "L'imposta su una copia cartacea - ha sottolineato Brignone intervenendo al 26esimo congresso della Fnsi - è del 4%, mentre se scarichi un giornale telematico sul tuo telefonino paghi il 20% di Iva. Ovviamente questo è un forte disincentivo, che abbiamo segnalato al governo". Ogni giorno in Italia circa 24 milioni di persone leggono un giornale, ma sul mercato continua a pesare il calo del fatturato pubblicitario (-16% in 2 anni) e l'utilizzo sempre più massiccio di internet per acquisire notizie. "Per quanto riguarda la pubblicità – ha spiegato Brignone - l'Italia resta un caso unico con il 60% del fatturato riservato alla tv e il 40% ripartito tra tutti gli altri media. Negli altri Paesi questa proporzione è esattamente l'inverso. Noi stiamo facendo tutto il possibile per restare sul mercato, ma dobbiamo combattere anche con una rete distributiva non appropriata e migliaia di edicole vecchie, brutte e che non favoriscono l'acquisto. C'è questo nuovo settore dei tablet molto interessante e che può compensare la perdita delle copie cartacee, ma la tassazione non aiuta certamente lo sviluppo". (AGI)

 

FNSI: SNR A MARCHETTI, AGGIORNAMENTO MEDICO È RETRIBUITO

IL SINDACATO DEI RADIOLOGI RISPONDE AL PRESIDENTE RCS MEDIAGROUP

 ''L'aggiornamento su tecnologie innovative è retribuito come lavoro e a questo scopo è prevista dal contratto nazionale dei dirigenti medici una pur insufficiente riserva dedicata di quattro ore settimanali, retribuite come ore lavorative, da dedicare all'aggiornamento professionale''. Lo afferma il segretario regionale del Lazio, Stefano Canitaro, del Sindacato nazionale radiologi-Fassid a commento delle dichiarazioni fatte da Piergaetano Marchetti, presidente di Rcs Mediagroup, che ieri, intervenendo al congresso nazionale della Fnsi in corso a Bergamo aveva dichiarato, a proposito della multimedialità: ''Quando uno fa il medico in corsia - riferisce il sindacato - secondo voi chiede una indennità per imparare a usare una nuova macchina che arriva per fare diagnosi?''.

''Ancora una volta - ha proseguito Cannitaro - viene citata la professione medica e specialmente le metodiche diagnostiche, a sproposito e nella ignoranza delle norme e delle consuetudini.

L'aggiornamento medico, e noi radiologi lo sappiamo bene per avere vissuto il più tumultuoso progresso tecnologico di tutta la medicina degli ultimi vent'anni, non è un hobby ma un obbligo, determinato dalla necessità di curare e di non nuocere. Per questo è parte integrante del lavoro e come tale deve essere retribuito per evitare che dipenda da una scelta di maggiore o minore coscienza professionale. In un momento nel

quale si tenta da più parti di ridurre il lavoro medico ad un reclutamento a basso costo e alla istituzionalizzazione del caporalato sanitario, constatiamo con stupore ma senza sorpresa che anche in altre professioni, come quella delicata dei giornalisti, si cerca di introdurre meccanismi che privilegino, rispetto alla sostanza, l'apparenza e soprattutto il bilancio economico''. (ANSA)

 

FNSI:BRIGNONE(FIEG),SU LIBERTÀ STAMPA NON ABBASSARE GUARDIA

MANTENERE IVA AL 20% SUI PRODOTTI DIGITALI È UN DISINCENTIVO

 

''Abbiamo combattuto insieme contro la legge sulle intercettazioni, ma considerando che la legislatura' continuerà fino alla fine non bisogna abbassare la guardia sulla libertà di stampa''. Lo ha detto al Congresso

della Fnsi, il direttore generale della Federazione degli editori, Alessandro Brignone, spiegando che ''andare avanti con i limiti al diritto di cronaca e proseguire con un approccio sanzionatorio porta al declino del dibattito democratico del nostro Paese''.

   Brignone, aprendo sulle richieste di allargamento della base produttiva avanzate dal segretario della Fnsi, Franco Siddi, e sostenendo la necessità di una proroga ulteriore rispetto a quella prevista nel decreto milleproroghe del divieto di incroci stampa-tv, ha invitato il sindacato a porre attenzione ''non solo al conflitto di interessi, ma anche alle difficoltà legate alla raccolta pubblicitaria, vista la scarsa propensione delle imprese ad investire sulla stampa''.

 ''Un ulteriore problema è quello della rete distributiva - ha aggiunto - Ogni anno il valore della resa è di centinaia di milioni di euro. La chiave di volta è l'informatizzazione della rete, anche per porre rimedio al problema dei prodotti che nelle edicole risultano esauriti in breve tempo''. ''Sulle nuove piattaforme - ha affermato Brignone - il trend di ricavi è molto positivo. Mantenere però l'iva al 20% sui prodotti digitali è un disincentivo, abbiamo posto il problema al ministro Tremonti, che ci ha però risposto in modo formalistico, sostenendo che al momento non ci sono le condizioni''. (ANSA)

 

FNSI: FRATTINI, IMPEGNO SU SPECIFICHE COMPETENZE MINISTERO

 

Il Congresso della Fnsi ''saprà rappresentare un importante momento di riflessione sul fondamentale ruolo svolto dalla stampa nel nostro Paese, nella ricorrenza del centenario della firma del primo contratto nazionale del lavoro''. Lo afferma il ministro degli Esteri, Franco Frattini in un messaggio, nel quale assicura ''il rinnovato e coerente impegno in riferimento alle specifiche competenze istituzionali del ministero''.

Frattini spiega quindi di ''aver ricevuto con piacere l'invito'', ma di non poter parte per ''un impegno già in agenda''. (ANSA)

 

FNSI: CAMPORESE(INPGI),VERSO AUMENTO ETÀ PENSIONABILE DONNE

 

''Il sistema evolve in modo rilevante verso un aumento dell'età pensionabile delle donne, attraverso un processo graduale, non con scaloni ma con scalini, e salvaguardando i vantaggi che abbiamo e che vanno preservati''. Lo ha detto al Congresso della Fnsi il presidente dell'Istituto di previdenza dei giornalisti, Andrea Camporese, chiedendo ''sgravi vigorosi per le assunzioni a tempo indeterminato'' e invitando a ''liberare risorse per un welfare allargato ai lavoratori non dipendenti''.

In merito ai conti dell'ente previdenziale, Camporese ha aggiunto che l'anno si chiuso con ''un avanzo di 61,5 milioni, che diventeranno 70 grazie ai buoni investimenti finanziari''.

Il presidente Inpgi, pur rilevando che ''ci sono due miliardi di euro accantonati'', ha espresso preoccupazione per il decremento degli iscritti di 500 unità riscontrato per la prima volta nel decennio. ''Tra il 2008 e il 2010 il costo per la disoccupazione è aumentato del 15%, la cassa integrazione del 108% e la solidarietà dell'867% - ha reso noto -. Questi sono i costi della crisi''.

Camporese ha quindi auspicato ''un aumento graduale e prospettico delle quote, senza forzature per non deprimere il mercato''.(ANSA)

 

FNSI: CERRATO (CASAGIT), CONTI BUONI GRAZIE A NUOVO CONTRATTO

 

''I conti della Casagit sono buoni. Chiuderemo il bilancio con un avanzo superiore agli otto milioni di euro''. Lo ha detto il presidente della Casagit, Daniele Cerrato, nel suo intervento al Congresso della Fnsi, avvertendo però che ''bisogna attrezzarsi perché ci saranno numeri decrescenti nei bilanci dei prossimi anni''.

''Grazie al nuovo contratto nazionale - ha aggiunto – abbiamo registrato un incremento dei contributi per 800 mila euro, a fronte di un decremento di un milione e 100 dovuto alla crisi in atto. Il saldo negativo di 300 milioni è, grazie al rinnovo del contratto, sopportabile''. Cerrato ha annunciato che ''serve uno sforzo di solidarietà e inclusione''. ''Ci sono 49mila persone che vivono di giornalismo, mentre la Casagit conta 28 mila soci - ha spiegato - Mancano all'appello 20 mila lavoratori.

L'impegno del 2011 è fare un patto con i colleghi della Casagit 2, offrendo formule che consentano loro di entrare a far parte del mondo dei diritti a pieno titolo''.

Cerrato ha inoltre reso noto che ''nel 2011 verranno ritoccati i tariffari Casagit, ormai obsoleti, a partire da quelli per l'odontoiatria''. (ANSA)

 

FNSI: IACOPINO, RIFORMA ORDINE SARÀ INCARDINATA AL SENATO

 

''La legge di riforma dell'Ordine dei giornalisti, ferma alla Camera, sarà incardinata anche al Senato''. Lo ha annunciato il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, al Congresso della Fnsi, spiegando che ''la circostanza è stata riferita a me e al presidente Natale ieri qui a Bergamo dal presidente del Senato, Renato Schifani''. (ANSA)

 

TUNISIA: TG3;IACOPINO, TUTELARE LAVORO DI INTERESSE PUBBLICO

 

''Non approvo le dichiarazioni di solidarietà della politica dopo un'aggressione ai giornalisti, esistono situazioni che dovrebbero indurre a prendere decisioni a tutela di un lavoro di interesse della collettività''. Lo ha detto all'ANSA il presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, parlando a margine del Congresso della Fnsi a Bergamo dell'aggressione subito dalla troupe del Tg3 in Tunisia.

''Subire aggressioni di questo tipo non è tollerabile – ha aggiunto -. Al di là della necessità di seguire una vicenda di per sé drammatica, c'è un dovere di cronaca nel riportare quanto accade in Tunisia anche per la cospicua presenza di nostri connazionali in quel Paese''. (ANSA)

 

GIORNALISTI: IACOPINO (ODG), LADRI ALCUNI EDITORI, RUBANO VITA A GIOVANI

''Tra gli editori ci sono dei ladri, ladri di sogni, persone che rubano la vita a centinaia di giovani''. La denuncia è di Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti, che nel corso del suo intervento al 26mo congresso Fnsi ha rilanciato la necessità di porre un freno alla precarietà nel settore.

''Da anni centinaia di giovani giornalisti - ha detto - sono costretti a una dieta non solo alimentare''. Iacopino ha letto il contenuto di una mail arrivata all'Ordine da un giovane giornalista di Vimercate, centro della provincia di Monza, pagato 500 euro per scrivere mille articoli, vale a dire ''50 centesimi ad articolo''. Solo uno dei tanti, secondo Iacopino: ''Molti di questi colleghi non hanno voce perché non hanno neppure il denaro per iscriversi alla Fnsi''.Da Iacopino anche un appello lanciato all'indirizzo di Carlo Malinconico: ''Il presidente Fieg dia vita a un codice deontologico capace di dare a questi colleghi una risposta di dignità''. fcz/mcc/bra (ASCA)

 

GIORNALISTI: FNSI L'ALTERNATIVA, IN STATUTO NIENTE REFERENDUM SU RINNOVO CONTRATTO

'LA DEMOCRAZIA DI BASE FA PAURA'

 

 "Il Congresso dei giornalisti a  Bergamo si è spaccato sulla riforma dello statuto e 92 delegati su 302 sono usciti per protesta al momento del voto. Nel nuovo testo non figura il referendum sull'ipotesi di rinnovo del contratto di lavoro, strumento fondamentale della democrazia, né si prevede il voto elettronico. Inoltre vengono cancellate con un colpo di mano le minoranze nelle piccole regioni". È quanto si legge in una nota siglata dalle componenti Puntoeacapo, Senza Bavaglio, Fnsi L'Alternativa, Giornalisti insieme Toscana, Giornalisti indipendenti, Stampa libera - MIL, Stampa libera - giornalisti per il giornalismo e da "15 delegati campani su 17".

"Una pagina nera per il giornalismo italiano è stata scritta oggi a Bergamo, dove si svolge il 26° Congresso della Fnsi, il sindacato unico dei giornalisti -si legge ancora nella nota- la presidenza del Congresso non ha accolto la richiesta avanzata da numerosi delegati di emendare la bozza di nuovo Statuto predisposta dalla maggioranza, e ha interrotto il dibattito decidendo di mettere ai voti venerdì alla fine del Congresso, senza modifiche alcune, un testo che imbalsama la maggioranza al potere".

"Si intende ridurre, giustamente, il numero dei consiglieri nazionali, ma non quello dei membri della giunta esecutiva -prosegiue la nota- il referendum era stato previsto da una mozione approvata all'ultimo Congresso, ma sul rinnovo contrattuale già in vigore e non sulla semplice ipotesi di accordo, come la mozione stessa prevedeva.

Ciononostante bene il 43 per cento dei giornalisti delle redazioni aveva votato no a un accordo tutto dalla parte degli editori. La democrazia di base fa paura e la Fnsi di Siddi e Natale, invece di inserire il referendum nello Statuto ha fatto marcia indietro. Il Congresso -conclude la nota- prosegue in un clima ncandescente". (ADNKRONOS)

 

CONGRESSO, ALTA TENSIONE SU RIFORMA STATUTO OPPOSIZIONE GRIDA AL GOLPE, SIDDI 'RISPETTO SACRO DELLE REGOLE'

 

Clima teso nella seconda giornata del Congresso della Federazione Nazionale della Stampa al termine della discussione sul testo con le proposte di modifica allo Statuto Federale approvato dal Consiglio Nazionale il 15 dicembre scorso. ''Pagina nera'' del giornalismo italiano e ''golpe'' per cancellare le minoranze, sono le parole utilizzate dall'opposizione interna per esprimere il dissenso non solo nei confronti delle modifiche statutarie, ma anche contro le procedure di voto. Di ''rispetto sacro delle regole'' parla invece il segretario, Franco Siddi. 

   La proposta di procedere per voto segreto, per parti separate ed in contemporanea con l'elezione degli organi federali venerdì prossimo è stata approvata da 209 delegati, ma sono stati 92 i membri dell'opposizione che per protesta hanno deciso di uscire dall'aula. Tra i punti più contestati del testo approvate in Consiglio c'è la riduzione dei delegati del Congresso nazionale, che passerebbero a 208, il nuovo meccanismo che assegna rappresentanti congressuali solo alle liste che ottengono un quoziente pieno, e la riduzione di un terzo dei giornalisti professionisti presenti in Consiglio Nazionale che passerebbero a 70. Il testo prevede anche che il Congresso si riunisca non ogni tre ma ogni quattro anni, per affrontare sia il rinnovo economico del contratto nazionale che quello normativo.

   ''Il sindacato si è spaccato e si è scritta una pagina nera per il giornalismo italiano - si legge in un comunicato delle opposizioni - Vengono cancellate con un colpo di mano le minoranze nelle piccole regioni. La presidenza del Congresso ha interrotto il dibattito decidendo di mettere ai voti alla fine del Congresso, senza modifiche alcune, un testo che imbalsama la maggioranza al potere. Si intende ridurre, giustamente, il numero dei consiglieri nazionali, ma non quello dei membri della giunta esecutiva. La democrazia di base fa paura e la Fnsi di Siddi e Natale, invece di inserire il referendum nello Statuto ha fatto marcia indietro''.

   ''Le nuove regole, sulle quali si misura l'unità sindacale, avevano diritto ad una discussione approfondita, ma non è stato dato spazio al dissenso'', spiega Silvia Mazzocchi, portavoce di Punto e a Capo. ''Con la previsione sul quoziente pieno si azzera di fatto la voce dell'unica lista presente in tutte le regioni'', attacca invece Massimo Alberizzi, di Senza Bavaglio.

Le opposizioni puntano, a questo punto, a bocciare la riforma statutaria che necessita dei due terzi, anche grazie al voto segreto che hanno proposto in una mozione che ha ottenuto le necessarie 90 firme.

   ''Non c'è nessun golpe - replica Siddi - Abbiamo operato nel rispetto sacro delle regole che qualcuno ha cercato di travolgere per bloccare il dibattito del congresso sui temi che contano e qualche altro probabilmente pensando ad una proposta di scambi sugli assetti, che non siamo disposti accettare''.

''Abbiamo lavorato sulle modifiche per due anni e mezzo e c'è stata la massima trasparenza - aggiunge il presidente Roberto Natale - È una riforma euqa che chiede sacrifici a tutte le organizzazioni in proporzione, messa in atto per conseguire risparmi e destinare risorse per un migliore funzionamento del sindacato. È vero che ulteriori provvedimenti di snellimento della struttura sindacale potrebbero essere presi, in futuro anche in relazione alla giunta, ma per il momento è bene che il congresso cerchi di capitalizzare queste proposte''.   (dell'inviato Michele Cassano)  (ANSA)

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