Riteniamo indispensabile che il governo Monti si occupi di Rai e plaudiamo all'annuncio del presidente del consiglio. Naturalmente con un'iniziativa legislativa, che in quanto tale sarà sottoposta al Parlamento. Davvero non capiamo allora quale possa essere il problema. A meno che il non expetid pronunciato da qualcuno non abbia altri reconditi inconfessabili motivi per esser sostenuto. Motivi che non sarebbero dalla parte della Rai, né da quella dei cittadini.
L'abbiamo detto e lo ripetiamo se non si cambiano i meccanismi di governance, se alla scadenza del prossimo marzo si farà finta di niente e si continueranno a lottizzare anche le aiuole l'azienda di servizio pubblico finirà nel baratro. Oggi è vampirizzata dai partiti ed è nel pieno di una crisi etica, funzionale e tecnologica. Profonda la riforma che occorre. Da attuarsi in una dimensione rigorosamente pubblica, la privatizzazione sarebbe una soluzione banale e di svendita di Stato. Noi siamo favorevoli anche ad una normativa di transizione in grado di affidare urgentemente la Rai a personalità autorevoli, indipendenti e capaci. Non solo c'è assolutamente da intervenire, ma bisogna farlo al più presto, basterebbe anche una norma chiara ed efficace nel pacchetto denominato "Cresci Italia". La Rai è un patrimonio ed un bene comune di questo Paese ed è anche un'emergenza.
RAI: LETTERA22 PROMUOVE “GIÙ LE MANI DALLA RAI”
«In un paese dove un giovane su tre non trova lavoro, dove lo spread resta altissimo, dove decine di imprese sono a rischio chiusura, dove lo stesso ministero dello Sviluppo Economico annuncia la perdita di altri 30mila posti di lavoro e soprattutto dove alcune grandi banche sono praticamente fallite, appare surreale la discussione di queste ore sulla Rai.» Lo dichiara Paolo Corsini presidente di Lettera22, che prosegue: «È sensato, oltre che opportuno, parlare di una Rai non occupata dai partiti ma non di una Rai dove la politica verrebbe sostituita da editori svizzeri. E' Doveroso sostenere un rilancio e riassetto della radiotelevisione pubblica per metterla in condizione competere in un mercato editoriale in costante evoluzione, non foss'altro perché si tratta di un'azienda in larga parte pagata con i soldi degli italiani attraverso il canone. Ma la verità è, forse, più inquietante e a testimoniarlo sono le paginate di alcuni grandi organi d’informazione. La Rai fa gola ad alcuni potentati economici, con i bilanci in rosso e i giornali in perdita, che puntano allo spezzatino del servizio pubblico. Altrimenti non si spiegherebbe l’attivismo editoriale di certa carta stampata. I vero obiettivo allora è aggredirla, spolparla, massimizzare il profitto e uccidere l’azienda. Inoltre, il polverone sulla Rai, serve a nascondere la realtà di alcune grandi banche, azioniste rilevanti di giornali, che dovrebbe essere il vero tema di riflessione.» Spiega infatti Corsini: «Nel 1993 l’allora governo tecnico guidato da Carlo Azeglio Ciampi concretizzò privatizzazioni rivelatesi disastrose. Gioielli dell’impresa pubblica che in tutto il Novecento avevano prodotto lavoro e sviluppo, furono svenduti a vantaggio dei poteri forti. Basti vedere come sono finite le floride banche allora Iri. Ora, non vorremmo che l'Esecutivo “tecnico” voglia dare l’ultimo assalto alla diligenza in ossequio ai poteri forti. Per questo, nelle prossime settimane cercheremo di mettere a punto una serie di iniziative “Giù le mani dalla Rai” volte a spiegare i pericoli delle manovre in atto». (Lettera22.info)