La eccezionale concentrazione che caratterizza il settore del broadcasting italiano, il pasticcio creato dalla collusione tra media e sistema politico, e l'eccessiva attenzione del governo alla gestione del servizio pubblico non sono soltanto "anomalie italiane".
TV: ITALIA LINEA DEL FRONTE PER NUOVE REGOLE COMUNI La eccezionale concentrazione che caratterizza il settore del broadcasting italiano, il pasticcio creato dalla collusione tra media e sistema politico, e l'eccessiva attenzione del governo alla gestione del servizio pubblico non sono soltanto "anomalie italiane". Ma l'Italia è la linea del fronte della lotta per il varo e l'applicazione di regole comuni per governare il rapporto tra media e potere politico. Su http://www.lsdi.it/documenti/media_ita2.pdf il testo completo in italiano della sezione dedicata al nostro paese - realizzata da Gianpietro Mazzoleni e Giulio Enea Vigevano - del Rapporto sulla tv in Europa diffuso dall'Open Society Institute (Fondazione Soros). - - - - - - - - - VERSO LA FORMAZIONE DI TELE-MEDIA GROUPS? Gruppi che integrano telecomunicazione e produzione editoriale. E' il nuovo assetto che, secondo l'E-media institute, si va profilando all'orizzonte nel campo delle TLC. Siamo nel pieno di un nuovo ciclo di innovazione tecnica che ha ricadute importanti sia sulle strategie dei Gruppi editoriali sia su quelle dei Grupp-i di TLC. Negli anni Ottanta e Novanta questa integrazione si è consumata sul mercato della televisione via cavo; alla fine degli anni Novanta si è poi determinata nell'ambito dei contenuti proto-multimediali veicolati dal Web. Oggi la stessa integrazione si ripropone, a tutto campo e su larga scala, a ridosso dell'intero mercato audiovisivo. Il terreno della integrazione fra contenuti e accesso è però sempre un terreno scivoloso e mai facile... http://www.lsdi.it/versp.php?ID_art=121 ------------------------- IN MESSICO ONDATA DI VIOLENZA SENZA PRECEDENTI CONTRO I GIORNALISTI La Interamerican press association (Iapa): continua la repressione dei giornalisti indipendenti a Cuba. Unica nota positiva negli ultimi sei mesi: nessun giornalista ucciso in Colombia. http://www.lsdi.it/versp.php?ID_art=120