Nel trentennale della scomparsa di Graziella De Palo e Italo Toni, i due giornalisti misteriosamente spariti in Libano il 2 settembre del 1980, il Comune di Roma ha voluto ricordarli intitolando alla loro memoria due viali all'interno del parco archeologico di Villa Gordiani. Alla cerimonia erano presenti i familiari dei due giornalisti, il sindaco Gianni Alemanno, il presidente del Copasir, Massimo D'Alema, il presidente del consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, il sindaco di Sassoferrato (città d'origine di Toni) Ugo Pesciarelli.
"Nessuno può tollerare", ha detto Alemanno, "che per trent'anni la verità e la giustizia siano state bloccate non da eventi o circostanze indipendenti dalla nostra volontà ma proprio dagli apparati dello Stato". Il riferimento del sindaco è ai depistaggi che, secondo le inchieste giudiziarie, sarebbero stati messi in atto dai servizi segreti dell'epoca durante le ricerche dei due cronisti. Il Campidoglio aveva anche sollecitato il governo a togliere il segreto di Stato sulla vicenda. Segreto "che è stato prorogato fino a dicembre", ha precisato Fabio De Palo, fratello di Graziella, "per quello che attiene ai rapporti tra i nostri servizi e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Abbiamo invece avuto accesso ai documenti riguardanti le ricerche di Graziella e Italo, da cui non sono emerse grosse novità". I due giornalisti partirono da Roma il 22 agosto 1980 per raggiungere il Libano, con l'obiettivo di realizzare un reportage sui campi palestinesi nel sud del Paese. Il rientro era previsto per il 15 settembre, ma dei due non si ebbero più notizie dalla mattina del 2 settembre. "Questa cerimonia non è un modo per lavarci la coscienza", ha detto Alemanno, "ma serve per far sentire la pressione dell'opinione pubblica affinché vengano eliminati gli ultimi ostacoli alla ricerca della verità". (AGI)
VICENDA TONI-DE PALO: D'ALEMA, FARE PIENA LUCE
''La democrazia non può sostenere il mistero e invece è rafforzata dalla verità. Nessuna verità deve farci paura''. Sono le parole con cui il presidente del Copasir, Massimo D'Alema, ha invitato tutte le istituzioni a proseguire sulla via per fare chiarezza, dopo 30 anni, sulla misteriosa scomparsa in Libano dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni.
''Siamo qui - ha detto D'Alema durante la cerimonia alla presenza dei familiari dei due scomparsi – per ricordare due giornalisti coraggiosi che hanno pagato con la vita il loro impegno per far conoscere una realtà del Medio Oriente. È una vicenda su cui bisogna fare ancora piena luce, ma su cui grazie anche all'impegno del mio predecessore Francesco Rutelli, sono stati fatti passi importanti rendendo disponibili ai familiari
alcuni documenti coperti da segreto di Stato''.
''Però credo - ha aggiunto il presidente del Copasir – che la verità su questa vicenda non sia tanto negli archivi, ma vada cercata nel rapporto con i servizi stranieri. In questo senso abbiamo chiesto ai nostri servizi segreti di attivarsi, in particolare presso i servizi segreti libanesi, per acquisire le notizie necessarie''.
Nel giorno del ricordo, in cui D'Alema ha annunciato che assieme ad alcuni membri del Copasir ha chiesto al governo di riconoscere Graziella ed Italo come vittime del terrorismo, il presidente del Copasir ha richiamato anche all'impegno: ''il Copasir - ha detto - ha il compito di collaborare con il governo e i servizi per trovare un equilibrio ragionevole tra le esigenze di sicurezza dello Stato e quelle di trasparenza e verità''. (ANSA)
VICENDA TONI-DE PALO: ALEMANNO, POSSIBILE SQUARCIO VERITA'
''La rimozione parziale del segreto di Stato era la premessa indispensabile perché altrimenti sarebbe stato impensabile poter aprire uno squarcio di verità su quanto è successo in Libano. Fare chiarezza è la nostra speranza''.
Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, al termine della funzione religiosa in ricordo di Graziella De Palo e Italo Toni, i due giornalisti misteriosamente scomparsi il 2 settembre 1980 mentre lavoravano ad un'inchiesta sui campi palestinesi nel sud del Libano. Fratel Massimo Cocci, il sacerdote che ha officiato la messa nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, con il coro della Polizia municipale, nella sua omelia ha
sottolineato che De Palo e Toni ''hanno dato la vita per un bene dell'umanità, la ricerca della verità''.
Dopo l'auspicio espresso lo scorso anno dal sindaco Alemanno, il Governo, con il parere favorevole del Copasir, ha tolto parzialmente il segreto di Stato sulla vicenda, sugli aspetti che riguardano direttamente la scomparsa dei due giornalisti.
''È chiaro - osserva Alemanno - che adesso che sono stati aperti gli archivi bisogna fare un lavoro di ricostruzione storica abbastanza complesso, per cui da questo punto di vista ci affidiamo anche alla magistratura perché faccia un buon uso di questa possibilità. Per adesso - aggiunge il primo cittadino - esiti specifici non ce ne sono. C'è questa possibilità di accesso ai documenti e va esplorata fino in fondo''.
Alla cerimonia era presente anche il fratello di Graziella De Palo, Giancarlo, che ha potuto già visionare i documenti desecretati. ''Da essi emerge - riferisce - quello che già era stato assodato dalla nostra inchiesta privata durata un anno e dall'inchiesta della magistratura. Adesso desideriamo che gli atti vengano fotocopiati, ci vengono consegnati affinché da un confronto incrociato si possa giungere ad una ricostruzione quanto più possibile dettagliata''. Dall'inchiesta giudiziaria, ricorda De Paolo, ''emersero responsabilità dell'Olp ed in particolare del Fronte popolare della Palestina''. (ANSA)