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Internazionale 03 Dic 2005

Sidney, l'Ifj lancia una campagna contro gli attacchi ai giornalisti. Serventi: "Occorrono leggi e regole per garantire la dignità della professione"

La Federazione Internazionale dei Giornalisti respinge l'attacco alle condizioni di lavoro dei giornalisti ed il tentativo degli editori di cancellare i contratti collettivi di lavoro.

La Federazione Internazionale dei Giornalisti respinge l'attacco alle condizioni di lavoro dei giornalisti ed il tentativo degli editori di cancellare i contratti collettivi di lavoro.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “Il giornalismo libero afferma in tutto il mondo il diritto dei cittadini di una informazione corretta e di qualità, elemento insostituibile di ogni sistema democratico. Solo una professione rispettata, con condizione di vita e di lavoro decorose, può garantire lo sviluppo e l’indipendenza dei media. Di fronte alle tante sfide, politiche etiche e sindacali, la Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj) il cui esecutivo si è riunito a Sidney in Australia ha deciso di lanciare una campagna contro gli attacchi di ogni genere, fisici e morali, che subiscono i giornalisti, in molti paesi perseguitati, minacciati e talvolta uccisi. La lotta al terrorismo - ha detto il segretario generale della IfJ Aidan White - non può diventare il pretesto di limitazioni generalizzate della libertà di movimento e di lavoro. Il sindacato mondiale dei giornalisti è impegnato a sostenere l’autonomia dei media, il ruolo dei servizi pubblici radiotelevisivi, sotto attacco in molti paesi, la sicurezza dei propri aderenti e la riservatezza delle fonti. La Ifj ritiene, inoltre, che vada respinto l’attacco alle condizioni del lavoro, alla occupazione e alla retribuzione dei giornalisti da parte delle imprese che, cercano di utilizzare i freelance e i collaboratori, insieme a forme sempre più selvagge di flessibilità nella organizzazione del lavoro, per ridurre il costo dei giornalisti dequalificando i media. I contratti collettivi, come in Germania, in Italia e in Svizzera, sono messi in discussione da editori che non accettano regole e condizioni adeguate per i giornalisti dipendenti e soprattutto per coloro che hanno rapporto di lavoro autonomo, spesso sfruttati e ricattati. Intervenendo nel dibattito Paolo Serventi Longhi, Segretario Generale della Fnsi e componente dell’Esecutivo della Ifj, ha sottolineato l’esigenza di ottenere immediatamente, a livello sovrannazionale e nazionale, leggi e regole nel mercato del lavoro giornalistico che garantiscano la dignità della professione”.

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