C'erano i rappresentanti degli enti di categoria dei giornalisti, esponenti di associazioni e istituzioni, personaggi del mondo della cultura e della politica, studenti e cittadini del quartiere a prendere un 'caffè per la legalità' al Roxy Bar della Romanina, dove il giorno di Pasqua due appartenenti al clan Casamonica hanno malmenato il titolare del locale ed una cliente disabile.
All'iniziativa, promossa dai giornalisti della rete NoBavaglio e da Articolo21, erano presenti anche il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti; il segretario del consiglio nazionale dell'Odg, Guido D'Ubaldo; Giampiero Spirito, presidente di Casagit Servizi e Gianfranco Summo, vicepresidente della Casagit; Massimo Marciano del Comitato amministratore Inpgi2; il segretario dell'Usigrai, Vittorio Di Trapani; il presidente dell'Ungp, Guido Bossa; rappresentanti di Stampa Romana, dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, dell'associazione Amici di Roberto Morrione, dell’Ucsi.
Con loro, fra gli altri, l'attore Ascanio Celestini; monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma; il magistrato e presidente onorario di Libera, Gian Carlo Caselli; il sottosegretario alla giustizia Gennaro Migliore; Gianpiero Cioffredi, presidente dell'Osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio; la consigliera regionale Marta Bonafoni.
Ma, soprattutto, davanti al Roxy bar erano schierate le telecamere e i taccuini dei colleghi a fare da «scorta mediatica ai gestori del bar che hanno avuto il coraggio di ribellarsi alle cinghiate dei Casamonica e ai cittadini che vivono ogni giorno questo quartiere», ha ricordato il presidente Giulietti.
«Abbiamo il dovere – ha proseguito – di continuare a tenere accesi i riflettori su realtà come questa, come Ostia e come qualsiasi altro luogo dove l'oscurità fa prosperare il malaffare. Non possiamo lasciare sole queste persone. Non possiamo noi giornalisti, non possono permetterlo le istituzioni, le autorità e la politica».
Della stessa idea anche i rappresentanti del comitato di quartiere e delle tante associazioni che hanno preso parte all'iniziativa: «Servono spazi per il sociale, risorse per i giovani. Serve che questi territori non restino abbandonati a se stessi. Per questo lanciamo già la data del prossimo appuntamento, il 24 maggio, per dare seguito a questa iniziativa e per nuovi eventi. Nessun territorio deve essere isolato», hanno ribadito.
«Siamo qui perché non si può rimanere indifferenti rispetto a quanto successo, non devono esistere zone precluse a chi vive in questi quartieri e a chi vuole raccontarli. Oggi è solo un primo passo per illuminare le periferie», ha detto Marino Bisso, della rete NoBavaglio, annunciando l'intenzione di tornare periodicamente al Roxy bar per leggere i giornali, fare rassegne stampa ragionate con gli studenti e i residenti e parlare con loro dei problemi delle periferie.
«Dobbiamo essere grati a chi solidarizza con i cronisti minacciati. E dobbiamo essere grati – ha concluso il presidente Giulietti – ai titolari del Roxy bar che hanno avuto il coraggio di denunciare chi li ha aggrediti. Il nostro dovere di giornalisti è dare anche a loro e non solo ai nostri colleghi la 'scorta mediatica' e continuare a illuminare ogni giorno le periferie dimenticate. Dobbiamo andare nelle scuole, nelle parrocchie, in ogni piazza per ribadire la battaglia per la legalità. A Roma e ovunque, riappropriamoci di un 'noi' collettivo nella battaglia per la legalità».