5 marzo - Pubblichiamo le notizie che ci sono pervenute da O2 Ossigeno per l’Informazione - Osservatorio Fnsi-Ordine dei Giornalisti sui cronisti sotto scorta e le notizie oscurate con la violenza
L’INTERNAZIONAL PRESS INSTITUTE DI VIENNA CONDANNA
LE VIOLENZE IN ITALIA DENUNCIATE DA OSSIGENO
A proposito della lettera minatoria indirizzata il primo marzo scorso ai giornalisti Michele Santoro, Marco Travaglio, Gianni Barbacetto e Peter Gomez “l’IPI esorta le autorità italiane a fare ogni cosa in loro potere per identificare la persona o le persone responsabili dell’invio della lettera minatoria”. Lo ha dichiarato Anthony Mills, Press & Communications Manager dell’IPI. “In un clima politico così particolarmente diviso come è quello italiano è fondamentale che tali atti intimidatori non vengano tollerati”. Commentando l’aggressione a Fabio Cosma Colombo Anthony Mills ha aggiunto: “Le autorità italiane hanno il dovere di indagare su questa aggressione e di trascinare i responsabili davanti alla giustizia, soprattutto alla luce del fatto che il tutto pare essere avvenuto in presenza di ufficiali delle forze dell’ordine che non sarebbero intervenuti”.
La nota di Barbara Trionfi consulente di Press Freedom
L’INTERNAZIONAL PRESS INSTITUTE DI VIENNA CONDANNA
LE VIOLENZE IN ITALIA DENUNCIATE DA OSSIGENO
A Roma giornalisti italiani ricevono lettera minatoria con proiettili, mentre al Sud un altro reporter è stato aggredito. L’International Press Institute (IPI) condanna le intimidazioni e auspica una rapida inchiesta.
nota di Barbara Trionfi, consulente Press Freedom
traduzione dal’inglese per Ossigeno a cura di Martina Bettucci e Silvia Cuomo
Vienna, 3 Marzo 2011: Una lettera minatoria, scritta a mano e contenente quattro proiettili, è stata recapitata a quattro noti giornalisti italiani presso la sede RAI, in via Teulada, a Roma, lo scorso primo marzo. Era indirizzata ai giornalisti Michele Santoro, Marco Travaglio, Gianni Barbacetto e Peter Gomez.
Il giornalista e conduttore televisivo Michele Santoro, che lavora alla RAI ed è apertamente schierato con le idee politiche del centro-sinistra, conduce in TV dal 2006 il talkshow di attualità “Annozero”. Il programma si è attirato l’astio dei rappresentati della coalizione di centro-destra, guidata dal capo del governo Silvio Berlusconi.
Il giornalista investigativo Marco Travaglio è ospite fisso della trasmissione, e ha recentemente fondato il quotidiano indipendente “Il Fatto Quotidiano”, di cui Peter Gomez è caporedattore della versione online www.ilfattoquotidiano.it. Gianni Barbacetto è un conosciuto giornalista investigativo e autore di una serie di libri sulla politica e la corruzione in Italia, alcuni in collaborazione con Travaglio e Gomez.
L’ufficio di Santoro ha dichiarato ieri all’IPI di non essere a conoscenza dei contenuti della lettera recapitata in RAI, che è stata immediatamente girata alla Digos, l’organo della polizia di stato che si occupa di investigazioni per attività legate ad attacchi terroristici e criminalità organizzata. Secondo le prime indagini gli investigatori ipotizzano che si tratti di un gesto mitomane isolato piuttosto che di un gruppo organizzato, dal momento che la lettera non era firmata. “Riceviamo lettere minatorie continuamente. Anche l’anno scorso ne abbiamo ricevute alcune”, ha rivelato un membro dello staff di Santoro all’IPI.
“L’IPI esorta le autorità italiane a fare ogni cosa in loro potere per identificare la persona o le persone responsabili dell’invio della lettera minatoria” ha reso noto il Press & Communications Manager IPI Anthony Mills. “In un clima politico così particolarmente diviso come è quello italiano è fondamentale che tali atti intimidatori non vengano tollerati”.
Poco tempo fa, il 5 febbraio, una lettera minatoria indirizzata a Santoro e Travaglio è stata inviata alla redazione del quotidiano “Il Resto del Carlino”, a Bologna. La lettera, scritta a mano e in lettere maiuscole, diceva: “I vostri cari pagheranno per la vostra cattiveria. Presto piangerete lacrime amare”. Era firmata “FUAN”, sigla che potrebbe portare a un collegamento con un movimento studentesco di estrema destra fondato nel 1950 che ha poi cambiato il suo nome in “Azione Universitaria” nel 1996.
Il 21 febbraio, a Milano, degli ordigni esplosivi sono stati trovati vicino alla redazione de Il Fatto Quotidiano e agli uffici editoriali della RAI, hanno raccontato i giornali italiani.
Un’altra aggressione è avvenuta invece il 28 febbraio più a sud, vicino Salerno. Il giornalista Fabio Cosma Colombo, del quotidiano Metropolis, è stato picchiato fino a perdere i sensi. Il reporter stava raccogliendo informazioni sulla morte di un giovane, di cui in seguito è stato accertato il suicidio, quando è stato attaccato alla presenza dei carabinieri che non sarebbero intervenuti in tempo, racconta l’organizzazione non governativa italiana Ossigeno per l’lnformazione, un progetto congiunto della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) e dell’ordine dei Giornalisti (OdG).
In merito all’aggressione del giornalista salernitano, l’associazione Ossigeno ha raccolto le testimonianze di diversi giornalisti che lavorano nella zona, i quali hanno dichiarato che “le intimidazioni e le minacce sono ormai l’ingrediente principale di ogni giornata lavorativa”. Costa Colombo, che attualmente si trova in ospedale, ha affermato che un’aggressione del genere è “normale” in quella zona. “E’ diventato molto più difficile raccontare i fatti”, ha detto.
Anthony Mills ha dichiarato in proposito: “Le autorità italiane hanno il dovere di indagare su questa aggressione e di trascinare i responsabili davanti alla giustizia, soprattutto alla luce del fatto che il tutto pare essere avvenuto in presenza di ufficiali delle forze dell’ordine che non sarebbero intervenuti”.
*** Per altre informazioni e richieste, contattare:
Nayana Jayarajan - Communications Officer
International Press Institute (IPI) - Tel: + 43 1 512 9011
E-mail: njayarajan(at) freemedia.at
GIORNALISTI: AGGRESSIONE A COLOMBO,SOLIDARIETA' ODG CAMPANIA
NAPOLI, 2 MAR - L'Ordine dei giornalisti della Campania ''e' al fianco del collega Fabio Colombo, aggredito mentre svolgeva il proprio lavoro a Sant'Egidio di Montalbino, e a tutta la redazione di Metropolis che racconta puntualmente i fatti di cronaca in un territorio segnato troppo spesso da un clima di violenza nei confronti dei cronisti''. In una nota, l'Ordine dei Giornalisti chiede ''pertanto alle forze dell'ordine una maggiore tutela nei confronti di chi ha il difficile compito di informare l'opinione pubblica''.
DEONTOLOGIA / ORDINE GIORNALISTI, “IL GIORNALISTA FA LE DOMANDE”
ROMA - ''L'informazione corretta e' un diritto del cittadino. E' dovere del giornalista mantenere un comportamento rispettoso delle regole deontologiche e delle persone, indipendente da ogni potere politico ed economico''. Nei giorni scorsi il Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti ha rivolto questo energico richiamo. Ha ricordato che ''le interviste devono rispecchiare il pensiero dell'intervistato’’.ha sottolineato che “è il giornalista che fa le domande, indipendentemente dall'importanza dell'interlocutore''. Il richiamo è arrivato dopo la discussa intervista di Michele Renzulli al premier Berlusconi andata in onda sul Tg1, e le polemiche che ne sono seguite coinvolgendo giornalisti del Tg3. Leggi tutto sul link
CINA: NORME PIU’ SEVERE PER I CORRISPONDENTI STRANIERI
PECHINO, 3 MAR - I giornalisti stranieri in Cina devono "rispettare le leggi e i regolamenti" o "non ci sarà legge che li potrà proteggere", ha affermato la portavoce del ministero degli esteri Jiang Yu in una conferenza stampa a Pechino. Domenica scorsa decine di reporter sono stati aggrediti dalla polizia cinese sulla centrale via Wang Fujing, a Pechino. Sono seguite polemiche e accuse nei confronti di “alcuni giornalisti” stranieri. La portavoce li ha accusati di protagonismo perché avrebbero "creato la notizia" invece di limitarsi a ‘’riportarla’’ All' origine della controversia, gli appelli via Internet a partecipare a pacifiche manifestazioni per la democrazia e contro la corruzione, iniziative battezzate dai promotori "le proteste dei gelsomini". Le manifestazioni indette in cento città cinesi hanno richiamato, oltre ai corrispondenti stranieri in Cina, alcune centinaia di persone a Pechino e Shanghai e hanno suscitato una dura reazione da parte delle autorità di pubblica sicurezza. La portavoce ha smentito le voci secondi cui le leggi relativamente liberali sulla stampa varate nel 2007 siano state annullate ma ha confermato nuove, più severe regole.
Una corrispondenza di Beniamino Natale da Pechino
CINA:NUOVO MONITO A CORRISPONDENTI, RISPETTATE REGOLE
NUOVO INVITO IN TRE GIORNI, NON SIATE VOI A CRERE LE NOTIZIE
(di Beniamino Natale) -
PECHINO, 3 MAR - I giornalisti stranieri in Cina devono "rispettare le leggi e i regolamenti" o "non ci sarà legge che li potrà proteggere". Il nuovo ammonimento, un primo c'era già stato martedì, è stato fatto oggi dalla portavoce del ministero degli esteri Jiang Yu in una conferenza stampa a Pechino. In uno strascico delle polemiche sui fatti di domenica scorsa - quando decine di reporter sono stati aggrediti dalla polizia cinese sulla centrale via Wang Fujing, a Pechino - la portavoce ha accusato "alcuni giornalisti" di voler essere dei protagonisti "creando la notizia" e non "riportando la notizia".
All' origine della controversia ci sono gli appelli lanciati su Internet a pacifiche manifestazioni per la democrazia e contro la corruzione chiamate dai loro promotori "proteste dei gelsomini". E sempre alle proteste potrebbe essere collegata la sperimentazione da parte delle autorità di Pechino di un sistema di sorveglianza della rete dei telefoni cellulari che permette di seguire con grande precisione gli spostamenti delle persone. Il sistema, affermano da parte loro le autorità, è destinato a migliorare la gestione del traffico.
Le proteste dei 'gelsomini', convocate in cento città cinesi, hanno richiamato, oltre ai corrispondenti stranieri in Cina, alcune centinaia di persone a Pechino e Shanghai e hanno suscitato una dura reazione da parte delle autorità di pubblica sicurezza, che hanno effettuato decine di arrestati, compresi noti dissidenti ed attivisti democratici che si sono dichiarati estranei alla vicenda. A partire dalla scorsa settimana la polizia di Pechino sta convocando uno ad uno tutti i corrispondenti stranieri in Cina, raccomandando loro di "rispettare le regole" e "l' etica della professione". Nella capitale sono in corso da oggi le sessioni annuali della Conferenza consultiva del popolo e dell' Assemblea nazionale, che insieme formano quanto di più simile esiste in Cina ad un Parlamento. Come negli scorsi anni, severe misure di polizia sono state prese in occasione della riunione delle "due assemblee".
I luoghi delle manifestazioni indicati dal misterioso gruppo di dissidenti sono vie commerciali o parchi pubblici frequentati nel fine settimana da migliaia di persone. La forma di protesta scelta dagli organizzatori - secondo i quali "anche una passeggiata è una dichiarazione (politica), anche un sorriso è una dichiarazione" - ha reso impossibile distinguere i manifestanti dai comuni cittadini e dai turisti dediti allo shopping. Le proteste sono cominciate domenica 27 febbraio, e proseguiranno tutte le domeniche fino a quando il movimento "acquisterà slancio" e passerà a forme di protesta più esplicite, hanno aggiunto i promotori in un comunicato diffuso da alcuni siti web di esuli cinesi. A Shanghai, dove i controlli sono stati relativamente più blandi che nella capitale, molti cittadini hanno detto ai giornalisti di essere sul posto per manifestare. Nel primo giorno della singolare protesta a Pechino sono comparsi dei mazzi di gelsomini, in un ideale collegamento con la rivolta democratica in Tunisia che ha aperto la stagione di proteste in corso nel mondo arabo.
Jiang Yu, la portavoce governativa, ha smentito oggi che le leggi relativamente liberali sulla stampa varate nel 2007 siano state annullate ma ha aggiunto che le nuove regole più severe annunciate negli ultimi giorni non sono che "un approfondimento dettagliato" delle vecchie leggi. (ANSA)
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