La procura della Repubblica presso il Tribunale penale di Milano non ha impugnato il verdetto di assoluzione, "perché il fatto non sussiste", emesso in primo grado dal collegio giudicante in relazione alle ipotesi di reato formulate nei confronti dell'ex presidente dell'Inpgi, Andrea Camporese, nell'ambito del più ampio procedimento dibattimentale legato al fallimento della società Sopaf.
Il pubblico ministero, in particolare, ha ritenuto di non presentare appello avverso la valutazione dei fatti, e alla relativa qualificazione giuridica degli stessi, espressa dal Tribunale con riferimento alla posizione di Camporese, impugnando invece i punti della sentenza di primo grado relativi a capi di imputazione diversi, ascritti ad altri imputati, in relazione alle vicende che hanno portato al fallimento della società.
«Si chiude così l'accertamento definitivo della totale estraneità dell'ex presidente da ogni ipotesi di reato e viene confermata la assoluta correttezza, legittimità e trasparenza del suo operato alla guida del Cda dell'Inpgi in relazione all'intera vicenda legata all'acquisto delle quote del Fondo FIP», commenta la presidente dell'Inpgi, Marina Macelloni.
«La decisione della procura della Repubblica di Milano di non impugnare la sentenza con cui l'ex presidente Andrea Camporese è stato assolto chiude definitivamente e nel migliore dei modi una vicenda che alcuni, nella categoria, hanno tentato di strumentalizzare emettendo in anticipo sentenze di condanna ed esponendo alla gogna mediatica il collega Camporese e l'Inpgi», dicono il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Adesso che è chiaro una volta per tutte che il presidente Camporese agì con correttezza e nell'interesse esclusivo dell'Istituto, nei cui confronti non c'è stata alcuna truffa, ci chiediamo chi lo risarcirà delle vagonate di fango che una parte della categoria gli ha riversato addosso con lo scopo dichiarato di utilizzare la sua vicenda giudiziaria per meri interessi personali e comunque di bassa lega. Adesso l'auspicio – concludono i vertici della Fnsi – è che si faccia giustizia, nelle forme e nei modi previsti dalla legge, risarcendo Camporese e l'Inpgi dei danni, non soltanto d'immagine, subiti».