«Un confronto con Cgil, Cisl, Uil e Ugl prima dell'apertura del tavolo per il rinnovo del contratto della PA: Stampa Romana continua a incalzare i sindacati del settore pubblico perché portino le richieste dei giornalisti al tavolo negoziale da cui Fnsi, Associazioni regionali di Stampa e Cdr sono ancora esclusi». Così il sindacato regionale sul proprio sito web, all'indomani della Terza edizione degli Stati Generali degli Uffici Stampa e della Comunicazione nel Lazio organizzati dalla Consulta Uffici Stampa dell'Assostampa venerdì 7 novembre 2025.
«La legge 150 è un'incompiuta, occorre un nuovo intervento legislativo perché i giornalisti della PA non hanno una piena rappresentanza sindacale. Registriamo con piacere la disponibilità di Cisl e Uil, dopo quella manifestata lo scorso anno dalla Cgil, al metodo dell'ascolto prima dell'apertura dei tavoli con i rappresentanti della nostra categoria. Un primo passo», ha detto il segretario di Stampa Romana, Stefano Ferrante, nel corso dell'iniziativa.
«L'ipotesi di un tavolo di concertazione preventivo con le altre organizzazioni sindacali è ottima, in attesa che anche la Federazione nazionale della Stampa possa essere riconosciuta come sindacato speciale di una categoria individuata nella pubblica amministrazione con una legge speciale, che è la legge 150», ha rilevato Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.
«Finché la Fnsi non avrà ottenuto pieno riconoscimento al tavolo contrattuale anche nella pubblica amministrazione - ha proseguito Costante - purtroppo i colleghi saranno vissuti all'interno della PA come casta e come giornalisti di serie B. Questo noi non lo possiamo consentire».
Antonio Ranalli, presidente della Consulta Uffici Stampa dell'Associazione Stampa Romana, ha ricordato che «in questi ultimi anni la Consulta ha monitorato i bandi di concorso di enti e società pubbliche, intervenendo quando si ravvisavano irregolarità, chiedendo e ottenendo modifiche per le regole di partecipazione».
Il vicepresidente vicario della Consulta, Ugo Degl'Innocenti, ha ribadito la necessità di «chiarire meglio l'inquadramento della nuova figura del social media manager introdotta nell'ordinamento dal decreto dello scorso marzo perché rientri tra quelle della 150/2000. È necessario anche - ha aggiunto Degl'Innocenti - riconoscere le ore della formazione obbligatoria dei giornalisti ai fini del raggiungimento delle 40 ore annuali di formazione obbligatoria dei dipendenti pubblici». (Da: stamparomana.it)