«Ristabilire la verità sulla morte di Andrea Rocchelli, il fotoreporter italiano ucciso tre anni fa a Sloviansk, nell'est Ucraina, il 24 maggio 2014». Lo ha chiesto il senatore del Pd Luigi Manconi, presidente della commissione per i Diritti umani, in una conferenza stampa al Senato a cui hanno partecipato anche ai genitori di Andrea, il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti e William Roguelon, giornalista francese rimasto ferito nell'imboscata che causò la morte anche di Andrej Mironov, giornalista russo e attivista per i diritti umani.
«Vogliamo verità e giustizia per nostro figlio», hanno ribadito Vito e Elisa Rocchelli, i genitori di Andrea, ucciso, a 31 anni, in un agguato dalle circostanze mai chiarite mentre era impegnato a documentare le conseguenze sulla popolazione del conflitto tra ucraini e filoseparatisti russi.
«Dopo 3 anni – ha spiegato il senatore Manconi – non siamo qui solo per fare un percorso della memoria, ma per fare chiarezza sulle modalità dell'imboscata. Questa conferenza stampa coincide con l'ennesima atroce tragedia del terribile attentato a Manchester, ma sappiamo che questo è il mondo in cui viviamo e la storia di Andrea Rocchelli ne è parte integrante, con le sue contraddizioni e dolori, per questo abbiamo voluto confermarla».
Si tratta di una vicenda che in questi tre anni si è sottratta con fatica all'oblio: pochi sanno chi era Andrea Rocchelli e pochissimo si sa della dinamica dei fatti. Avvenimenti, quelli di tre anni fa, rievocati dal racconto del fotoreporter francese William Roguelon, che ora ha deciso di contribuire alla ricerca di verità presentando una denuncia che andrà ad arricchire l'inchiesta che sta portando avanti la Procura di Pavia.
«Si voleva liquidare le morte di Andrea e di Andrej come un incidente, nel corso di una “scaramuccia” armata tra ucraini e filorussi – ha detto Vito Rocchelli –. La prima rogatoria, chiesta dalla procura di Pavia, ha avuto una risposta estremamente deludente, quasi una presa in giro, dopo due anni».
Ora, grazie anche alle indagini indipendenti portate avanti dalla famiglia e da altri giornalisti, «è stata presentata un'altra rogatoria in cui si chiedono tabulati telefonici, esami balistici e di sentire alcuni testimoni già individuati», ha spiegato l'avvocato della famiglia, Alessandra Ballerini.
Fondamentale, per la nuova rogatoria «anche il ritrovamento, un anno fa, in maniera rocambolesca, delle schede con le immagini che Andrea ha scattato durante l'agguato, poco prima di morire. Un messaggio con straordinario valore testimoniale e di prova», ha sottolineato Elisa Signori Rocchelli.
Sono circa 40 drammatici scatti, realizzati in 15 minuti, «che registrano – ha concluso la madre di Andrea – luogo, ora e durata dell'attacco. Possiamo dire che ci sia stata la dinamica abbastanza chiara di un attacco selettivo, per il quale chiediamo vengano individuati movente e responsabili».