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Fnsi 15 Apr 2011

Ucciso barbaramente Vittorio Arrigoni giornalista e pacifista militante a Gaza

“La barbara e crudele uccisione di Vittorio Arrigoni, giornalista, militante pacifista da anni cittadino della Striscia di Gaza, ci riempie di dolore. Ancora una volta cade vittima della barbarie un uomo buono e giusto che intendeva sostenere con l’azione solidale, anche con lo strumento  dell’informazione, i diritti di tanta gente coinvolta in una sanguinosa e incredibile guerra strisciante.

“La barbara e crudele uccisione di Vittorio Arrigoni, giornalista, militante pacifista da anni cittadino della Striscia di Gaza, ci riempie di dolore. Ancora una volta cade vittima della barbarie un uomo buono e giusto che intendeva sostenere con l’azione solidale, anche con lo strumento  dell’informazione, i diritti di tanta gente coinvolta in una sanguinosa e incredibile guerra strisciante.

Vittorio Arrigoni con i suoi post nel suo blog e con i suoi articoli per ‘il manifesto’ si metteva pesantemente in gioco rischiando fortemente, con il suo attivismo e la sua volontà di partecipare alla difesa dei pescatori e dei contadini di Gaza, di rimanere schiacciato tra contrapposte forze in campo.
La Federazione nazionale della Stampa italiana rende omaggio a Vittorio Arrigoni, nuova vittima dell’intolleranza e di coloro che, coperti da qualsiasi ideologia, si macchiano di delitti orribili contro l’umanità e l’informazione”. 

GAZA: ARRIGONI UCCISO, RAPIMENTO FINISCE IN TRAGEDIA
INUTILE BLITZ HAMAS, SECONDO PORTAVOCE SOFFOCATO ORE PRIMA
(di Alessandro Logroscino e Safwat al-Kahlout)
GAZA, 15 APRILE - È finita in tragedia l'avventura di Vittorio Arrigoni, l'attivista filopalestinese italiano rapito ieri mattina nella Striscia di Gaza da un commando ultra-estremista salafita. Il suo corpo senza vita è stato trovato in un appartamento di Gaza City dai miliziani di Hamas, a conclusione di un blitz condotto nel cuore della notte: diverse ore prima della scadenza dell'ultimatum che i sequestratori avevano fissato in teoria alle 16 di oggi per il rilascio dei loro ''confratelli'' detenuti, pena l'uccisione dell'ostaggio.
Secondo la versione di Yiab Hussein, portavoce del ministero dell'Interno del governo di fatto di Hamas a Gaza, Arrigoni sarebbe stato soffocato già prima del blitz. Anzi, ''qualche ora prima''. Le ricerche - affiancate dai primi tentativi della Farnesina di stabilire un qualche contatto diplomatico umanitario che non c'è stato nemmeno il tempo d'intrecciare - erano scattate nel pomeriggio di ieri, dopo la diffusione d'un video sul sequestro: rivendicato da una sigla poco nota della galassia salafita di Gaza che si ispira alle parole d'ordine di Al Qaida, la Brigata Mohammed Bin Moslama.
Nel video il volontario italiano appariva bendato e col volto insanguinato, mentre scorreva una sovraimpressione in arabo che lo accusava di propagare i vizi dell'Occidente fra i Palestinesi, imputava all'Italia di combattere contro i Paesi musulmani e ingiungeva a Hamas di liberare i salafiti detenuti nella Striscia entro 30 ore (le 16 italiane di oggi).
Poi, nella notte, è arrivata la svolta. Secondo Hussein, le indagini hanno portato all'arresto d'un primo militante salafita, il quale ha condotto gli uomini di Hamas fino al covo: un appartamento nel rione Qarame, a Gaza City, che i miliziani delle Brigate Ezzedin al-Qassam (braccio armato di Hamas) hanno espugnato nel giro di pochi minuti, dopo una breve sparatoria conclusa con la cattura di un secondo salafita. Per Arrigoni, però, ormai non c'era più nulla da fare, ha detto il portavoce.
Hussein ha espresso la volontà di Hamas di ''stroncare ora tutti i componenti del gruppo'' dei rapitori e ha condannato l'uccisione di Arrigoni - indicato come ''un amico del popolo palestinese'' - definendola ''un crimine atroce contro i nostri valori''. Egli ha aggiunto che ''ci sono forze che vogliono destabilizzare la Striscia di Gaza, dopo anni di stabilità e sicurezza'. E ha inoltre ipotizzato che gli ultraintegralisti - protagonisti negli ultimi due anni di veri e propri tentativi di sollevazione contro Hamas, come quello represso nel sangue nel 2009 nella moschea-bunker di Rafah - abbiano sequestrato Arrigoni non solo per cercare di ottenere il rilascio dei loro compagni arrestati, ma anche perché ideologicamente ostili alla presenza di stranieri e 'infedeli': e decisi quindi a lanciare un segnale intimidatorio in vista del possibile arrivo d'una nuova flottiglia internazionale di attivisti filopalestinesi. 
Arrigoni era stato il primo straniero a essere rapito a Gaza dopo il giornalista britannico della Bbc Alan Johnston, catturato circa quattro anni fa da un altro gruppo locale simpatizzante di Al Qaida, l'Esercito dell'Islam, e liberato dopo 114 giorni di prigionia e lunghe trattative sotterranee.
L'attivista italiano erano molto noto a Gaza dove lavorava a da tempo per conto dell'International Solidarity Movement, una Ong votata alla causa palestinese. Aveva partecipato in passato fra l'altro alla missione di una delle prime flottiglie salpate per sfidare il blocco marittimo imposto da Israele all'enclave dopo la presa del potere di Hamas nel 2007 seguita all'estromissione violenta dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp) del presidente moderato Abu Mazen (Mahmud Abbas). (ANSA)

ARRIGONI: IL "VIK" DI GAZA INVISO A ISRAELE E SALAFITI
In tre anni era diventato un "cittadino" di Gaza, rispettato dalla popolazione che assisteva facendo da scudo umano ai contadini al confine con Israele o ai pescatori che si avventuravano oltre le tre miglia dalla costa, dove scatta il blocco israeliano. Ed è a Gaza che ha trovato la morte Vittorio Arrigoni, "Vik" per gli amici, il 36enne attivista lombardo dell'International Solidarity Movement. Il suo gruppo aveva già avuto un "martire", la pacifista americana Rachel Corrie schiacciata da una ruspa israeliana nel marzo 2003 mentre tentava di impedire l'abbattimento di alcune case palestinese a Rafah.
"Utopia", come era soprannominato, originario di Bulciago, paesino di 2700 abitanti in provincia di Lecco, era arrivato a Gaza nell'agosto del 2008 e con il suo impegno pacifista si era guadagnato le minacce tanto dell'estrema israeliana che dei salafiti islamici che lo consideravano troppo vicino al governo "nemico" di Hamas. Nel suo blog GuerrillaRadio, titolo di una canzone dei Rage against the machine, raccontava le sofferenze del popolo palestinese e anche in questi giorni aveva documentato i raid israeliani nella Striscia e le morti palestinesi nei tunnel dall'Egitto.
Nel dicembre 2008 aveva raccontato l'offensiva israeliana Piombo fuso su Gaza. Le sue corrispondenze per Il Manifesto si concludevano sempre allo stesso modo: "Restiamo umani", titolo anche del suo libro tradotto in quattro lingue.
Negli ultimi giorni si era occupato dell'assedio a Itamar, il villaggio a ridosso dell'insediamento ebraico teatro nelle scorse settimane di un orrendo massacro di una famiglia di coloni. (AGI)

IL MANIFESTO, ARRIGONI HA RACCONTATO DAL VIVO DRAMMA PALESTINESI GAZA
Roma, 15 aprile. - "Vittorio Arrigoni, l'attivista dell'International solidarity movement, per 'il manifesto' ha raccontato dal vivo gli orrori dell'operazione Piombo Fuso e la situazione drammatica dei palestinesi della Striscia. Ai familiari, agli amici, ai compagni di Vittorio va l'abbraccio di tutto il collettivo del manifesto". Questi alcuni stralci dell'articolo pubblicato nella homepage del quotidiano, in cui si ripercorrono le fasi del rapimento del cooperante italiano e si annuncia il ritrovamento del corpo in un appartamento di Gaza City.
"Dagli ultimi due anni e mezzo vissuti intensamente da Vittorio Arrigoni nella Striscia e dall'esperienza della Freedom Flotilla - si legge ancora - erano nati numerosi reportage scritti per 'il manifesto' e il volume 'Restiamo umani', pubblicato nel 2009 da manifestolibri. Sul suo profilo facebook appare un suo post inviato alle 19.12 di mercoledi' 13 aprile, che riportava la storia di quattro lavoratori palestinesi morti in uno dei tunnel scavati sotto il confine di Rafah, per aggirare l'assedio delle forze israeliane. Il suo blog è un punto di riferimento per chi vuole conoscere quanto avviene in Palestina". (ADNKRONOS)

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