Sono più di 100 i giornalisti che hanno espresso solidarietà ai colleghi arrestati ieri in Turchia aderendo alla campagna lanciata da Reporter senza frontiere per la liberazione del proprio rappresentante Erol Onderoglu, della attivista per i diritti umani Sebnem Korur e del giornalista Ahmet Nesin. Tra questi anche la Federazione nazionale della stampa italiana, da tempo attenta alla situazione critica cui è sottoposta la libertà di stampa nel Paese del presidente Erdogan.
L’accusa per i tre colleghi è di "propaganda terroristica" per il supporto manifestato nei confronti del quotidiano filo curdo Ozgur Gundem. Insieme a loro altri 44 giornalisti, 37 dei quali attualmente indagati, avevano espresso la propria solidarietà nei confronti del quotidiano partecipando all'iniziativa "editore per un giorno", presentandosi a dirigere la redazione del giornale per 24 ore a titolo simbolico.
Tra le numerose attestazioni di solidarietà ai colleghi arrestati, anche quella di Sindacato, Ordine e Gruppo cronisti del Veneto che in una nota esprimono la loro preoccupazione per quanto sta avvenendo ai cronisti in Turchia e per le possibili ripercussioni in Europa se la Turchia fosse ammessa con la sua legislazione attuale nell'Unione europea.
«Da troppi mesi – si legge nella nota – vediamo che un Paese candidato all'ingresso nell'Unione Europea reprime violentemente uno dei pilastri fondamentali della democrazia: la libertà di stampa. La Turchia ha varato leggi che mirano a colpire il dissenso e in particolare le cronache e gli interventi dei giornalisti. L'arresto del collega Erol Önderoglu in base alla legge antiterrorismo, solo per aver partecipato a una campagna di solidarietà a favore del quotidiano filo-curdo Ozgur Gundem lascia preoccupati circa il futuro della libertà di stampa in uno Stato che ha buone possibilità di entrare a fare parte dell'Unione Europea. Tanto più che tale arresto segue quello dei colleghi Can Dundar e Erdem Gul, accusati di appartenere a un’organizzazione terroristica armata e di avere pubblicato materiale in violazione della sicurezza dello Stato, solo per aver pubblicato uno scoop sul trasporto di armi dalla Turchia alle forze del cosiddetto Stato islamico. I due colleghi rischiano tuttora una condanna all'ergastolo».
I rappresentanti dei giornalisti del Veneto ricordano poi la vicenda del quotidiano Zaman, la cui redazione è stata sgomberata dalla polizia pochi mesi fa, e osservano come «sull'onda dell'esempio turco anche Paesi già membri dell'Unione europea, come l'Ungheria e la Polonia, hanno varato leggi di controllo del governo sulla stampa».
Da qui l’appello alla categoria a dar vita a manifestazioni di sostegno a favore dei giornalisti arrestati, agli organismi di rappresentanza europei affinché sostengano i colleghi turchi che rischiano il carcere con azioni concrete e agli organi della Repubblica Italiana e dell'Unione Europea per una «maggiore azione diplomatica, culturale ed economica per richiamare il governo turco al rispetto dei valori della tutela della libertà di stampa, valore fondante di ogni democrazia».