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Idil Eser (Foto: amnesty.it)
Internazionale 06 Lug 2017

Turchia, il Parlamento Ue alla Commissione: «Sospendere i negoziati se entra in vigore la nuova Costituzione»

Preoccupa i parlamentari la marcia indietro su Stato di diritto, diritti umani, libertà  di stampa e lotta alla corruzione. Intanto ieri sono stati arrestati la direttrice di Amnesty International Turchia, Idil Eser, e nove difensori dei diritti umani. Stavano partecipando ad un seminario. La solidarietà  della Fnsi.

Il Parlamento europeo ha chiesto di sospendere i negoziati di adesione tra la Turchia e l'Unione Europea se il governo di Ankara farà entrare in vigore le disposizioni contenute nella riforma costituzionale adottata per referendum il 16 aprile scorso. Alla luce dell'espansione dei poteri presidenziali prevista dalla riforma della Costituzione, il Parlamento europeo ha invitato la Commissione e gli Stati membri «a sospendere senza indugio i negoziati di adesione con la Turchia se il pacchetto di riforme costituzionali verrà attuato senza modifiche».

Nella risoluzione approvata con 477 voti favorevoli, 64 voti contrari e 97 astensioni, i deputati esprimono anche preoccupazione per la marcia indietro della Turchia su Stato di diritto, diritti umani, liberta' di stampa e lotta contro la corruzione.

L'Europarlamento, inoltre, condanna con fermezza il sostegno da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan alla pena di morte, che metterebbe in discussione l'appartenenza della Turchia al Consiglio d'Europa e porterebbe alla fine immediata dei negoziati di adesione.

L'aula di Strasburgo ha ribadito la condanna per il colpo di Stato dello scorso anno, ma allo stesso tempo ha deplorato la risposta sproporzionata del governo di Ankara, che ha portato a licenziamenti collettivi di dipendenti pubblici, alla liquidazione massiccia di mezzi di comunicazione, all'arresto di giornalisti, accademici, magistrati, difensori dei diritti umani e alla chiusura di numerose scuole e università.
 
L'Europarlamento ha comunque riconosciuto l'importanza strategica di buone relazioni tra l'Ue e la Turchia e il proseguimento di un dialogo costruttivo e aperto al fine di affrontare le sfide comuni, quali la migrazione, la sicurezza e il terrorismo.

Intanto ieri, 5 luglio, la polizia turca ha arrestato la direttrice di Amnesty International Turchia, Idil Eser, insieme con altri sette difensori dei diritti umani e due formatori nel corso di un seminario sulla sicurezza digitale e la gestione delle informazioni che si stava svolgendo a Büyükada, un’isola al largo di Istanbul.

«Siamo profondamente preoccupati e indignati per la notizia che alcuni tra i più importanti difensori dei diritti umani della Turchia, tra cui la direttrice di Amnesty International, siano stati arrestati senza alcun motivo», è il commento di Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International.

«Il fatto che lei e gli altri partecipanti a un normale corso di formazione siano detenuti senza contatti col mondo esterno – prosegue – è un grottesco abuso di potere che mette in luce la difficile situazione cui va incontro chi si occupa di diritti umani in Turchia. Idil Eser e le persone arrestate insieme a lei devono essere rilasciate immediatamente e senza condizioni».

Il segretario Shetty chiede quindi l’intervento dei leader mondiali riuniti ad Amburgo per il vertice G-20, che «si sono mostrati sin troppo tolleranti nei confronti del collasso dei diritti umani in Turchia. Potrebbe essere una buona occasione per parlare direttamente al presidente Erdoğan e chiedere il rilascio di tutti i difensori dei diritti umani che si trovano in carcere», conclude Shetty.

La solidarietà della Federazione nazionale della Stampa
Piena solidarietà ad Amnesty International «per l’arresto della direttrice di Amnesty Turchia, Idil Eser, finita in carcere dopo il presidente Taner Kılıç», la esprime la Federazione nazionale della stampa italiana.
«Quello che accade in Turchia da ormai un anno – dicono il segretario generale Lorusso e il presidente Giulietti –, con l’incarcerazione di massa di giornalisti, intellettuali, insegnanti, magistrati, e la repressione di qualsiasi forma di dissenso, non è più accettabile. Siamo vicini ad Amnesty International, che, insieme con la Fnsi ed altre associazioni e organizzazioni internazionali, continua a denunciare la situazione turca. Da questo punto di vista va salutata con favore la decisione del Parlamento europeo di chiedere agli Stati membri di sospendere i negoziati di adesione della Turchia alla Ue fino a quando non saranno ristabilite le condizioni di agibilità democratica».

 

@fnsisocial

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