“Le nostre pensioni”: è stato il tema dell'assemblea dell'Ungp del Veneto, organizzata a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, nell'hotel Fior. Ha fatto il quadro della situazione (realtà e scenari) il presidente dell'Inpgi Andrea Camporese. Sono intervenuti, in particolare, il segretario del Sindacato dei giornalisti del Veneto Daniele Carlon e il past president dell'Inpgi Gabriele Cescutti. I lavori sono stati introdotti e coordinati dal presidente dell'Ungp del Veneto Angelo Squizzato. Conclusione con un documento, votato all'unanimità, che riassume il confronto che c'è stato. Un voto unanime sulle ragioni di un limite al cumulo tra pensione e redditi da lavoro.
Il documento:
“La sentenza della Sezione lavoro della Corte di cassazione, che ha giudicato illegittima la norma Inpgi in merito al limite di cumulo fra pensione e redditi da lavoro, ha ovviamente suscitato reazioni e commenti giuridici. I quali, confermando invece questo diritto, affermano che la stessa Cassazione a Sezioni riunite riconoscerebbe la validità dei limiti al cumulo qualora fosse in futuro chiamata a decidere su un caso analogo.
Anche i giornalisti aderenti all' Ungp del Veneto ne sono convinti, ma a questo punto le considerazioni da svolgere non sono giuridiche. La domanda cui dare un risposta è un'altra e ben più impegnativa. Una domanda che trae origine dalle condizioni del lavoro nel nostro paese, dalle pesanti difficoltà che incontrano i giovani, dalle speranze che molti di loro coltivano di poter entrare nel mondo del giornalismo, dalle fatiche e dalle delusioni che sopportano per tentare ancora, dopo che un'occasione che sembrava finalmente concreta si è trasformata per l'ennesima volta in una delusione.
Noi crediamo che porci questa domanda, accompagnandola con risposte e comportamenti conseguenti, sia un dovere per noi giornalisti pensionati, che abbiamo avuto l'opportunità di vivere la professione in un periodo certamente migliore di quello attuale, assai meno esposti ai rischi e alle difficoltà che oggi invece debbono sopportare coloro che tentano con fatica di entrare stabilmente nella professione.
Opporsi alle intenzioni di chi vorrebbe cumulare senza limiti pensione e redditi da lavoro rappresenterà non soltanto solidarietà verso chi è precario e cerca un lavoro sicuro, ma anche difesa della stabilità del nostro Inpgi. E quindi difesa delle pensioni che tutti speriamo di poter godere per un lungo periodo.
Siamo infatti ben coscienti che la sicurezza della stabilità del nostro ente previdenziale - e quindi della sua capacità di corrispondere senza problemi le nostre pensioni - deriva soprattutto dalla stabilità del lavoro dipendente e dalla regolarità dell'afflusso contributivo che noi abbiamo concorso a realizzare quando eravamo al lavoro nelle nostre aziende.
Afflusso contributivo il quale correrebbe invece il rischio di entrare in sofferenza qualora aumentasse il numero dei giornalisti pensionati-collaboratori senza che contemporaneamente l' Inpgi mantenesse il calmiere del limite di cumulo.
Le tutele da sostenere sono dunque duplici. Difesa innanzitutto di chi da tempo è in stato di precarietà e contemporaneamente di coloro ai quali, già in quiescenza, va garantita la solidità futura dell'ente. Per entrambe queste esigenze la norma sul limite di cumulo costituisce una rilevante e necessaria garanzia”.