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Osservatorio sui media 24 Nov 2010

Un Daily per l'iPad... ma non sarà tanto facile

Anche se l’ iniziativa congiunta di Rupert Murdoch e Steve Jobs nasce con un marchio legato al nuovo mondo che circola intorno alla tavoletta della Apple, non è detto che il futuro del nuovo quotidiano sia per forza roseo – Se l’ intenzione del magnate australiano è davvero quella di fare ricerca sul serio, si tratterà di una esperienza da tenere d’ occhio; in caso contrario ‘’ sarà un'altra tappa di una corsa forsennata praticata con la vista annebbiata’’ – E chi e commenti dalla Rete

Anche se l’ iniziativa congiunta di Rupert Murdoch e Steve Jobs nasce con un marchio legato al nuovo mondo che circola intorno alla tavoletta della Apple, non è detto che il futuro del nuovo quotidiano sia per forza roseo – Se l’ intenzione del magnate australiano è davvero quella di fare ricerca sul serio, si tratterà di una esperienza da tenere d’ occhio; in caso contrario ‘’ sarà un'altra tappa di una corsa forsennata praticata con la vista annebbiata’’ – E chi e commenti dalla Rete

Anche se nasce con un marchio legato direttamente al nuovo mondo ‘’e potrà sembrare un luogo desiderabile dove andare’’, non sarà tanto facile la vita per Daily, il quotidiano elettronico studiato esplicitamente per l’ iPad.
 Ne è sicuro Luca De Biase che sul  suo blog riflette sulle prospettive dell’ iniziativa di Rupert Murdoch e Steve Jobs, che dovrebbe essere lanciata in versione beta (sperimentale) nel prossimi giorni , mentre quella definitiva dovrebbe vedere la luce nei primi mesi del 2011.
Quel vantaggio, da solo, infatti, ‘’non andrà molto lontano’’ spiega De Biase. ‘’La valutazione nel tempo dipenderà dall' innovazione nel software, nella fruibilità dell'interfaccia, nella qualità dello sfruttamento che farà delle possibilità narrative del digitale. Tutto questo non è semplicemente fare un giornale per iPad: è fare ricerca sul serio. I risultati di quella ricerca potrebbero servire da base per gli altri prodotti del gruppo News Corp. Se è questo l'intendimento di Murdoch, allora si tratta di un' esperienza da tenere d'occhio. Altrimenti, sarà un'altra tappa di una corsa forsennata praticata con la vista annebbiata’’.

Un aspetto  interessante dell’ esperimento è comunque il fatto che non si baserà solo sulla pubblicità. Il giornale (che parte con un budget da 30 milioni di dollari, secondo una  analisi di PC World) costerà solo 99 cent a settimana, 4,25 dollari al mese. ‘’Se c'è grande attesa per il format - il primo ideato per i tablet e con la benedizione di Steve Jobs, neo-difensore del giornalismo tradizionale contro lo strapotere dei blogger - la vera rivoluzione – osserva Massimo Sideri su Corriere.it  -  sarà il sistema di pagamento: i giornali tradizionali si possono già scaricare dall'Apple Store. Ma, per esempio, l'abbonamento con il Wsj va pagato alla Dow Jones. Direttamente. Per il Daily si pagherà con iTunes, quindi alla Apple. Le notizie diventano un po' come la musica. Non un vero abbonamento ma un «consumo» settimanale: in qualche maniera si ritorna al concetto di edicole. Solo che le vuole gestire Jobs.

Il pagamento alla iTunes  ‘’non sarà una soluzione vera alla perdita di entrate dei giornali cartacei – commenta De Biase -, ma è certamente una soluzione che non dipende solo dai capricci della pubblicità (il grande trauma dell'anno scorso)’’.

Alla base del prodotto il ragionamento di Murdoch, ‘’semplice come al solito’’: ‘’ Nel mondo web è complicato far passare a pagamento un sito giornalistico al quale i lettori sono abituati ad accedere gratis. Ma nel mondo iPad le persone sono predisposte ad acquistare. E acquisteranno anche il nuovo giornale che non avevano mai potuto trovare prima gratis’’, dice De Biase.
Reggerà?
In ogni caso, osserva De Biase, ‘’il Daily dimostrerà la capacità di un editore di ritarare il modello di business sui nuovi numeri dell'editoria quotidiana, piuttosto che la capacità di trovare nuovi modelli di business e nuove strutture per fornire le informazioni. Ma potrebbe condurre a qualche riflessione. E questo sarebbe un bene.

Con questa iniziativa Murdoch continua a inseguire tutte le possibili opzioni che possano permettere di stabilire formule editoriali innovative a pagamento – commenta sull’ Osservatorio europeo di giornalismo Piero Macri . Quanto questi obiettivi siano sostenibili e praticabili al di fuori del perimetro dell’informazione finanziaria è tuttora questione aperta. Il tentativo avviato al Times non sembra ottenere grandi riscontri, eppure è ancora troppo presto per considerare il sistema a pagamento introdotto dal giornale londinese come un fiasco completo. Sicuramente ci si deve rendere conto che i numeri su cui valutare operazioni editoriali a pagamento non possono essere oggetto di un confronto diretto con il traffico generato da giornali che hanno in essere un sistema di accesso gratuito. Che si perdano centinaia di migliaia di visitatori è inevitabile, occorre piuttosto capire qual è il numero di utenti e il valore dei ricavi pubblicitari che una formula di questo tipo deve rispettare per riuscire a ottenere una condizione sostenibile.

Fra le altre (molte) domande: come potrà Murdoch fare un quotidiano con soli 100 giornalisti, quando realtà come il Nyt, ad esempio, avevano 1.000 redattori (prima della ristrutturazione)? E quale sarà il ruolo di Apple sul versante della struttura tecnologica?
Proabilmente perché il giornale, che avrà sede negli uffici di New York  della News Corp, coprirà solo gli Stati Uniti, senza progetti per eventuali redazioni all’ estero o nella stessa Washington.

 I lettori secondo le attese dovrebbero essere fra  i 100.000 e i 500.000 nei primi 5 anni.
Il giornale – precisa l’ apcom - avrà principalmente contenuti esclusivi che privilegeranno la fotografia e i materiali multimediali, ma saranno disponibili anche i video di Fox Sport. The Daily sarà prodotto la sera e sarà disponibile su iPad il mattino seguente, con alcuni aggiornamenti durante la giornata. Per distinguersi dai giornali online The Daily non avrà link in entrata né in uscita e presenterà una sezione separata di approfondimento.

Tra le firme che parteciperanno al progetto – racconta sempre apcom - c'è Sasha Frere-Jones, critico musicale del New Yorker, il produttore televisivo Steve Alperin e Richard Johnson, ex numero uno di Page Six, la pagina di gossip del New York Post. Sono stati assunti anche giornalisti provenienti da New York Times, AOL, e Atlantic.

Murdoch – secondo mashable.com – ha calcolato che se riuscisse a conquistare una piccolo frazione del mercarto dell’ iPad (qualcuno stima il 5% di 40 milioni di possessori di iPad alla fine del 2011), allora sarebbe il successo. E’ una grande e rischiosa scommessa che gli si può sgonfiare sul muso oppure può rinsaldare l’ eredità di un Murdoch visionario e ‘’re’’ dell’ informazione.
Comunque, secondo Mashable, anche se Daily decollerà diventando un must delle pubblicazioni sui Pad, non potrà mai diventare l’ unico giocatore in campo. La gente non smetterà certo di leggere i blog o i siti online dei quotidiani a favore dell’ iPad. Semmai i cittadini aggiungeranno Daily alle loro tante fonti di Informazione. Qualche giorno  spenderanno 0,99 dollari, negli altri giorni lo leggeranno negli archivi di Mashable o di Perez Hilton.

In ogni caso, conclude Mashable, il 2011 si profila come un altro anno molto interessante per un mondo del giornalismo così in fermento.

(via Lsdi

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