“Ciascuno è libero di avere le ossessioni che vuole, però non può scaricarne gli effetti su altri. Piaccia o no al Presidente del Consiglio, la sua idea di mettere il bavaglio alle notizie rilanciando di nuovo la legge contro le intercettazioni, non è una priorità del Paese. Non è un problema in sé. È un interesse, a questo punto, solo privato, l’espressione improvvida dell’esercizio del potere. Anche inutile, ci sarebbe da dire. Questo perché le notizie, quando sono tali e a prescindere dalla fonte che si vorrebbe tenere segreta, viaggiano e, nei tempi attuali, bucano qualsiasi barriera.
Le vicende sociali, anche quelle oggi esplose con il crollo dei regimi, dimostrano che il sistema dell’informazione può avere debolezze, insufficienze, non essere sempre all’altezza della sua funzione, ma sopravvive anche ai più rigidi divieti che, anzi, ne alimentano la capacità di scrutare tra i misteri e di portare le notizie più scottanti alla pubblica opinione.
La Fnsi ribadisce di non aver mai cambiato opinione in tutti questi anni su queste questioni e che, se davvero i nuovi propositi bellicosi contro la stampa dovessero avere sviluppi concreti, nulla sarà tralasciato per contrastare e fare arretrare un insano disegno di censure e bavagli”.