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Ue, raggiunta l'intesa sull'Ai Act (Foto: ImagoEconomica/Fnsi)
Istituzioni 11 Dic 2023

Ue, raggiunta l'intesa sull'Ai Act

La legge europea rappresenta il primo quadro normativo al mondo sui sistemi di intelligenza artificiale. Punta a garantire trasparenza e tutela dei diritti fondamentali, stimolando al contempo l'innovazione. Fissate regole stringenti in difesa del diritto d'autore. Il testo concordato dovrà  ora essere adottato sia dal Parlamento che dal Consiglio europeo.

Dopo un negoziato durato oltre 36 ore, nella notte fra venerdì 8 e sabato 9 dicembre 2023 le istituzioni Ue hanno raggiunto l'accordo sull'AI Act, la legge europea sull'intelligenza artificiale. Si tratta del primo quadro normativo sui sistemi di IA nel mondo. A dare l'annuncio, su X, è stato il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton: «Storico! L'Ue diventa il primo continente a stabilire regole chiare per l'uso dell'intelligenza artificiale».

Obiettivo della normativa è garantire che l'IA protegga i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale, stimolando al tempo stesso l'innovazione e rendendo l'Europa leader in un settore divenuto argomento di uso comune con la diffusione di sistemi come ChatGPT.

Fulcro della legge è l'adozione di un approccio basato sul rischio. È prevista una serie di obblighi a fornitori e sviluppatori di sistemi di IA a seconda dei diversi livelli di rischio identificati. Uno dei capitoli più importanti è quello delle pratiche vietate perché comportano un rischio inaccettabile per la sicurezza e i diritti fondamentali, come il divieto dei sistemi di identificazione biometrica in tempo reale e a distanza, ad esempio il riconoscimento facciale, il cui uso sarà limitato a casi specifici.

Altro punto molto discusso, quello sui modelli di fondazione come GPT-4, alla base di ChatGPT. L'accordo prevede obblighi rigorosi per i modelli ad alto impatto con rischio sistemico. Norme che Berlino, Parigi e in parte Roma avrebbero voluto diluire in codici di condotta, temendo che gli oneri imposti possano soffocare l'innovazione in Ue. Contrarie a questa impostazione le associazioni di produttori di contenuti e le organizzazioni dei giornalisti sia italiane, compresa la Fnsi, che europee.

Il testo varato prevede «regole stringenti per la sicurezza dei modelli più potenti» e requisiti di «trasparenza sul diritto d'autore a tutela dei lavoratori della creatività e del giornalismo e la riconoscibilità dei contenuti generati dall'intelligenza artificiale, in modo da contrastare la disinformazione e difendere la nostra democrazia da una proliferazione incontrollata dei cosiddetti deepfakes», ha rassicurato Brando Benifei, eurodeputato Pd relatore dell'AI Act.

Dovranno essere sempre segnalati i contenuti prodotti con l'impiego dell'intelligenza artificiale e, a tutela del diritto d'autore, dovranno essere indicati i modi e i mezzi con cui l'IA viene addestrata e da chi. Il provvedimento dovrà ora essere adottato formalmente sia dal Parlamento che dal Consiglio europeo per diventare legge della Ue.

@fnsisocial

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