Ancora notizie di giornalisti turchi vessati per essersi permessi di attaccare il premier Erdogan utilizzando il social network di microblogging Twitter. Questa volta è toccato a Kadri Gursel, firma di punta del quotidiano Milliyet, licenziato per un tweet “non in linea con l'etica dell'editore”, come si è affrettato a precisare il giornale sul suo sito internet.
Il quotidiano turco Milliyet ha licenziato uno dei suoi
giornalisti di punta, Kadri Gursel, per un tweet critico nei confronti del
presidente Recep Tayyip Erdogan. Ancora un caso, dunque, di violazione della
libertà di espressione e di informazione nel Paese da poco sconvolto dai
tragici fatti di Suruc.
E proprio alla politica del premier Erdogan nei confronti dei terroristi dello
Stato islamico, ai quali viene attribuito l'attentato del 20 luglio, fa
riferimento il tweet incriminato in cui l’editorialista critica l’ipocrisia dei
leader stranieri che hanno telefonato al presidente per porgergli le
condoglianze per le 32 vittime dell’attentato. “È vergognoso - ha scritto
Gursel - che i leader stranieri chiamino e consolino la persona che è la causa
numero uno del terrorismo dello Stato islamico in Turchia”.
Subito dopo il messaggio su Twitter, il quotidiano Milliyet ha pubblicato una
dichiarazione sul suo sito con la quale annunciava che la frase non è in linea
con l’etica dell'editore e che per questo il rapporto con Gursel è concluso.
Sono ormai decine i giornalisti turchi arrestati o licenziati per aver
criticato Erdogan o il suo governo. Questo di Gursel è dunque solo l’ultimo
caso, in ordine cronologico, e arriva proprio a ridosso della decisione di un
giudice turco di far bloccare per alcune ore l’accesso a Twitter, vietando anche
ai media di diffondere immagini dell'attentato di Suruc.