Aggressioni e minacce non fermeranno i giornalisti, non metteranno il bavaglio alla libera informazione, non lederanno il diritto dei cittadini ad essere informati. I colleghi non sono soli. Questo il messaggio che i rappresentati dei giornalisti italiani hanno voluto lanciare accompagnando questa mattina in aula, al tribunale di Roma, Daniele Piervincenzi ed Edoardo Anselmi, aggrediti lo scorso 7 novembre a Ostia mentre cercavano di intervistare Roberto Spada davanti alla sua palestra.
A fare da 'scorta mediatica' a Piervincenzi e Alselmi nel corso dell'udienza del processo che si è aperto oggi, davanti ai giudici della nona sezione penale del tribunale, a carico di Roberto Spada, dell'omonimo clan, e di Ruben Alvez Del Puerto, accusati di concorso in lesioni personali e violenza privata aggravata dal metodo mafioso, c'erano, fra gli altri, Carlo Parisi, segretario generale aggiunto della Fnsi; Guido D'Ubaldo, segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti; il segretario dell'Usigrai, Vittorio Di Trapani; la presidente Paola Spadari e i consiglieri dell'Ordine dei giornalisti del Lazio Maria Lepri, Silvia Resta e Carlo Picozza; Elisa Marincola e Graziella Di Mambro di Articolo21 e le colleghe e i colleghi della Rete NoBavaglio.
La Federazione nazionale della stampa italiana, il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, l'associazione Libera, l'associazione Caponnetto e la Regione Lazio si erano costituite parti civili già nell'udienza preliminare del 23 gennaio. Oggi, nonostante la richiesta in senso contrario dei legali degli imputati, i giudici hanno accolto la costituzione di parte civile anche di Roma Capitale.
«È stato ribadito ancora una volta il pieno diritto della Federazione e dell'Ordine di essere parti civili anche in questo procedimento», ha rilevato l'avvocato di Fnsi e Cnog, Giulio Vasaturo.
«Siamo qui per esprimere la nostra vicinanza ai colleghi colpiti a Ostia e allo stesso tempo per ribadire il diritto sacrosanto dei cittadini ad essere informati», ha detto il segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi. «Ci sono in Italia troppi giornalisti costretti a svolgere il proprio lavoro in condizioni difficili, in territori difficili, spesso senza un editore che riconosca loro le garanzie e le tutele previste dal contratto di lavoro. Giornalisti che finiscono nel mirino di chi vorrebbe un'informazione addomesticata, ma che nonostante le mille difficoltà continuano ogni giorno a compiere il loro dovere di informare, rischiando in prima persona. La battaglia è anche quella di fare in modo che a questi colleghi venga garantito il giusto inquadramento contrattuale», ha concluso Parisi.
«Questa mattina siamo in tribunale al fianco di Daniele Piervincenzi e di Edoardo Anselmi, aggrediti a Ostia. Domani saremo al fianco di ogni cronista minacciato. Per dire a chi tenta di intimidire che nessun giornalista sarà mai solo», ha commentato Vittorio Di Trapani. «Il 17 aprile - ha ricordato il segretario dell'Usigrai - saremo con Luciana Alpi in tribunale a Roma per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Il 19 aprile con Federica Angeli. Alle 'testate' contro la libertà di informazione, rispondiamo tutti insieme, Fnsi, Ordine e Usigrai, con un 'noi' collettivo, forte e determinato in difesa dell'articolo 21 della Costituzione, del diritto dei cittadini a essere informati».
Spada e Del Puerto erano collegati in videoconferenza rispettivamente dal carcere di Tolmezzo e da quello di Nuoro. In aula invece Piervincenzi e Alselmi. «Non ho nessun rancore nei confronti di Roberto Spada – ha detto il giornalista prima che cominciasse il dibattimento –, credo invece che lui debba delle scuse a un quartiere che è abbandonato e che lui ha contribuito a impoverire, in cui le persone sono ostaggio. Noi lì abbiamo percepito il metodo mafioso, ci siamo stati parecchie settimane e ci siamo resi conto che lì c'è qualcosa che non va e si tratta di un sistema».
Piervincenzi ha anche ringraziato i colleghi per la presenza e il sostegno, «un abbraccio che ci ha fatto sentire che non siamo soli», ha detto prima di entrare in aula.
La prossima udienza è fissata per il 20 aprile.