''Antonio Verro parla come consigliere di amministrazione della Rai o come candidato alle politiche dello stesso partito di Augusto Minzolini?''. Se lo chiede Vittorio di Trapani, segretario nazionale Usigrai, in merito alla richiesta di reintegro dell'ex direttore del Tg1 avanzata dal consigliere Rai Antonio Verro, dopo l'assoluzione di Minzolini dall'accusa di peculato.
''Oggi va in scena un'altra edizione del conflitto di interessi e della intollerabile ingerenza dei partiti nella gestione della Rai - aggiunge Verro -. Verro rassegni le dimissioni dal CdA: anche in caso di mancata elezione, è ormai indiscutibile che non ha il profilo di autonomia e indipendenza indispensabile ad amministrare il Servizio pubblico''.
''Per quel che ci riguarda, le sentenze si rispettano e le norme si applicano, senza distinzioni di parte - prosegue Verro -. Ribadiamo però quello che l'Usigrai sosteneva gia' allora: Minzolini andava rimosso dalla direzione del Tg1 per valutazioni editoriali e di prodotto. Ancor piu' valide oggi dopo la sua candidatura come numero 2 del proprietario di Mediaset, Silvio Berlusconi. E per questa ragione e' una stagione che non si può riaprire''. (ROMA, 14 FEBBRAIO - ANSA)
ASSOLUZIONE MINZOLINI: FNSI L'ALTERNATIVA "BASTA GOGNA MEDIATICA".
"La sentenza con cui l'ex direttore del Tg1, Augusto Minzolini, e' stato assolto dall'accusa di peculato in relazione all'uso improprio della carta di credito perche' 'il fatto non costituisce reato' solleva, al di
là del caso singolo, il problema ormai ineludibile del perverso intreccio tra magistratura e giornalismo", è quanto dichiarano Paolo Corsini, Massimo Calenda, Marco Ferrazzoli e Pierangelo Maurizio, Consiglieri nazionali Fnsi Usigrai de la componente L'Alternativa.
"La gogna mediatica per cui le intercettazioni, da strumento di indagine per l'accertamento di eventuali reati, si trasformano in una sentenza di condanna a mezzo stampa, è divenuta intollerabile. Al di là dell'uso pretestuoso e fazioso che si può perpetrare delle dichiarazioni, il problema sta nel metodo inammissibile. Tutti i cittadini hanno diritto al rispetto della riservatezza delle loro comunicazioni e della presunzione di innocenza, diritti peraltro garantiti dalla nostra Costituzione".