Non è censura preventiva, ma un chiaro richiamo alla deontologia: la tutela dei minori rimane sempre e poco importa se il fatto è eclatante e, nel caso specifico, la minore ha poco meno di 18 anni, viene sfrutta come ragazza immagine in locali genovesi (le autorità competenti forse farebbero bene a intervenire laddove minorenni lavorano in locali o altro in spregio a tutte le normative sul lavoro) o è reperibile su un socialnetwork.
E non può valere come giustificazione il fatto che sia, nel caso, di origini straniere. La diffusione della sua identità rimane una violazione delle norme di legge a tutela dei minori e delle norme deontologiche. Tantomeno vale il discorso aperto sulla giusta riforma dell'ordine, qualunque riforma sarà la tutela dei minori e le regole base della professione rimangono valide. Il richiamo a tutti i colleghi di ogni ordine e grado è pressante: la ricerca di notizie è sacrosanta, la tutela dei minori pure. La diffusione della identità della ragazza al centro del caso rimane quindi anche una violazione delle norme deontologiche che sono una garanzia per tutti e non una censura. Siamo convinti che tutti i colleghi sapranno rispettare questa elementare norma di civiltà.
Attilio Lugli, presidente Ordine giornalisti Liguria
Marcello Zinola, segretario Associazione ligure dei giornalisti