Dopo un negoziato durato oltre 36 ore, nella notte fra venerdì 8 e sabato 9 dicembre 2023 le istituzioni Ue hanno raggiunto l'accordo sull'AI Act, la legge europea sull'intelligenza artificiale. Si tratta del primo quadro normativo sui sistemi di IA nel mondo. A dare l'annuncio, su X, è stato il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton: «Storico! L'Ue diventa il primo continente a stabilire regole chiare per l'uso dell'intelligenza artificiale».
Obiettivo della normativa è garantire che l'IA protegga i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale, stimolando al tempo stesso l'innovazione e rendendo l'Europa leader in un settore divenuto argomento di uso comune con la diffusione di sistemi come ChatGPT.
Fulcro della legge è l'adozione di un approccio basato sul rischio. È prevista una serie di obblighi a fornitori e sviluppatori di sistemi di IA a seconda dei diversi livelli di rischio identificati. Uno dei capitoli più importanti è quello delle pratiche vietate perché comportano un rischio inaccettabile per la sicurezza e i diritti fondamentali, come il divieto dei sistemi di identificazione biometrica in tempo reale e a distanza, ad esempio il riconoscimento facciale, il cui uso sarà limitato a casi specifici.
Altro punto molto discusso, quello sui modelli di fondazione come GPT-4, alla base di ChatGPT. L'accordo prevede obblighi rigorosi per i modelli ad alto impatto con rischio sistemico. Norme che Berlino, Parigi e in parte Roma avrebbero voluto diluire in codici di condotta, temendo che gli oneri imposti possano soffocare l'innovazione in Ue. Contrarie a questa impostazione le associazioni di produttori di contenuti e le organizzazioni dei giornalisti sia italiane, compresa la Fnsi, che europee.
Il testo varato prevede «regole stringenti per la sicurezza dei modelli più potenti» e requisiti di «trasparenza sul diritto d'autore a tutela dei lavoratori della creatività e del giornalismo e la riconoscibilità dei contenuti generati dall'intelligenza artificiale, in modo da contrastare la disinformazione e difendere la nostra democrazia da una proliferazione incontrollata dei cosiddetti deepfakes», ha rassicurato Brando Benifei, eurodeputato Pd relatore dell'AI Act.
Dovranno essere sempre segnalati i contenuti prodotti con l'impiego dell'intelligenza artificiale e, a tutela del diritto d'autore, dovranno essere indicati i modi e i mezzi con cui l'IA viene addestrata e da chi. Il provvedimento dovrà ora essere adottato formalmente sia dal Parlamento che dal Consiglio europeo per diventare legge della Ue.