Se n'è andato a 88 anni. Un pezzo di storia del giornalismo veneto e non solo. Toni Garzotto si è spento nella sua Abano, circondato dall'affetto della famiglia alla quale il Sindacato giornalisti Veneto e la Federazione nazionale della Stampa italiana si stringono nel momento del dolore.
Una carriera, quella di Garzotto, iniziata al Gazzettino e terminata al Mattino di Padova. Cronista di giudiziaria negli Anni di piombo, quando nel mirino dei gruppi estremisti finivano pure i giornalisti. Anche Garzotto che il 7 luglio 1977 fu gambizzato: erano le sette del mattino quando, appena uscito di casa, venne colpito da cinque proiettili esplosi da un commando sceso da un furgone che poi si allontanò a tutta velocità. Garzotto è stato l'unico giornalista veneto a essere rimasto vittima di un attentato terroristico, i cui responsabili non sono mai stati identificati.
In un'intervista di due anni fa, rilasciata al Gazzettino, alla domanda del perché colpirono proprio lui, rispose: «Ero il cronista di giudiziaria, seguivo tutto quello che facevano, sapevo a che punto erano le inchieste. Il clima di Padova in quei tempi era terribile, l'Università era un caos continuo. Autonomia Operaia seminava il terrore e c'erano tutti gli altri, brigatisti rossi e neri, sigle eversive di ogni genere. Quelli che hanno rivendicato il mio attentato si sono firmati Unione comunisti combattenti. C'era il forte sospetto che Br e Autonomia facessero azioni comuni».