CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Foto: quirinale.it)
Anniversario 04 Dic 2018

Stampa parlamentare, Mattarella: «Il pluralismo valore fondamentale, da difendere e sostenere»

Alle celebrazioni per i 100 anni, ospitate alla Camera, anche il presidente Fico, che ha ricordato il ruolo dei giornalisti nel racconto politico-parlamentare, e il sottosegretario Vito Crimi. «Auspico che possano essere salvaguardati i contributi per una editoria sempre più libera, plurale, professionale», scrive in un messaggio la presidente del Senato, Alberti Casellati.

«La nostra Costituzione non si limita a stabilire principi e valori, ma chiede allo Stato di farsi parte attiva per il loro raggiungimento. Questo vale, naturalmente, anche per la libertà di opinione e di espressione. Il pluralismo informativo è un valore fondamentale per ogni democrazia, che va difeso e concretamente attuato e sostenuto». Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del centenario dell'Associazione stampa parlamentare.
«In questo secolo di vita – scrive in un messaggio – i giornalisti hanno accompagnato le vicende alterne del Parlamento italiano, contribuendo a scriverne di fatto la storia, attraverso la cronaca quotidiana degli avvenimenti. In particolare con la nascita della Repubblica, la Stampa parlamentare ha costituito un importante e necessario completamento della vita democratica, non soltanto nella preziosa opera di pubblicizzazione dei lavori delle Camere ma anche costituendo un presidio di libertà, di critica e di controllo, in perfetta linea con lo spirito e i valori della nostra Costituzione».

Oggi, sostiene il capo dello Stato «il mondo dell'informazione è in continua evoluzione: la Stampa parlamentare è stata al passo con i tempi, dotandosi di regole statutarie sempre più stringenti, sia in materia di trasparenza, sia per adeguarsi ai nuovi mezzi di comunicazione in modo da raggiungere un pubblico di cittadini sempre più vasto. L'augurio che vi invio è quello di continuare a raccontare, ogni giorno, con determinazione e obiettività, la vita delle Camere, le istituzioni dove si esercita pienamente la sovranità popolare, che sono al centro della nostra vita politica e democratica. E anche quello di proseguire a lavorare, nella sostanziale distinzione dei ruoli e nel necessario reciproco rispetto, in sinergia con le istituzioni e i parlamentari».

Alle celebrazioni per il secolo di vita dell'Asp, ospitate nella sala della Lupa di Montecitorio, anche il presidente della Camera, Roberto Fico. «La stampa parlamentare ha segnato la storia di questo Paese. Ha avuto e ha una centralità nel racconto dell'Italia: i suoi cambiamenti ed evoluzioni, così come le sfide che ha affrontato. Ritengo che si possa a buon titolo parlare di una dimensione istituzionale dell'Associazione stampa parlamentare», osserva. «Credo che voi oggi condividiate con il Parlamento una missione: fare in modo che le persone che vivono fuori da questo palazzo conoscano nel dettaglio tutto quello che succede qui dentro e in questo modo possano partecipare alla vita pubblica, vivendo la propria dimensione civica nel modo più consapevole e ampio possibile. Sono convinto che il racconto  politico-parlamentare sia una chiave decisiva per la  partecipazione», evidenzia il presidente della Camera.

La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, nel messaggio ai promotori dell'iniziativa, auspica che «possano essere salvaguardati i contributi per una editoria sempre più libera, plurale, professionale. Ferma restando – sottolinea – la sempre meritoria e necessaria attività di razionalizzazione della spesa pubblica». Questi cento anni, scrive la seconda carica dello Stato, «celebrano un fondamento della vita di questa nostra democrazia, un'eredità che deve essere tutelata e tramandata. Abbiamo molto bisogno di buon giornalismo. Così come le istituzioni hanno molto bisogno di saper meglio comunicare. A cominciare, ma non solo, dalla semplificazione del linguaggio. Ancora, come siamo, all'inseguimento ed anche al compimento di quell'ideale degasperiano che la sfida dei nuovi media ora rende più complesso. Una complessità che rende, ogni giorno, il vostro lavoro prezioso e insostituibile».

Al convegno anche i direttori di alcune testate, come Lucia Annunziata (Huffington), Maurizio Molinari (La Stampa), Luigi Contu (Ansa), Enrico Mentana (La7) e Gennaro Sangiuliano (Tg2). «Diamo un colpo alla baggianata del 'giornalista terzo'. Ognuno ha una propria opinione; l'importante è avere un punto della propria parzialità. Quella del giornalista terzo è una baggianata che funzionava solo negli Usa, dove è peraltro un modello che non è più possibile applicare», dice Lucia Annunziata.

Il direttore della Stampa, Molinari, sottolinea: «Se c'è un posto dove il totalitarismo si può battere, quel posto è dove si esercita ogni giorno la democrazia: le Aule del Parlamento. C'è bisogno di tenere d'occhio le disuguaglianze economiche che caratterizzano la nostra società e in Parlamento queste si possono affrontare e risolvere. In questo processo i cronisti parlamentari con il loro lavoro svolgono un ruolo fondamentale».

Per il direttore dell'Ansa, Contu, «la Rete è un grandissimo elemento di democrazia; non possiamo avere paura dei social e di internet; ma differente è il nostro ruolo, che si fonda su etica, cultura, conoscenza, valutazione e professionalità. Il rapporto tra potere e giornalismo è sempre troppo articolato e conflittuale» e, in merito alla crisi del settore dell'editoria, Contu aggiunge: «Le Istituzioni riflettano sul sistema dell'informazione, perché non ce la fa più a mantenersi. Chi governa deve porsi il problema».

Enrico Mentana, direttore del Tg La7 ammonisce: «L'informazione si è avvicinata troppo al fuoco della politica, che la ha scaldata ma la ha anche bruciata». E, focalizzando l'attenzione sulla «comunicazione perentoria e sloganista» che prende piede oggi anche grazie ai social, avverte: «È una comunicazione rispetto alla quale il giornalismo deve ripensarsi».

«Dobbiamo preoccuparci più di quelli che ci leggono che non di quelli che ci vogliono controllare», conclude il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano puntando il dito su quello che definisce «il partito del politicamente corretto» e richiamando ad un esercizio della professione giornalistica «con i toni giusti e con il giusto equilibrio». Perché, sostiene citando Gramsci, «la verità è un fatto rivoluzionario».

Nel corso dei lavori anche un botta e risposta tra il sottosegretario con delega all'Editoria, Vito Crimi, e il presidente dell'Asp, Marco Di Fonzo. «Non posso sottrarmi dal commentare, esprimendo amarezza, le parole usate stamane. Parole forti, 'libertà minacciata', 'avversari della libertà', rivolte al governo», esordisce Crimi che tiene a «ribadire, qui, davanti alla Stampa parlamentare, che il governo ha a cuore la libertà di espressione e di stampa. Non c'è stato alcun intervento che vada a minare la libertà di stampa, e non lo è chiedere che ci siano editori puri, dire che la raccolta pubblicitaria oggi è distorta nel mercato e andrebbe rivista. Questo non è un attacco, ma chiedere che i giornalisti facciano il loro lavoro, libero da condizionamenti. Davanti a giornali che fanno anche politica, rivendico al governo e alla politica la libertà di esprimere anche  contrarietà a opinioni espresse altrettanto liberamente», aggiunge.

«Quando parole violente, e magari volgari, vengono usate da chi ha una forza politica preponderante nel Paese, questo può avere un peso anche maggiore degli interventi di un singolo parlamentare», osserva Di Fonzo, rispondendo a Crimi che «lei stesso mi sembra aver ammesso che c'è una serie di interventi in agenda, che poi ciascuno considera e valuta nel merito, in discussione in manovra».

«Sono contento del confronto di oggi. Perché quando tutti dicono la stessa cosa non è un bene in democrazia, perché è un confronto civile, e di persona. Per una volta, non attraverso i social», conclude il presidente dell'Associazione stampa parlamentare.

Ai organizzatori dell'iniziativa anche un messaggio del presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, che scrive: «Oggi, difendere la libertà di opinione e di espressione significa tenere conto contemporaneamente del rispetto della privacy e della dignità delle persone, che sono fondamenta della nostra democrazia, e questo richiama al senso di responsabilità e del limite dei giornalisti. Solo in questo quadro è possibile tutelare indipendenza, libertà e pluralismo dell'informazione anche con appositi stanziamenti di fronte a ricorrenti tentazioni di occupazione e di compressione degli spazi di libertà».

@fnsisocial

Articoli correlati