Un articolo su PaidContent analizza l’ ipotesi che una seconda bolla possa colpire l’ industria digitale e cita, fra gli altri, la sociologa Sekai Farai, secondo cui ci sarebbe in giro troppa eccitazione, e Alan Patrick, co-fondatore di una società di consulenza tecnologica, per cui almeno dieci eloquenti segnali lo proverebbero – Eccoli
Due anni fa l’antropologa Sekai Farai ha ricevuto un finanziamento dalla Columbia University al fine di studiare la comunità delle start-up in campo tecnologico. Il tempismo della ricercatrice non poteva essere migliore, visto che una nuova corsa all’oro è partita da New York, Londra e San Francisco nella speranza di fare fortuna attraverso una nuova generazione di web company.
Secondo Sekai Farai il boom è appena iniziato: “Persone che poco tempo fa avevano lanciato una start-up perché non avevano un lavoro, adesso si trovano nella condizione di rifiutare offerte professionali. Ci sono un sacco di soldi in ballo, e la possibilità che la tua idea possa essere la prossima big thing è molto concreta. C’è molta eccitazione”. Alla domanda se all’eccitazione potrebbero seguire le lacrime, risponde: “È sempre così”.
Lo racconta, in un ampio articolo su PaidContent.org, Dominic Rushe ricordando come nel frattempo, i grandi nomi del digitale stiano facendo registrare cifre da capogiro.
(segue su Lsdi)