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Osservatorio sui media 25 Feb 2011

Viterbo, Daniele Camilli minacciato di morte ha denunciato infiltrazioni mafiose La solidarietà di Ossigeno

Ossigeno esprime solidarietà al giornalista Daniele Camilli, chiede che gli sia garantita la dovuta protezione e che siano scoperti e perseguiti gli autori di inaccettabili minacce con le quali si cerca di mettere a tacere la voce critica di un giornalista impegnato a far conoscere i rischi che corre la società civile di fronte al progredire di fenomeni che rivelano un progressivo insediamento di interessi ed attività tipici della criinalità organizzata.

Ossigeno esprime solidarietà al giornalista Daniele Camilli, chiede che gli sia garantita la dovuta protezione e che siano scoperti e perseguiti gli autori di inaccettabili minacce con le quali si cerca di mettere a tacere la voce critica di un giornalista impegnato a far conoscere i rischi che corre la società civile di fronte al progredire di fenomeni che rivelano un progressivo insediamento di interessi ed attività tipici della criinalità organizzata.

Venerdì scorso Daniele Camilli è stato minacciato di morte con un messaggio anonimo lasciato sul suo tavolo di lavoro. "Sei morto", c'è scritto. E' probabile che le minacce si riferiscano agli ultimi articoli in cui Daniele ha fatto conoscere documenti che descrivono vari segnali di infiltrazione mafiosa nel viterbese

CHI E’ E CHE COSA HA SCRITTO

Camilli è un giornalista pubblicista. Vive a Vetralla (VT), scrive per “l’Opinione di Viterbo” e Lazio Nord e pubblica i testi anche sul blog danielecamilli.splinder.com Nei recenti articoli (vedi sotto) ha citato un dossier di Libera Lazio, il Rapporto 2010 dell’Osservatorio Ambiente e Legalità “Rosario Livatino” e un documento della Banca d'Italia sulla localizzazione territoriale delle attività di riciclaggio. Il Rapporto, elaborato da Legambiente, riferisce “gli“eventi ed i numeri degli illeciti nel settore ambientale nella provincia di Viterbo” e riporta fra l’altro i dati contenuti in un rapporto della Direzione Investigativa Antimafia (DIA). Camilli ha inoltre segnalato la proliferazione di sportelli bancari e alcune controverse decisioni delle amministrazioni pubbliche locali. Daniele Camilli è impegnato personalmente sul piano sociale. A Vetralla è referente locale del Centro per i Diritti del Cittadino (CODICI) e lavora allo Sportello Antiusura del Comune.

Una rassegna degli articoli di Daniele Camilli

IL SUO RACCONTO: “DA TEMPO AVVERTIVO UN CLIMA OSTILE”

“Spero sia soltanto uno scherzo di cattivo gusto”, dice Daniele Camilli, che ha subito presentato una denuncia contro ignoti.“Purtroppo il gesto non giunge del tutto inaspettato. Negli ultimi mesi mi sono accadute cose strane alle quali all’inizio non avevo dato molta importanza. Ma poi ho cominciato a segnalare tutto alle forze dell’ordine. La cosa che più di tutti mi ha colpito, sono stati due commenti anonimi, lasciati sul mio blog, a commento delle minacce che ho ricevuto. Il primo insinua che io abbia soffiato a qualcuno il modesto incarico temporaneo che ricopro allo sportello antiusura per un compenso di 480 euro al mese. Il secondo mi accusa di alzare un polverone, di creare clamore allo scopo di farmi pubblicità. Questi commenti testimoniano un clima ostile verso di meun clima che avverto da diverso tempo. E tutto ciò, io credo, soltanto perché vivo il mio lavoro come va vissuto: come un dovere. ”. Gli episodi anomali a cui si riferisce riguardano  lievi danneggiamenti alla sua automobile, un tentato furto del motorino, strane manovre a danno del suo blog. Il precedente più allarmante si è verificato in un parcheggio di Vetralla alle tre di notte. “Appena ho parcheggiato e ho spento il motore – racconta Daniele Camilli – è arrivata dietro di me un’altra auto che si è fermata con i fari abbaglianti accesi proprio attaccata alla mia per qualche minuto”.

Alcuni articoli di Daniele Camilli raccolti sul suo blog

i testi completi si possono leggere su 

http://danielecamilli.splinder.com/tag/inchieste

http://danielecamilli.splinder.com/tag/organizzazioni+criminali

lunedì, 21 febbraio 2011

LE MAFIE FANNO AFFARI. ANCHE NEL VITERBESE

Quando le mafie non fanno notizia, ma affari. Il quadro della situazione è delineato in un Dossier dell’associazione Libera ripreso in parte dal Rapporto 2010 dell’Osservatorio Ambiente e Legalità “Rosario Livatino”. Dossier Lazio – Parole & Mafie. Informazione, silenzi, omertà.E a proposito di Viterbo vi si legge: “una città considerata marginale rispetto all’insediamento delle mafie, che, tuttavia, proprio nel viterbese hanno trovato una zona ideale dove far prosperare i propri traffici”. “Omertà e paura sono presenti in molte zone del Lazio”, sottolinea Antonio Turri, coordinatore di Libera Lazio, che, da poliziotto, le mafie le ha contrastate in prima persona...(continua a leggere sul Nuovo Viterbo Oggi)

martedì, 15 febbraio 2011

RICICLAGGIO DI DENARO SPORCO, COME RICONOSCERLO. LE 21 REGOLE DELIBERATE DALLA BANCA D'ITALIA

Se doveste essere assunti in Banca e ritrovarvi a lavorare alla cassa, sapreste distinguere tra un povero cristo qualsiasi che deposita i suoi risparmi e il delinquente di turno che tenta di mettere al sicuro i soldi riciclati delle organizzazioni criminali? È difficile. Lo sappiamo. I soldi alla fine sembrano tutti uguali. Soltanto che i primi sono puliti e i secondi sporchi di droga, armi e sangue.Ma non vi preoccupate. A darvi qualche dritta è la Banca d’Italia in persona che lo scorso agosto ha deliberato i nuovi “Indicatori d’anomalia per gli intermediari”...(continua a leggere sul Nuovo Viterbo Oggi)

sabato, 12 febbraio 2011

L'ASSALTO DELLE ARCHEOMAFIE

Una volta c’erano i “tombaroli”, oggi invece le Archeomafie. Ad assaltare i tesori italiani e quelli della Tuscia non sono più infatti figure romantiche che si intrufolano in cunicoli, tombe e misteri sotterranei di ogni tipo, ma anche “boss mafiosi con il pallino di fare incetta di opere d’arte. Stanze, soffitte, garage, caveau riempiti di preziosità d’ogni tipo, bottino di traffici illeciti, di furti o di ‘semplici’ operazioni di riciclaggio di capitali. A volte, pura ostentazione di potere”. Ad evidenziarlo è l’ultimo Rapporto dell’Osservatorio Ambiente e Legalità “Rosario Livatino”. Tra il 2008 e il 2010, nel viterbese sono stati sottratti illecitamente 148 beni culturali, soprattutto oggetti chiesastici (101)...(continua a leggere sul Nuovo Viterbo Oggi)

ANTIRICICLAGGIO: RISCHIANO ANCHE I LAVORATORI BANCARI

Normativa antiriciclaggio, una lettura dalla parte dei lavoratori. A fornirla sono Fiba-Cisl e federazioni provinciali dei lavoratori Bancari e Assicurativi e dei Postelegrafonici che per martedì 15 febbraio hanno organizzato a Viterbo un apposito convegno. L’appuntamento è per le 17,30 presso la sala conferenze dell’Archivio di Stato in via Cardarelli 18. L’obiettivo? Dotare i bancari di tutti gli strumenti necessari per prevenire il reato di riciclaggio, un fenomeno sempre più diffuso che, come dimostrano i dati contenuti nel rapporto annuale sull’attività della Guardia di Finanza nel 2010, in Italia ha riguardato una cosa come 3,2 miliardi di euro...(continua a leggere sul Nuovo Viterbo Oggi)

domenica, 06 febbraio 2011

"LE MANI SULLA CITTA'". IL RAPPORTO SULLA PROVINCIA DI VITERBO DELL'OSSERVATORIO AMBIENTE E LEGALITA'

Un’economia in crisi e un territorio dove le attività illecite aumentano e le organizzazioni criminali sono sempre più in agguato. È questo il quadro complessivo che emerge dal Rapporto 2010 dell’Osservatorio Ambiente e Legalità “Rosario Livatino” sugli “eventi ed i numeri degli illeciti nel settore ambientale nella provincia di Viterbo”. Elaborato da Legambiente, non è stato ancora pubblicato dall’amministrazione provinciale nonostante i solleciti dell’associazione ambientalista...(continua a leggere sul Nuovo Viterbo Oggi)

ANCHE NELL'ALTO LAZIO CLAN E ORGANIZZAZIONI CRIMINALI. IL RAPPORTO DELLA DIA

Riportiamo di seguito alcuni stralci del documento redatto dalla Direzione Investigativa Antimafia e pubblicato dal Rapporto 2010 di Legambiente. L’analisi fa riferimento ai rapporti semestrali sullo scenario laziale in riferimento alle aree dell’Alto Lazio tra il 2009 e il primo semestre del 2010. “Lo scenario criminale laziale presenta un variegato spettro di presenza di elevato profili, non solo nella Capitale ma anche nelle province. A nord localizzate a Civitavecchia si riscontrano presenze delle famiglie gelesi dei Rinzivillo ed Emmanuello (mafia siciliana) interessate all’acquisizione di subapalti e fornitura di manodopera per i lavori della Centrale di Torrevaldalica Nord...(continua a leggere sul Nuovo Viterbo Oggi)

Mercoledì, 12 gennaio 2011

LA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA (DIA) DI PALERMO INDAGA SU VITERBO

È estremamente allarmante la relazione della Direzione Investigativa Antimafia circa le infiltrazioni mafiose a Roma e nel Lazio e per questo serve una reazione forte delle Istituzioni a sostegno delle battaglie in atto, di legalità, condotte dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. Nelle prossime settimane approfondiremo le questioni, ma il quadro che emerge mette in relazione diverse indagini già note mentre in alcuni casi emergono fatti nuovi e inquietanti. Dagli interessi nei lavori per la riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga nord a Civitavecchia, alle attenzioni lungo il litorale laziale, ad alcuni importanti appalti nella zona di confine Orte-Terni e soprattutto delle grandi novità proprio dove uno non penserebbe mai: la città di Viterbo...(continua a leggere sul Nuovo Viterbo Oggi)

martedì, 23 novembre 2010

ALLARME RICICLAGGIO: IL LAZIO È LA SECONDA REGIONE ITALIANA PER SEGNALAZIONI PERVENUTE. SONO OLTRE 2MILA

Il Lazio è la seconda regione d’Italia, dopo la Lombardia, per numero di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette arrivate all’Ufficio Italiano Cambi, l’organo di Bankitalia chiamato a effettuare un primo “screening” investigativo da girare successivamente alle forze dell’ordine. Richieste di controlli che giungono da avvocati, amministrazioni pubbliche, intermediatori finanziari, banche. In 6 casi anche da sale da gioco. E rispetto al 2008 l’aumento è stato a dir poco esponenziale, pari cioè al 250%. Dalle 896 segnalazioni del primo semestre di due anni fa alle 2.235 nello stesso periodo di quest’anno. Con un’incidenza del 17,42% sul totale italiano. È quanto emerge dall’ultimo rapporto presentato in Parlamento dalla Direzione Investigativa Antimafia (Dia) consultabile on line sul sito del Ministero degli Interni...(continua a leggere sul Nuovo Viterbo Oggi)

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