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Fnsi 11 Ott 2007

Tagli ai contributi pubblici all'editora Serventi Longhi: “Governo e forze politiche facciano un passo indietro”

Il taglio del 7% ai contributi diretti per i giornali che ne godono, testate di partito e non, che è nel decreto legge collegato alla Finanziaria, è ''un taglio grave che metterà in grave crisi molti giornali, incidendo in negativo sul pluralismo italiano''. Per questo il segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, in una conferenza stampa organizzata insieme ai Comitati di redazione di molte delle testate coinvolte, ha chiesto ''al governo e alle forze politiche di fare un passo indietro''.

Il taglio del 7% ai contributi diretti per i giornali che ne godono, testate di partito e non, che è nel decreto legge collegato alla Finanziaria, è ''un taglio grave che metterà in grave crisi molti giornali, incidendo in negativo sul pluralismo italiano''. Per questo il segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, in una conferenza stampa organizzata insieme ai Comitati di redazione di molte delle testate coinvolte, ha chiesto ''al governo e alle forze politiche di fare un passo indietro''.

Ma se invece ''questo decreto non sarà modificato radicalmente - ha aggiunto - il sindacato dei giornalisti intende andare avanti fino in fondo, fino quindi allo sciopero''. Oggi pomeriggio ci sarà la Giunta della Fnsi che affronterà le modalità della mobilitazione e intanto stamattina i Cdr di Avvenire, Europa, La Padania, Il Manifesto, Il Secolo d'Italia, Liberazione e l'Unità hanno lanciato un appello per la propria salvezza, che è anche quella del pluralismo, non solo politico ma anche sociale. ''Il taglio del 7% ai contributi diretti si va ad aggiungere ai tagli alle agevolazioni postali e poi alle riduzioni previste nella riforma dell'editoria, che domani dovrebbe tornare al Consiglio dei ministri. Ma va a colpire in particolare - dice ancora Serventi - testate che già risentono di un mercato bloccato da leggi sbagliate, con una ripartizione della pubblicità, ad esempio, che penalizza la carta stampata. Ci preoccupa il quasi silenzio della Fieg, mentre altri, come ad esempio Mediacoop sono qui''. Sottolinea Serventi che ''abbiamo avuto prese di posizione dall'interno della categoria: non condividiamo le richieste di alcuni direttori di un taglio indiscriminato delle provvidenze. Il momento del mercato è tale - aggiunge - che serve garantire la molteplicità delle voci, anche attraverso il contributo pubblico, anche perchè abbiamo centinaia di posti di lavoro a rischio''. L'art. 10 'Disposizioni concernenti l'editoria', del Decreto legge contenente 'Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale', è riuscito ''a suscitare per reazione una mobilitazione che non ha caratteristiche di schieramento'', come ha spiegato il Cdr di Europa. Per il Cdr dell'Unità, ''si taglia il tubo dell'ossigeno perchè i finanziamenti non sono un obolo, vista la situazione della raccolta pubblicitaria''. La rappresentanza sindacale del Secolo d'Italia pensa che ''si tratta di un provvedimento iniquo ma anche demagogico che colpisce in modo indiscriminato, mentre si sono realtà vere, come i giornali di partito''. ''O quotidiani come l'Avvenire - ha aggiunto il Cdr della testata - che rappresentano un valore sociale e culturale e rappresentano la società italiana''. Insomma ''una situazione drammatica'', come ha sintetizzato il Cdr di Liberazione d'accordo con quello de La Padania, che ha spiegato come molte delle testate coinvolte nell'appello siano già in dichiarato stato di crisi. (ANSA)

@fnsisocial

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