Dal primo marzo la Advertising Standards Authority (ASA), l’ organismo di verifica degli standard pubblicitari sui media britannici, ha assunto il compito di controllare anche quello che le aziende fanno sui siti web o sui social network
Le nuove norme – annuncia l’ European Journalism Centre – riguardano in particolare quei comportamenti che potrebbero essere interpretati come marketing, anche se non sono propriamente assimilabili alla classica inserzione. Finora infatti l’ ASA aveva il potere di controllare solo la normale pubblicità online a pagamento.
Sin dal 2008 l’ osservatorio aveva ricevuto più di 4.500 denunce relative a frasi e testi su cui non poteva intervenire. ‘’Segnalazioni molto simili a quelle che normalmente il pubblico ci indirizza sulle inserzioni che compaiono su media come televisione, radio, manifesti e giornali’’, precisa Guy Parker, chief executive di ASA.
L’ Authority – riporta l’ Ejc – ha precisato che i nuovi poteri le consentiranno di trattare un crescente numero di segnalazioni sul modo con cui le aziende si vendono sul web. L’ allargando del codice pubblicitario ai testi non a pagamento prevede che anche questi ultimi, analogamente alle inserzioni a pagamento, non possano provocare danni, ingannare od offendere. Anche se prioritariamente la sua attenzione è concentrata sui siti con i suffissi ‘.co.uk’, l’ ASA ha comunque la facoltà di controllare anche i siti ‘.com’, come Facebook, se lo spazio online che viene usato è sotto il controllo di un’ azienda britannica.
Per incoraggiare le aziende ad attenersi alle norme, l’ organismo annuncia che ricorrerà al metodo della denuncia pubblica, che per molte compagnie sarebbe una sanzione particolarmente pesante. Ulteriori sanzioni potrebbero imporre la rimozione di quei materiali dai motori di ricerca.
L’ ASA ha infine spiegato di avere la possiblità di fare degli avvisi pubblici per segnalare ai cittadini quelle aziende che non rispettano il codice pubblicitario.
(da Lsdi)