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Vertenze 13 Nov 2006

Telepace, il Comune di Roma vota una mozione contro la chiusura della redazione

Impegno per il sindaco a tutelare la redazione romana di Telepace ''che da anni costituisce una risorsa dell'informazione cittadina e un punto di riferimento nel panorama internazionale''

Impegno per il sindaco a tutelare la redazione romana di Telepace ''che da anni costituisce una risorsa dell'informazione cittadina e un punto di riferimento nel panorama internazionale''

E' questo il punto principale della mozione votata oggi dal consiglio comunale di Roma, all'unanimita', primo firmatario il capogruppo di Fi, Michele Baldi, in merito alla recente disposizione di Telepace che ha previsto una drastica chiusura degli spazi informativi della redazione romana e annunciato la necessita' di cessare i rapporti di lavoro coi giornalisti, tutti romani, che la compongono. ''Forza Italia - spiega Baldi - e' contraria a questa decisione e nell'imminenza del decisivo e delicato confronto tra l'Fnsi e Telepace previsto per il 17 novembre, ho provveduto a presentare questa mozione nella quale si parla anche della necessita' di salvaguardare la dignita' e il lavoro dei giornalisti, di indurre i dirigenti a revocare la decisione di chiudere gli spazio informativi e licenziare i giornalisti con un provvedimento dell'Associazione Stampa Romana definisce e l'opinione pubblica avverte come ritorsivo''. Nella mozione si chiede che Telepace di Roma non sia discriminata rispetto alle altre sedi, e infine si impegna il sindaco a favorire un'intesa tra Fnsi e Telepace, sulla base delle determinazione dell'ordine dei giornalisti, dell'Inpgi, del ministero del Lavoro e della magistratura ''in un quadro di ripristinata legalita' e normali relazioni sindacali''. (ANSA) Questo il testo della mozione votata all’unanimità da Consiglio Comunale di Roma primo firmatario Onorevole Michele Baldi, capogruppo capitolino di Forza Italia PREMESSO CHE L’emittente Telepace, con sede in Roma, in Via del Mascherino 69, pur trasmettendo via satellite nel mondo intero e venendo definita “la TV del Papa”, è giuridicamente una televisione romana, con concessione locale comunitaria, soggetta alle leggi italiane e del tutto separata dalla Santa Sede, come le stesse autorità vaticane hanno tenuto a ribadire. Telepace ha recentemente disposto una drastica chiusura degli spazi informativi della redazione romana e annunciato la necessità di “cessare i rapporti di lavoro” con i giornalisti, tutti romani, che la compongono. L’Associazione Stampa Romana, che da tempo aveva denunciato l’emittente “per la sistematica violazione delle norme contrattuali, dello Statuto dei lavoratori e delle leggi, in aperto contrasto con la dottrina sociale della Chiesa”, portando il caso all’attenzione della FNSI, ha definito la decisione “un gravissimo atto ritorsivo contro un'intera redazione che aveva trovato la forza di ribellarsi alle vessazioni”. Il notiziario quotidiano di Telepace, dedicato interamente all’attualità vaticana, ha raccontato in maniera monografica e specialistica, per quindici anni, un aspetto di primo piano della vita cittadina, diventando un punto di riferimento per le sedi istituzionali, politiche, diplomatiche della Capitale. Le interviste settimanali con i leader in visita in Vaticano (150 capi di Stato e di Governo, tra cui alcuni dei massimi protagonisti del nostro tempo) hanno costantemente messo in luce, oltre al profilo spirituale di Roma, il suo ruolo di capitale di pace e centro politico di prima grandezza. La redazione ha inoltre sempre mirato a valorizzare i rapporti tra Comune e Santa Sede, realizzando trasmissioni spettacolari e interviste al Primo Cittadino (dal talk-show sul Giubileo, in collegamento con l’aula Giulio Cesare e la Basilica di San Pietro, nel 1995, alla visita del Papa in Campidoglio, nel 1998; dal primo incontro fra Giovanni Paolo II e Walter Veltroni, nel 2001, agli auguri in bavarese rivolti dal Sindaco a Benedetto XVI nel 2006). Quale riconoscimento della professionalità dei vaticanisti nell’emittente, uno di loro, Piero Schiavazzi, è stato scelto dal Campidoglio per curare “la regia” della storica seduta straordinaria del Consiglio Comunale per il XXV anniversario dell’elezione di Giovanni Paolo II, presentando nell’Aula Giulio Cesare il video sui 25 anni del Pontificato. Telepace ha motivato la necessità dei licenziamenti con un calo delle offerte, che però riguarderebbe la sola sede di Roma, mentre i giornalisti di Verona, sede storica dell’emittente, proseguono normalmente l’attività, sotto la guida dello stesso Direttore e con retribuzioni superiori a quelle dei colleghi romani, da sempre ai minimi contrattuali e quasi tutti a part-time. Sebbene Telepace di Roma e Telepace di Verona vengano presentate ai telespettatori, e benefattori, come un’unica realtà e le donazioni abbiano di conseguenza una sola destinazione, nella ripartizione finale dei fondi Roma registra un “calo delle offerte”, mentre Telepace di Verona non viene toccata dai tagli del personale. Telepace ha chiesto al Comitato regionale per i servizi radiotelevisivi del Lazio, ai sensi del DM 5 novembre 2004, n° 292, di ottenere i contributi previsti per l’anno 2005 a favore delle emittenti televisive locali e, ai fini degli elementi di valutazione previsti dall’art. 4, ha dichiarato di avere tra i suoi dipendenti quattro giornalisti professionisti, sebbene si apprestasse a licenziarli. Titoli e articoli di stampa rappresentano da più di un anno un quadro univoco ed allarmante, con riferimento alle vicende che hanno provocato, in sequenza, l’intervento del Sindacato, dell’Ordine dei Giornalisti, dell’INPGI, del Ministero del Lavoro, della Magistratura civile e penale. (es.: Mobbing a Telepace, La Stampa del 13/4/2005; Contro la minaccia di chiusura, sciopero a Telepace, La Repubblica del 16/7/2005; Signori non servite più, e Telepace va alla guerra, Liberazione dell’8/10/2006; Telepace, 4 indagati, La Repubblica del 24/10/2006; Va in onda Telebugia, L’Espresso del 2/11/2006; Lavoro nero alla TV del Papa, La Stampa del 3/11/2006). IMPEGNA IL SINDACO Nell’imminenza del decisivo e delicato confronto tra la FNSI e Telepace, in programma il 17 novembre, impegna il Sindaco a porre in essere ogni urgente iniziativa per: tutelare la redazione romana di Telepace, che da anni costituisce una risorsa dell’informazione cittadina e un punto di riferimento nel panorama internazionale, come unanimemente riconosciuto dalla stampa italiana ed estera; salvaguardare la dignità e il lavoro dei giornalisti, tutti romani, che compongono la redazione; indurre i dirigenti a revocare la decisione di chiudere gli spazi informativi e licenziare i giornalisti, con un provvedimento che l’Associazione Stampa Romana definisce e l’opinione pubblica avverte come ritorsivo; assicurare la ripresa dell’attività redazionale e dei programmi giornalistici, con particolare riguardo al notiziario sull’attualità vaticana e alle interviste con i capi di stato e di governo in visita a Roma; chiedere che Telepace di Roma non sia discriminata, rispetto alle altre sedi, nella ripartizione delle offerte che giungono all’emittente e ne costituiscono la fonte di sostentamento; favorire un’intesa tra la FNSI e Telepace, sulla base delle determinazioni dell’Ordine dei Giornalisti, dell’INPGI, del Ministero del Lavoro e della Magistratura, in un quadro di ripristinata legalità e normali relazioni sindacali.

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